Il Parlamento italiano ha formato un nuovo integruppo dedicato all’economia del mare, coinvolgendo 50 parlamentari provenienti da differenti forze politiche. Questa iniziativa conferma l’attenzione crescente delle istituzioni verso il settore marittimo, che rappresenta un ambito chiave per sviluppo economico, occupazione e innovazione nel Paese. Il gruppo si è presentato ufficialmente durante il quarto Summit nazionale sull’economia del mare, tenutosi a Roma presso Unioncamere.
L’integruppo parlamentare e la sua composizione trasversale
L’integruppo parlamentare per l’economia del mare riunisce deputati e senatori di varie estrazioni politiche, superando divisioni ideologiche per affrontare insieme le sfide del settore marittimo. A guidare i lavori è la senatrice Simona Petrucci, presidente del gruppo, che ha voluto sottolineare come il mare non sia più visto come barriera fra Stati ma come risorsa strategica. Secondo Petrucci, la creazione del Ministero per il Mare rappresenta un passo fondamentale.
Questo Ministero ha competenze che vanno oltre la semplice gestione delle acque, abbracciando porti, turismo, imprese e cultura marina. La presenza di 50 parlamentari con background politici differenti punta a inserirsi nel dibattito parlamentare con proposte che possano stimolare sviluppo economico e migliorare la distribuzione delle opportunità, riducendo le diseguaglianze.
Il dato delle 53 mila aziende femminili attive nell’ambito marittimo è stato evidenziato come esempio concreto della vitalità del settore e della presenza femminile nel comparto. Il ruolo trasversale dell’integruppo permette un dialogo più ampio e un approccio incentrato su soluzioni pratiche e immediate.
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I temi principali affrontati durante il blue forum
Durante la quarta edizione del Summit nazionale sull’economia del mare, conosciuto anche come Blue Forum, il dibattito si è concentrato su diverse questioni chiave. Tra queste, la semplificazione normativa è emersa come una priorità irrinunciabile per sostenere imprese e investimenti nel settore.
Lorenzo Basso, vicepresidente dell’integruppo, ha evidenziato i progressi fatti nel cercare di ridurre le complessità burocratiche e amministrative che spesso bloccano le attività legate al mare e ai suoi comparti. La volontà è di creare un quadro normativo più lineare, che faciliti l’apertura di nuove iniziative e la crescita di quelle esistenti.
La discussione ha incluso anche aspetti legati al turismo marittimo e portuale, al supporto alle aziende locali, al miglioramento delle infrastrutture portuali e a una maggiore attenzione verso la cultura legata al mare. Questi settori sono considerati motori di sviluppo per molte comunità costiere italiane.
Piano strategico del mare 2026-2028 e nuove zone franche doganali
Nicola Calandrini, presidente della quinta commissione bilancio del Senato e membro dell’integruppo, ha descritto il piano strategico del mare 2026-2028, varato dall’attuale governo. Si tratta di una serie di progetti e investimenti pensati per consolidare l’economia blu in Italia. Il programma punta soprattutto a rafforzare il ruolo del Paese nel Mediterraneo, favorendo innovazioni tecnologiche e sostenendo le imprese su scala nazionale.
Calandrini ha posto l’accento sulle nuove zone franche doganali, che verranno istituite per attrarre capitali e ampliare gli spazi di manovra delle aziende marittime e portuali. Queste aree speciali offriranno condizioni fiscali vantaggiose per incentivare investimenti e nuove iniziative economiche nella filiera del mare.
Nel quadro di questi interventi, il governo vuole stimolare la competitività e superare alcuni ostacoli burocratici che hanno rallentato il settore negli anni passati. Il piano tra il 2026 e il 2028 punta così a trasformare il mare in un volano per crescita locale e occupazione qualificata, sostenendo imprese e realtà produttive legate direttamente o indirettamente a questo ambiente.
La forte attenzione delle istituzioni verso sviluppo e sostenibilità marina
Le parole e gli impegni dei rappresentanti parlamentari all’interno dell’integruppo confermano la nuova centralità del mare per il governo. Non si tratta solo di economia, ma anche di protezione dell’ambiente e promozione della cultura legata agli ecosistemi marini.
Il coinvolgimento di numerosi parlamentari indica la volontà di mantenere alta l’attenzione politica sulle sfide che riguardano i mari italiani, dall’assetto infrastrutturale alla sicurezza, fino alla valorizzazione turistica e culturale. Il mare fa parte concreto della vita di molte regioni e rappresenta una risorsa su cui l’Italia intende puntare con decisione nei prossimi anni.
L’istituzione del nuovo gruppi parlamentare testimonia che lo scenario legislativo si sta adeguando alle esigenze di questo settore, lavorando per un coordinamento più efficace tra istituzioni e operatori economici. Il cammino avviato potrebbe segnare una svolta per il futuro dell’economia del mare, integrando sviluppo e tutela con un impegno politico diffuso.