L’inchiesta sulla commissione paesaggio ha portato a sviluppi importanti tra gennaio e febbraio 2025. Diverse persone legate al mondo immobiliare e alla gestione urbanistica di Milano sono finite al centro di accuse gravi, con ipotesi che indicano pagamenti illeciti allo scopo di influenzare autorizzazioni e progetti pubblici. Questa vicenda interessa esponenti chiave del settore e figure pubbliche con responsabilità nel controllo delle opere e degli interventi urbanistici.
Il ruolo di giuseppe marinoni e le accuse fondamentali
Giuseppe Marinoni, ex presidente della commissione paesaggio milanese, emerge come figura chiave dell’inchiesta. Marinoni è accusato di corruzione, con accuse in linea con quelle mosse a Tancredi, altro funzionario coinvolto nella stessa vicenda. Il presunto meccanismo illecito riguarda l’accettazione, da parte di membri della commissione, di incarichi e consulenze da parte di costruttori privati. Questi incarichi servirebbero a ottenere valutazioni più favorevoli sui progetti edilizi che la commissione deve esaminare e approvare. L’obiettivo sarebbe stato quindi alterare le decisioni pubbliche a vantaggio di interessi privati. Marinoni avrebbe avuto un ruolo centrale nel coordinare questo sistema, gestendo sia incarichi diretti sia rapporti con i soggetti imprenditoriali coinvolti nella ricostruzione e riqualificazione urbana.
Gli indagati e le loro posizioni nel mondo immobiliare
A rischiare i domiciliari sono figure importanti del panorama immobiliare milanese. Manfredi Catella, numero uno di Coima, gruppo leader nella rigenerazione urbana e progettazione di grandi interventi in città, è tra gli indagati. Catella ha guidato progetti che hanno segnato fortemente l’aspetto di quartieri chiave, il suo coinvolgimento nell’inchiesta richiama l’attenzione sulle modalità con cui si gestiscono le relazioni tra pubblico e privato. Accusato di corruzione, Catella sarebbe stato parte di una rete di scambi di favori.
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Andrea Bezziccheri, imprenditore di Bluestone, è un altro volto coinvolto. La Guardia di finanza ha sequestrato dalla sua disponibilità 120mila euro in contanti, oltre a documenti riservati che riguardano circa trenta progetti immobiliare. L’operazione ha evidenziato la portata degli scambi sospetti relativi alla corruzione. Bezziccheri affianca quindi la lista degli accusati con un ruolo di rilievo, legato alla gestione di appalti e autorizzazioni.
L’ex componente della commissione e il manager accusato di corruzione
Oltre ai costruttori, sono sotto indagine anche figure istituzionali e manager legati alle società incaricate di realizzare progetti urbani. L’architetto Alessandro Scandurra, anche lui ex membro della commissione paesaggio, è stato raggiunto da provvedimenti giudiziari per la sua attività durante il periodo di presidenza di Marinoni. L’inchiesta ipotizza che Scandurra abbia preso parte a comportamenti poco trasparenti nell’approvazione delle pratiche.
Tra le persone coinvolte c’è pure Federico Pella, manager della società J+S, società che opera nel campo immobiliare. Secondo gli inquirenti, Pella avrebbe avuto un ruolo attivo nei pagamenti destinati a Marinoni, contribuendo così alla rete di corruzione tra pubblico e privato. Le accuse affrontano una zona grigia che riguarda l’influenza diretta sugli esponenti della commissione attraverso forme di consenso economico occulto.
Le conseguenze per la gestione urbanistica di milano
L’indagine ha acceso i riflettori sulle modalità con cui la commissione paesaggio di Milano ha operato, rivelando una dinamica di potere e scandali che coinvolge personaggi influenti. Questi sviluppi potrebbero influenzare in modo significativo l’approccio seguito nelle future valutazioni e autorizzazioni urbanistiche. La vicenda mette in discussione la trasparenza dei processi decisionali e la relazione tra pubblico interesse e investimenti privati.
L’attenzione degli organi giudiziari si concentra su come sono stati assegnati incarichi e permessi a imprese che hanno plasmato il volto della città nelle ultime stagioni. Le accuse di corruzione comportano non solo conseguenze legali per gli indagati ma anche un potenziale ridisegno delle procedure di controllo degli interventi urbanistici. Milano osserva ora con attenzione l’evolversi dei fatti, mentre le indagini potrebbero aprire ulteriori scenari sul rapporto tra politica, economia e sviluppo urbano.