La serenità della comunità di Santo Stefano d’Aspromonte, cittadina situata nella provincia di Reggio Calabria, è stata scossa da un evento drammatico. Nella notte tra il 2 e il 3 marzo, l’auto del parroco don Vincenzo Attisano è stata distrutta da un incendio doloso. Grazie alle indagini condotte dai carabinieri, i presunti responsabili di questo atto vandalico sono ora nel mirino degli investigatori. Le telecamere di sorveglianza hanno rivelato dettagli significativi che stanno guidando le indagini.
L’incendio e le indagini iniziali
Il rogo che ha devastato la Jeep Avenger di don Attisano è avvenuto mentre l’auto era parcheggiata nei pressi della chiesa e della canonica, in una zona priva di telecamere. Tuttavia, gli sforzi dell’Arma sono stati intensificati e nel giro di poco tempo sono state effettuate indagini sul territorio. Le telecamere collocate in altri punti strategici, nei momenti antecedenti l’incidente, hanno giocato un ruolo cruciale, immortalando un passaggio di due giovani.
Questa violenza ha ferito una comunità intera, che ha guardato con sgomento a quanto accaduto. La risposta delle forze dell’ordine è stata pronta e unitaria. Gli investigatori hanno esaminato le registrazioni video e hanno rintracciato la presenza di due giovani durante il momento fatale. La sinergia tra la Polizia locale e quella di Villa San Giovanni ha permesso di raccogliere elementi importanti per proseguire nella ricerca della verità.
Gli indagati e le loro dichiarazioni
Tra i soggetti identificati, c’è un ragazzo di 22 anni, senza precedenti penali, che è stato messo sotto indagine. Interrogato dai carabinieri, ha fornito un alibi, sostenendo di aver trascorso la serata con amici, intenti in una partita a carte prima di rientrare a casa. Gli investigatori stanno quindi verificando la veridicità di questa versione, analizzando eventuali conferme del suo passaggio al bar. L’audizione e la raccolta di testimonianze dal gruppo di amici saranno decisive per chiarire i dettagli della serata e il vero coinvolgimento del giovane.
Parallelamente, una seconda figura è emersa nelle indagini: un minorenne, sul quale gli inquirenti stanno svolgendo accertamenti tramite l’autorità giudiziaria. Questa evoluzione aggiunge layer di complessità alla vicenda, poiché potrebbe svelare dettagli ulteriori sul contesto e le motivazioni di questo gesto estremo.
Motivazioni e possibili sviluppi
L’incendio dell’auto di don Vincenzo non sembra essere legato alla criminalità organizzata, un aspetto che si sono sforzati di chiarire gli inquirenti. La comunità di Santo Stefano d’Aspromonte, piccola e coesa, sta ora affrontando il dolore di questo atto vandalico che ha toccato un elemento significativo della vita sociale locale, rappresentato dal parroco.
Le indagini non si fermano ai due sospettati. Gli investigatori stanno sentendo diverse persone vicine alla chiesa per capire se ci siano stati screzi o motivi di conflitto che possano aver spinto a compiere un simile gesto. Ultimamente, si è fatto riferimento anche al campo di calcio nelle vicinanze della parrocchia, dove don Attisano è coinvolto con una squadra under 19. I rapporti all’interno della squadra potrebbero offrire spunti sul perché qualcuno possa avere avuto motivi per danneggiare l’auto del parroco.
Con la continuità delle indagini, la comunità attende di conoscere la verità dietro questo dramma. La sicurezza e la serenità di Santo Stefano d’Aspromonte non possono essere compromesse da atti simili, e la speranza è che l’appello alla legalità e al rispetto reciproco prevalga.