Indagini in dieci città colpiscono associazione nel settore edilizio per emissione di fatture false e riciclaggio

Indagini in dieci città colpiscono associazione nel settore edilizio per emissione di fatture false e riciclaggio

polizia di Stato e guardia di finanza eseguono 29 misure cautelari e 40 perquisizioni in Emilia-Romagna, Campania e Lombardia contro un’associazione criminale accusata di fatture false, riciclaggio e autoriciclaggio nel settore edilizio
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Polizia di Stato e Guardia di Finanza hanno eseguito 29 misure cautelari e 40 perquisizioni in dieci città di Emilia-Romagna, Campania e Lombardia, smantellando un’associazione criminale dedita a emissione di fatture false, riciclaggio e autoriciclaggio nel settore edilizio. - Gaeta.it

Un’operazione coordinata tra polizia di Stato e guardia di finanza ha dato il via a 29 misure cautelari e 40 perquisizioni in diverse città italiane. Le accuse contro i presunti membri dell’associazione criminale riguardano emissione di fatture false, riciclaggio e autoriciclaggio nel settore edilizio. La vasta azione coinvolge dieci località tra Emilia-Romagna, Campania e Lombardia.

Il ruolo degli agenti nelle città di emilia-romagna, campania e lombardia

Il dispositivo messo in campo ha visto coinvolti più di cento operatori tra polizia di Stato e guardia di finanza. Le attività hanno interessato Bologna, Ferrara, Modena, Ravenna, Reggio Emilia, Forlì, Rimini, Mantova, Napoli e Caserta. Le forze dell’ordine hanno eseguito 29 misure cautelari, sia di custodia cautelare in carcere che di altri tipi, oltre a 40 perquisizioni mirate. Gli interventi sono stati pianificati per contrastare un fenomeno che sembrava avere una rete estesa, capace di muoversi in più regioni con apparati organizzativi di una certa complessità.

Dettagli sull’azione e le sue motivazioni

L’azione rappresenta una risposta immediata a una serie di indizi raccolti nel corso di un’indagine minuziosa, che ha richiesto l’impiego di risorse sul territorio. Non a caso, l’operazione si è concentrata proprio nelle città menzionate, accomunate dalla presenza di attività nel settore edilizio collegate ai reati contestati.

Le origini dell’indagine e le segnalazioni della polizia postale

L’indagine è partita da una segnalazione pervenuta alla polizia postale, a seguito di movimentazioni di denaro ritenute sospette. A inviare l’allarme è stata Poste Italiane, che ha notato flussi di denaro anomali su alcuni conti collegabili a operazioni di emissione di documenti fiscali non corrispondenti a reali prestazioni professionali o contrattuali.

Il Centro operativo per la sicurezza cibernetica dell’Emilia-Romagna ha assunto un ruolo centrale, coordinando le attività investigative insieme al Servizio polizia postale e per la sicurezza cibernetica a livello nazionale. Il Nucleo operativo metropolitano della guardia di finanza di Bologna ha fornito un supporto essenziale sotto la direzione della procura locale, con il pubblico ministero Flavio Lazzarini che ha seguito l’inchiesta. Grazie al monitoraggio delle movimentazioni finanziarie e agli approfondimenti informatici, le forze dell’ordine hanno potuto delineare l’organigramma dell’associazione e le modalità di produzione delle false fatture.

Organizzazione e rete criminale

Lo sviluppo dell’indagine ha evidenziato un sistema che non coinvolgeva solo singoli soggetti, ma una rete ben organizzata su più territori, capace di movimentare ingenti somme di denaro tramite circuiti illeciti ben studiati.

Impatto dei reati: fatture false, riciclaggio e autoriciclaggio

I reati contestati agli indagati ruotano attorno all’uso sistematico di fatture false per giustificare operazioni economiche fittizie nel campo dell’edilizia. Questi documenti hanno creato una falsa rappresentazione dei movimenti di denaro, così da mascherare capitali di origine illecita.

Il riciclaggio, in questo contesto, assume un ruolo chiave per ripulire i proventi delle attività criminali. Attraverso diverse operazioni finanziarie, ricorrendo anche a società di comodo, l’associazione ha cercato di rendere legittimi i fondi accumulati illegalmente. L’autoriciclaggio, infine, ha permesso di utilizzare direttamente il denaro di origine criminale senza passaggi intermedi veri, rafforzando ulteriormente le basi economiche del gruppo.

Effetti sul mercato locale

Questo tipo di operazioni compromette il tessuto economico locale, alterando la concorrenza e sottraendo risorse al sistema produttivo. Le indagini vogliono fermare queste pratiche egregiamente radicate e porre sotto controllo i flussi finanziari collegati all’edilizia nelle regioni coinvolte.

Collaborazione fra procure e forze dell’ordine su più territori

L’indagine è stata condotta sotto la guida della procura di Bologna, che ha aperto il procedimento penale e richiesto le misure cautelari. Il pubblico ministero Flavio Lazzarini ha seguito direttamente il coordinamento dell’operazione, assicurando una stretta collaborazione tra organi giudiziari e forze dell’ordine.

Il lavoro congiunto tra polizia postale e guardia di finanza si è rivelato cruciale. Il primo ha fornito strumenti e competenze per tracciare le anomalie nei circuiti informatici e bancari; la seconda ha condotto attività investigative sul campo, perquisizioni e sequestri. L’intreccio di competenze ha permesso di agire simultaneamente su più fronti, mostrando una strategia d’intervento precisa e mirata.

Fasi successive e prossimi sviluppi

Le attività sono proseguite con perquisizioni domiciliari e aziendali, volte a bloccare documentazione e supporti digitali utili a dimostrare l’attività illecita. Già nelle prossime ore sono attese comunicazioni sui risultati dettagliati e sulle persone coinvolte direttamente nel caso.

Le città coinvolte in questa operazione mostrano come una rete criminale possa estendersi ben oltre i confini locali, arrivando a influenzare territori diversi con dinamiche simili e connessioni ben strutturate.

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