La saga legata al crollo del ponte Morandi, avvenuto il 14 agosto 2018 e costato la vita a 43 persone, entra in una nuova fase di attesa. Proprio quando sembrava che il processo potesse proseguire, è emersa la necessità di un ulteriore stop. Questa interruzione è motivata dalla decisione dei giudici di ascoltare nuovamente i periti, considerando le relazioni presentate dai consulenti dei 58 imputati. Le attese di questa settimana ruotano attorno alla durata della pausa e ai dettagli delle audizioni che seguiranno.
Necessità di nuove audizioni per i periti
Il collegio giudicante ha ritenuto necessario richiamare i periti a testimoniare nuovamente, questo in seguito all’analisi delle relazioni presentate dai consulenti, che hanno richiesto un tempo supplementare per la loro lettura. I consulenti tecnici di parte potrebbero anch’essi essere chiamati a fornire ulteriori chiarimenti. Il martedì successivo si definirà il nuovo cronoprogramma degli appuntamenti in aula che determinerà il percorso del processo.
Quest’interruzione non colpisce solo le tempistiche generali, ma potrebbe influenzare anche le audizioni di Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Aspi e figura di spicco tra gli imputati. Castellucci ha manifestato intenzione di rilasciare dichiarazioni spontanee, ma questi eventi potrebbero ritardare il suo intervento in tribunale. Attualmente, Castellucci è atteso in Cassazione il prossimo 1 aprile per la strage del bus che nel 2013 è precipitato da un viadotto ad Acqualonga, causando 40 vittime. In appello, gli erano stati inflitti sei anni di reclusione e, se la Cassazione confermasse questa decisione, l’ex manager potrebbe trovarsi a dover scontare la pena.
Il punto di vista dei consulenti di parte
Oggi, nel corso dell’udienza, l’attenzione si è focalizzata sui consulenti degli imputati di Aspi. Questi esperti hanno concluso che l’analisi condotta non sostiene le affermazioni relative a una presunta insufficienza delle indagini effettuate in precedenza. Inoltre, secondo questi specialisti, non ci sono giustificazioni tecniche o normative che imporrebbero la necessità di indagini endoscopiche, in particolare in corrispondenza del reperto 132, dove non sono mai state segnalate difettosità .
I consulenti hanno voluto evidenziare come sia stato provato che il fenomeno di corrosione, ritenuto anomalo e osservato durante le indagini, sia esclusivamente di natura endogena. Questo aspetto è stato specificato, affermando che tale corrosione è stata individuata solo nel reperto 132 e non in altre aree del ponte, un dettaglio che potrebbe influenzare l’interpretazione dell’intera vicenda processuale. La presentazione di taluni rilievi e opinioni scientifiche potrebbe determinare l’orientamento del processo, essendo la questione della sicurezza strutturale al centro delle indagini.
Con la scadenza del calendario giudiziario in vista, l’attesa per il responsabile e la giustizia per le vittime continua a rimanere un tema di cruciale importanza per il tribunale e l’opinione pubblica a livello nazionale.