Inaugurata la mostra di Gulnur Mukazhanova a Venezia: un viaggio che unisce oriente e occidente

Inaugurata la mostra di Gulnur Mukazhanova a Venezia: un viaggio che unisce oriente e occidente

La mostra “Memory of Hope” di Gulnur Mukazhanova alla Biennale di Venezia esplora le interconnessioni culturali tra Est e Ovest, celebrando il 700° anniversario della morte di Marco Polo.
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Inaugurata la mostra di Gulnur Mukazhanova a Venezia: un viaggio che unisce oriente e occidente - Gaeta.it

La Biennale di Venezia continua a stupire il pubblico con mostre che esplorano culture e temi di rilevanza storica. Fino al 10 febbraio 2025, la Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian ospita “Memory of Hope”, una mostra dell’artista Gulnur Mukazhanova, curata da Luigia Lonardelli. Questa iniziativa si inserisce nel Progetto Speciale dell’Archivio Storico della Biennale, il quale si intitola “È il vento che fa il cielo” e celebra i 700 anni dalla morte di Marco Polo, uno dei più famosi esploratori veneziani. La mostra rappresenta la seconda tappa di un percorso che condurrà anche a Istanbul nell’autunno del 2025, arricchendo così il dialogo interculturale avviato.

Un progetto che celebra la storia delle esplorazioni

Il progetto “È il vento che fa il cielo” non solo rende omaggio a Marco Polo, ma si estende anche alle sue origini familiari, evidenziando nel contempo l’importanza delle esplorazioni condotte da Niccolò e Matteo Polo. Questi due pionieri tracciarono rotte poco conosciute, attraversando le steppe del Kazakhstan e aprendo nuovi orizzonti culturali. A Venezia, il focus è posto su aree geografiche meno esplorate ma di fondamentale rilevanza per comprendere le interconnessioni storiche tra la cultura europea e quella asiatica.

Le zone desertiche eurasiatiche sono sempre state crocevia di popoli e culture, un fatto che permette di riflettere sulle dinamiche storiche di scambio e di fusione culturale. In questo contesto, la Biennale si fa portavoce di una narrazione che attraversa il tempo e lo spazio, con vincente attenzione all’arte contemporanea, capace di unire tradizione e innovazione. La tappa di Hangzhou, che ha preceduto quella di Venezia, ha già gettato le basi per una riflessione approfondita sulla nuova generazione di artisti cinesi, aprendo quindi un dialogo che prosegue con l’attuale esposizione.

Gulnur Mukazhanova: un’artista tra tradizione e modernità

Gulnur Mukazhanova si presenta come una figura significativa all’interno di questo progetto. Nativa del Kazakhstan e attualmente residente a Berlino, l’artista porta in mostra la ricchezza dell’arte tessile, una tradizione che affonda le radici nelle culture nomadi dell’Asia centrale. La sua opera si distingue per l’utilizzo di materiali come lana, seta e tessuti antichi, attraverso i quali riesce a realizzare opere uniche in grado di raccontare storie di connessione tra culture lontane.

Nella sua pratica, Mukazhanova crea una sorta di tapestry artistica dove i diversi elementi decorativi – alcune volte anche in contrasto tra loro – si intrecciano in un abbraccio armonioso. Questa fusione di stili e materiali apre a nuovi significati e rimanda a un’interpretazione contemporanea della tradizione tessile, che trasmette l’idea di un dialogo perpetuo tra occidente e oriente.

La curatrice Luigia Lonardelli sottolinea come l’intervento di Mukazhanova arricchisca l’ambiente della Sala delle Colonne, trasformandolo in un’esperienza immersiva. La sua arte, descritta quasi come una “linea d’acqua”, sembra fluire nello spazio, richiamando simboli come il drago-serpente, un importante elemento culturale in Asia che evoca l’interazione con le forze della natura.

Un’esperienza immersiva nella cultura e nella storia

La mostra “Memory of Hope” non è solo un’esposizione di opere d’arte; è un viaggio sensoriale che invita i visitatori a riflettere sulle interconnessioni tra diverse culture e epoche storiche. Ogni opera di Mukazhanova riporta l’attenzione sull’importanza della narrativa culturale, attraverso la quale si esplora non solo l’identità artistica individuale, ma anche una storia collettiva che attraversa secoli.

La Biennale di Venezia si posiziona come un palcoscenico internazionale, dove il dialogo tra artisti e culture diverse prende vita. In questo caso, la mostra di Gulnur Mukazhanova è un’opportunità per esplorare le radici comuni che collegano Est e Ovest e una riflessione su come, attraverso l’arte, le storie personali possano contribuire alla comprensione del mondo che ci circonda.

Questa esposizione si fa quindi portavoce di una convergenza di esperienze, materiali e visioni del mondo, rendendo omaggio alla ricchezza e alla complessità della cultura tessile e della sua storia condivisa. Vedendo le opere, il pubblico ha la possibilità di immergersi in una dimensione di dialogo che trascende i confini, portando alla luce quanto possa essere significativo l’incontro di tradizioni artistiche diverse nel contesto contemporaneo.

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