Un messaggio forte e chiaro è stato lanciato a studenti e visitatori dal presidente del Consiglio regionale, Dino Latini, durante l’inaugurazione della mostra “Costruttori di Pace”, ospitata alla Mole Vanvitelliana di Ancona. Questo evento, curato da Giorgio Tabanelli e organizzato dall’Associazione Arte Cinema Teatro Volontariato, è patrocinato anche dal Consiglio regionale e rimarrà aperto al pubblico nella sala Boxe fino al 27 novembre. La mostra presenta una selezione di scritti e documenti dedicati a figure emblematiche del secolo scorso, come Gandhi e don Lorenzo Milani, noti per il loro impegno nella promozione della pace.
Un richiamo alla pace attraverso la cultura
All’evento inaugurale ha preso parte anche il presidente del Consiglio comunale di Ancona, Simone Pizzi, il quale ha messo in evidenza l’importanza di una narrazione che parli di pace. Pizzi ha sostenuto che la pace non deve essere intesa semplicemente come l’assenza di conflitti, ma come uno stato d’animo che promuove benevolenza, giustizia e fiducia. Queste riflessioni mettono in luce il valore intrinseco della pace, descritta come un dono che richiede umiltà e gratitudine, piuttosto che una mera conquista.
Latini ha ribadito il sostegno del Consiglio regionale ai “moderni costruttori di pace”, che operano in silenzio e anonimamente in diverse aree del mondo soggette a conflitti e violazioni dei diritti umani. La mostra rappresenta un ulteriore tassello del percorso intrapreso dal Consiglio regionale, volto a promuovere la pace in un periodo caratterizzato da tensioni e incertezze geopolitiche. “Mai come ora,” ha osservato Latini, “è fondamentale ricordare e sostenere coloro che lavorano instancabilmente per la pace.”
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Un evento di alta rilevanza culturale
All’inaugurazione non sono mancati gli interventi di personalità significative, come l’arcivescovo di Ancona-Osimo, monsignor Angelo Spina, e l’assessore alla Cultura del Comune di Ancona, Anna Maria Bertini. Anche Marco Labbate, ricercatore in Storia contemporanea, ha partecipato attivamente, contribuendo a rendere questa inaugurazione un momento di riflessione e di dialogo profondo.
Pizzi ha sottolineato il titolo della mostra, che pone l’accento sulla necessità di “costruire la pace”. Questo implica un impegno costante e paziente nella ricerca della verità e della giustizia. Costruire la pace va interpretato come un atto di creazione, in cui è essenziale promuovere accoglienza e dialogo, elementi chiave per una speranza collettiva che possa prevalere sulla vendetta. Il richiamo alle figure dei profeti di pace, come il sindaco Giorgio La Pira, è un invito a ogni cittadino a farsi “profeta di pace” nel proprio quotidiano.
Il ruolo delle istituzioni nella costruzione della pace
Pizzi continuerà il suo intervento parlando dell’importanza dell’architettura della pace, che richiede il contributo di tutte le istituzioni. Tuttavia, ha sottolineato che la vera trasformazione verso una pace duratura è opera essenzialmente dei popoli, dove ogni individuo può giocare un ruolo attivo e significativo nel promuovere un cambiamento attraverso il proprio stile di vita. Questa visione pratica e reale della pace come opera artigianale sottolinea come ognuno possa contribuire a creare un clima di serenità e giustizia.
La mostra “Costruttori di Pace” vuole quindi essere un faro di speranza e un richiamo all’azione per tutti coloro che credono nella possibilità di un mondo migliore, dove il dialogo e la cooperazione tra le diverse comunità possano trivellare le ferite dei conflitti e costruire ponti di comprensione reciproca.