Un’importante operazione della procura di Milano si è concentrata sulle due storiche società calcistiche, INTER e MILAN, ponendo l’accento sulla necessità di trasparenza nella gestione dei legami con il mondo ultras. Mentre le curve di entrambe le squadre sono state al centro di un’indagine che ha portato a numerosi arresti, le società stesse, non indagate, si trovano ora nella posizione di dover dimostrare l’assenza di legami di sudditanza verso questi gruppi organizzati. Questa situazione apre la strada a un processo di prevenzione che potrebbe avere conseguenze dirette sulla governance delle due formazioni.
Procedimento di prevenzione e responsabilità delle società
Per la prima volta nella storia calcistica italiana, la procura di Milano ha avviato un “procedimento di prevenzione” che coinvolge direttamente INTER e MILAN, costringendole a dimostrare di non essere intimorite dalle pressioni esercitate dalle loro curve. Questo processo mira a valutare e, se necessario, migliorare i modelli organizzativi delle due società, rendendoli più robusti contro possibili illeciti e influenze esterne. Le due società hanno l’obbligo di implementare misure preventive efficaci per allontanare il rischio di sudditanza agli ultras.
Di fondamentale importanza per il processo è il dialogo avviato tra la procura e i rappresentanti delle società. La disponibilità mostrata da INTER e MILAN nel fornire informazioni e documentazione testimonia un impegno verso la trasparenza. Questo confronto, che si preannuncia lungo e articolato, avrà come scopo la creazione di nuovi sistemi di controllo che possano contrastare l’infiltrazione dell’illegalità nelle dinamiche delle tifoserie.
Collaborazione delle società e statuizione dei club
In risposta all’avvio dell’inchiesta, il Milan ha immediatamente dichiarato la propria disponibilità a collaborare con le autorità competenti, assicurando pieno sostegno nella fornitura di qualsiasi informazione e documentazione necessaria. Questo atteggiamento da parte del club rossonero è cruciale per dimostrare la sua estraneità alle pratiche illecite emerse durante le indagini sulle curve.
Attualmente, una quarantaine di persone sono sottoposte a indagine, ma è utile sottolineare che, secondo il pm Paolo Storari, nessun dirigente delle società sportive risulta coinvolto. Le società stesse sono state riconosciute come “soggetti danneggiati” dall’inchiesta, un aspetto che suggerisce una certa protezione legale rispetto alle accuse rivolte ai membri delle curve. Tuttavia, il procuratore capo Marcello Viola ha messo in evidenza alcuni “profili di criticità” nei modelli organizzativi dei club, richiamando l’attenzione su un necessario miglioramento delle pratiche interne.
Reazioni e prospettive future
La situazione ha suscitato reazioni anche a livello della Lega Serie A, dove il CEO Luigi De Siervo ha seguito con attenzione gli sviluppi della vicenda. In un’intervista, De Siervo ha espresso fiducia nel lavoro degli inquirenti, sottolineando al contempo l’importanza di evitare giudizi affrettati nei confronti dei club. Ha richiamato l’attenzione sulla questione del tifo organizzato, evidenziando come la Lega Calcio abbia a lungo sottolineato i rischi e le problematiche ad esso connesse.
Questa indagine non solo influisce sulle società coinvolte, ma potrebbe avere ripercussioni ampie sulla governance del calcio italiano e sulla gestione dei gruppi di tifosi. In un panorama dove il tifo organizzato gioca un ruolo cruciale, le istituzioni sportive saranno chiamate a fare i conti con un sistema che richiede maggiore accountability e trasparenza, per garantire che l’integrità sportiva non venga compromessa da influenze esterne.
Ultimo aggiornamento il 30 Settembre 2024 da Sara Gatti