Un vasto incendio ha distrutto una vasta porzione di bosco tra i comuni di prato allo stelvio e stelvio tra il 10 e il 24 aprile 2025. Le fiamme hanno colpito un’area di oltre 145 ettari caratterizzata da boschi misti di conifere e latifoglie. L’intervento coordinato di diverse squadre di soccorso ha evitato danni maggiori a strutture abitate e impianti essenziali. Ora si profila un piano di recupero che punta al ripristino dei sentieri, la messa in sicurezza delle aree pericolanti e la riforestazione per garantire un paesaggio più resistente ai cambiamenti climatici.
L’incendio e le operazioni di spegnimento
Le fiamme si sono propagate rapidamente all’interno del bosco protetto sul monte montoni, localizzato tra i 900 e i 1965 metri di quota. I primi focolai sono comparsi il 10 aprile, percorrevano sterile in un’ora l’intera cima del monte montoni. Il vento ha contribuito a spingere il fuoco fino a 400 metri di distanza da maso gawierg, luogo abitato evacuato già nel primo giorno per sicurezza. Il rogo ha consumato boschi di pini nella fascia inferiore, passati ai larici nella parte centrale e ad abeti rossi e larici verso la cima.
La risposta all’incendio
La risposta all’incendio ha coinvolto vigili del fuoco volontari e permanenti, soccorso alpino, guardia di finanza, carabinieri, protezione civile, croce bianca e il servizio forestale provinciale. Cinque elicotteri antincendio hanno sorvolato la zona, impiegando una grande quantità d’acqua per fermare le fiamme. Tra questi, un super puma con capacità di 4000 litri e altri quattro con capacità di 1000 litri ciascuno. Le operazioni di spegnimento sono terminate l’11 aprile grazie anche all’uso di otto bacini pieghevoli e tre grandi contenitori da 33.000 litri riempiti con l’acqua lanciata dagli elicotteri.
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Strategie di prevenzione e difesa delle infrastrutture
Il fatto che il presidio abitato di maso gawierg e il ripetitore sul monte montoni non siano stati danneggiati è frutto di una strategia precisa coordinata sin dal primo giorno. Gli esperti dell’ispettorato forestale di silandro e della stazione forestale di prato hanno svolto un ruolo chiave nel dirigere le risorse e individuare le priorità. Sono stati predisposti impianti di irrigazione mobili e utilizzato acqua proveniente dagli elicotteri per proteggere i punti critici.
Protezione del ripetitore
La vicinanza del ripetitore imponeva una protezione particolare: l’obiettivo era impedire alla fiamma di avvicinarsi troppo. Per questo sono stati installati bacini di raccolta che hanno alimentato un sistema di irrigazione dedicato. Le strade forestali libere da ostacoli hanno temporaneamente facilitato l’accesso dei mezzi e delle squadre di soccorso. Questi interventi hanno contribuito a gestire la situazione evitando danni strutturali rilevanti.
Piano di recupero e interventi a breve termine
Dopo la dichiarazione di estinzione dell’incendio il 24 aprile, il servizio forestale provinciale ha avviato un programma per il ripristino dei danni. Da subito si mira alla sistemazione delle strade forestali che si inoltrano verso monte montoni, utilizzate per il trasporto e la manutenzione. Verrà ricostruita anche la recinzione in legno sul versante sud, un confine che separa il pascolo dal bosco e che è stata gravemente compromessa.
Monitoraggio e interventi urgenti
Il monitoraggio delle aree bruciate sarà costante per verificare la rigenerazione naturale degli alberi e la presenza di eventuali parassiti. Alberi instabili lungo sentieri e strade saranno rimossi per evitare cedimenti pericolosi. Nel perimetro vicino al ripetitore verranno abbattuti gli esemplari a rischio per contenere futuri fenomeni incendiari. La semina manuale, prevista a breve, coinvolgerà specie arboree chiamate “pioniere” come betulle e sorbi, adatte a ripartire in un ambiente già alterato.
Interventi a medio e lungo termine per il bosco di monte montoni
A distanza di qualche mese, le attività si concentreranno su una selvicoltura che punti a creare un bosco più misto e resistente agli sbalzi climatici. Sono previste piantagioni di latifoglie assieme ad altre specie che aiutino il terreno a mantenersi saldo e meno vulnerabile. I sentieri escursionistici saranno sistemati, con rimozione degli alberi pericolanti e pulizia da detriti.
Alcuni impianti di captazione idrica per l’antincendio saranno adattati per garantirne l’uso anche nei mesi invernali. Le piste forestali e i sentieri accessibili saranno allargati, così da facilitare il passaggio degli operatori quando si dovranno svolgere interventi di manutenzione o fronteggiare nuovi incendi. La zona del maso gawierg vivrà un potenziamento del sistema di irrigazione, consistente nel collegare i bacini già presenti e realizzare un’ulteriore cisterna antincendio.
Progetto di riparazione bacino
Un progetto interesserà anche la riparazione del bacino di raccolta patzleid, che da tempo necessita di interventi importanti per tornare efficiente. Questi lavori sono fondamentali per rendere la zona più sicura e migliorare la prevenzione degli incendi nel futuro.
Finanziamenti e risorse dedicate al recupero
Le operazioni urgenti di ripristino hanno un costo previsto di circa 80.000 euro. Questi fondi sono a carico del servizio forestale della provincia. La fase successiva, quella dedicata ad interventi a medio termine come ampliamenti di sentieri e lavori di selvicoltura, richiederà circa 400.000 euro di investimenti.
Questi impegni economici sottolineano la necessità di una gestione coordinata e non improvvisata dopo eventi naturali che danneggiano pesantemente l’ambiente. Servono risorse e organizzazione per garantire che il bosco recuperi la sua capacità di fungere da barriera naturale contro il rischio di frane e incendi futuri. Quel che è avvenuto sul monte montoni con l’incendio è un esempio di come l’intervento tempestivo e il lavoro coordinato possano evitare danni maggiori. Ora l’attenzione punta a ricostruire e rendere più resistente il fragile ecosistema montano.