Venerdì pomeriggio, un peschereccio in difficoltà ha suscitato l’intervento immediato della Guardia Costiera al largo di Tor San Lorenzo, nel comune di Ardea. Il peschereccio “Raffaella Madre” ha richiesto soccorso dopo aver cominciato a imbarcare acqua, rendendo impossibile la navigazione in sicurezza. Questo episodio mette in luce l’importanza dei servizi di emergenza marittima e la sollecitudine con cui vengono attuate le operazioni di salvataggio.
Emergenza al largo di Tor San Lorenzo
Alle prime ore del pomeriggio di venerdì, la sala operativa della Guardia Costiera ha ricevuto una chiamata di emergenza dal “Raffaella Madre“. L’equipaggio ha segnalato la presenza di acqua a bordo, che minacciava di far affondare l’imbarcazione. Le condizioni meteorologiche nel tratto di mare interessato non sembravano particolarmente avverse, il che ha reso ancora più preoccupante la situazione. Una volta ricevuta la richiesta di soccorso, le autorità hanno immediatamente attivato un’operazione di soccorso per garantire la sicurezza dell’equipaggio e del peschereccio.
Le rapide comunicazioni tra il peschereccio e la Guardia Costiera hanno permesso di coordinare l’intervento con efficienza. I mezzi di soccorso sono stati prontamente inviati da Fiumicino e Anzio; i pattugliatori CP 831 e CP 859 sono stati mobilitati per rispondere all’emergenza. La comunicazione costante tra le unità di soccorso e l’equipaggio del peschereccio ha svolto un ruolo cruciale per la preparazione a un intervento efficace.
L’intervento delle motovedette
La motovedetta CP 859 è stata la prima ad arrivare sul posto e ha trovato il peschereccio nelle condizioni critiche. L’acqua a bordo era in costante aumento, e il rischio di affondamento era concreto. Gli operatori della motovedetta hanno utilizzato una pompa per aspirare l’acqua accumulata all’interno dell’imbarcazione. Questa manovra tempestiva ha rimosso una quantità considerevole di acqua, riportando il peschereccio in una condizione di stabilità.
Durante l’intervento, gli operatori della motovedetta hanno adottato misure di sicurezza per proteggere sia l’equipaggio del “Raffaella Madre” sia il personale stesso che stava conducendo le operazioni di soccorso. Una volta liberato dalla minaccia dell’affondamento, il peschereccio ha potuto iniziare il rientro al porto di Anzio, anche se a velocità ridotta. La scorta delle unità della Guardia Costiera ha garantito un rientro sicuro, soprattutto considerando le condizioni marittime.
Controlli e indagini successive
Terminato l’intervento di emergenza, le autorità competenti hanno avviato i consueti controlli tecnici sul “Raffaella Madre” per determinare le cause dell’incidente. Questa procedura è fondamentale non solo per prevenire futuri eventi simili, ma anche per tutelare la sicurezza degli equipaggi di pescherecci che operano nelle acque italiane. Gli ispettori della Guardia Costiera effettueranno una serie di verifiche approfondite, esaminando la struttura dell’imbarcazione e gli equipaggiamenti di sicurezza.
Le indagini si concentreranno innanzitutto sulla verifica di eventuali malfunzionamenti delle pompe di bilge, ma anche sulle condizioni generali della barca, tra cui lo stato strutturale e l’idoneità alla navigazione. Il fenomeno dell’imbarco d’acqua, se attribuibile a inefficienze tecniche, può rappresentare un rischio non solo per il peschereccio specifico coinvolto ma anche per altre imbarcazioni operanti nella stessa area.
Questo episodio dimostra l’importanza di un’infrastruttura di soccorso efficiente e pronta a rispondere a situazioni critiche, contribuendo a garantire la sicurezza di chi lavora in mare.
Ultimo aggiornamento il 28 Settembre 2024 da Armando Proietti