Il tema dell’inquinamento acustico provocato dall’aeroporto di Ciampino ha assunto contorni sempre più rilevanti nell’ambito delle politiche locali. A sei anni dall’emanazione del decreto 345/2018, firmato dall’allora Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, le misure destinate a contenere i livelli di rumore non sembrano aver raggiunto i risultati sperati. Questo articolo analizza gli sviluppi recenti e le azioni intraprese dai cittadini e dai comitati locali.
Storia del decreto e prima applicazione
Il decreto 345/2018, emanato nel contesto di un crescente allarme riguardante l’inquinamento acustico negli ambienti urbani limitrofi all’aeroporto di Ciampino, ha stabilito un insieme di misure finalizzate a riportare i livelli di rumore nei limiti di legge. Tuttavia, le difficoltà nella sua attuazione sono emerse sin da subito, in gran parte a causa delle contestazioni legali intraprese dalle compagnie aeree operanti nell’aeroporto. Tali azioni legali, che si sono rivelate infruttuose, hanno ritardato per anni l’applicazione delle misure contenute nel decreto.
Solo nel 2021 il decreto ha iniziato ad avere un’applicazione pratica, in concomitanza con una riduzione programmata dei voli di almeno un terzo. Tuttavia, nonostante questo provvedimento, il rumore percepito dai cittadini resta eccessivo. Le evidenze raccolte dai dati mensili pubblicati dall’ARPA LAZIO dimostrano che il livello di inquinamento acustico continua a superare le soglie di tolleranza stabilite dalla normativa vigente.
Monitoraggio acustico e responsabilità del gestore aeroportuale
Il decreto prevede che il gestore dell’aeroporto, Aeroporti di Roma, sia responsabile del monitoraggio dei livelli di rumore e dell’adozione di ulteriori misure nel caso in cui questi superino nuovamente i limiti stabiliti. Tuttavia, fino a oggi, non sono state divulgate informazioni riguardanti le misurazioni effettuate, né sono state annunciate nuove riduzioni del traffico aereo. Anzi, Ryanair ha espresso la sua intenzione di aumentare il numero dei voli, invocando le esigenze legate al Giubileo del 2025, pietra miliare che sembra complicare ulteriormente la situazione.
I cittadini, come dimostrato dalle continue segnalazioni al comitato CRIAAC, restano in attesa di risposte concrete. Il comitato, che si occupa di tutelare l’ambiente e la qualità della vita dei residenti nelle aree limitrofe all’aeroporto, ha già avviato un’azione ufficiale. Infatti, ha inviato una comunicazione PEC alle istituzioni locali, con l’intento di sollecitare un incontro urgente per discutere l’attuazione del decreto e comprendere il reale stato dei controlli sui livelli di rumore.
Richieste dei cittadini e supporto istituzionale
Il comitato CRIAAC ha formalizzato le proprie richieste attraverso una comunicazione dettagliata, chiedendo maggiore trasparenza e un intervento efficace da parte delle autorità competenti, tra cui la Regione Lazio, il Ministero dell’Ambiente e ARPA Lazio. È stato chiesto anche il supporto dei sindaci di Roma, Ciampino e Marino, affinché si attivino per garantire un confronto costruttivo con i vari enti interessati.
Le richieste pontificano sull’importanza di mantenere elevati standard di efficienza nella gestione del monitoraggio dei dati aeroportuali. È evidente, infatti, che per i cittadini risulta fondamentale garantire non solo il rispetto delle normative ambientali, ma anche la salubrità degli spazi in cui vivono, per evitare che l’inquinamento acustico comprometta ulteriormente la qualità della vita.
Il decreto Costa del 2018 rappresentava una speranza per molti, ma la sua applicazione concreta e i risultati attesi devono ancora farsi vedere. L’auspicio è che le richieste di trasparenza e dialogo portino a una rapida risoluzione delle problematiche legate all’inquinamento acustico, ritenuto un tema cruciale nella tutela della salute pubblica e dell’ambiente.
Ultimo aggiornamento il 20 Ottobre 2024 da Marco Mintillo