in Toscana nuovi laboratori per test mutazioni Esr1 e terapie personalizzate contro il carcinoma mammario metastatico

in Toscana nuovi laboratori per test mutazioni Esr1 e terapie personalizzate contro il carcinoma mammario metastatico

In Toscana, la biopsia liquida rivoluziona la diagnosi e il trattamento del carcinoma mammario metastatico Er+/Her2-, con laboratori selezionati e terapie mirate come elacestrant per migliorare la qualità di vita delle pazienti.
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In Toscana, la biopsia liquida offre alle donne con carcinoma mammario metastatico Er+/Her2- una diagnosi meno invasiva e terapie mirate più efficaci, grazie all’individuazione di mutazioni genetiche come Esr1; la regione sta organizzando una rete di laboratori specializzati per garantire accesso uniforme e supporto alle pazienti. - Gaeta.it

Ogni anno in Toscana circa 400 donne affrontano la diagnosi di carcinoma mammario metastatico Er+/Her2-. Per queste pazienti si apre una nuova possibilità terapeutica grazie alla biopsia liquida, un semplice prelievo di sangue che individua mutazioni specifiche nel tumore, come quelle del gene Esr1. Identificare tempestivamente queste alterazioni permette di prescrivere farmaci mirati, migliorando il controllo della malattia e posticipando trattamenti più invasivi. Il sistema sanitario regionale, però, deve organizzarsi per selezionare i laboratori adatti a eseguire questo test avanzato, distribuiti tra centri universitari e strutture sanitarie territoriali. Un gruppo di esperti e rappresentanti dei pazienti ha definito raccomandazioni precise per assicurare l’accesso a questa metodica innovativa in tutta la Toscana.

Il ruolo della biopsia liquida nella diagnosi e nella scelta terapeutica

La biopsia liquida è una tecnica che si basa sull’analisi del sangue per rilevare frammenti di DNA tumorale circolante. Nel contesto del carcinoma mammario metastatico Er+/Her2-, questo esame permette di indagare mutazioni del recettore degli estrogeni, in particolare quelle nel gene Esr1. Queste mutazioni sono spesso associate a resistenza ai trattamenti ormonali tradizionali, perciò la loro individuazione è essenziale. Una volta accertata la presenza della mutazione, si può introdurre il farmaco elacestrant, un degradatore selettivo del recettore degli estrogeni che si assume per via orale. La sua azione ritarda la progressione del tumore e consente di rinviare l’utilizzo della chemioterapia, evitando agli interventi più pesanti e agli effetti collaterali che ne derivano.

Cambiamento nel percorso terapeutico

Questo tipo di test rappresenta, per molti pazienti, un cambiamento nel percorso terapeutico. In passato, l’identificazione delle mutazioni richiedeva la biopsia di tessuto tumorale, una procedura più invasiva e non sempre ripetibile durante il decorso della malattia. L’analisi su sangue offre invece un accesso rapido e meno traumatico, consentendo aggiornamenti più frequenti sullo stato della malattia e sull’efficacia dei trattamenti. Per queste ragioni, la biopsia liquida sta guadagnando terreno nelle linee guida oncologiche e nell’organizzazione della cura.

La rete dei laboratori toscani e le sfide organizzative per l’accesso al test

Il nuovo modello di presa in carico delle pazienti con carcinoma mammario metastatico prevede che i test per la biopsia liquida siano eseguiti in laboratori con elevata esperienza e dotazioni tecnologiche avanzate. In Toscana, già oggi, esistono centri universitari e strutture sanitarie territoriali che possono effettuare questi esami, ma occorre definire con chiarezza quali sedi saranno designate come riferimenti regionali. Solo garantendo standard uniformi e competenze specialistiche si potrà assicurare una corretta diagnosi molecolare e una rapida disponibilità dei dati ai clinici, elemento indispensabile per l’avvio tempestivo delle terapie mirate.

Coordinamento regionale e selezione dei laboratori

Nelle prossime settimane, la Regione Toscana dovrà coordinare un lavoro di censimento e verifica delle capacità dei laboratori, selezionando quelli in grado di rispettare i requisiti richiesti. L’obiettivo è evitare dispersioni di risorse e soprattutto disuguaglianze di accesso tra territori diversi. La collaborazione tra oncologi, farmacisti, biologi e tecnici di laboratorio diventerà centrale per organizzare percorsi integrati e condivisi, orientati a fornire risposte diagnostiche precise e rapide.

Va tenuto conto anche dell’aumento previsto nel numero di pazienti candidati a questi esami. Questo richiederà un potenziamento strutturale sia delle apparecchiature, sia del personale qualificato all’interno dei laboratori. Parallelamente si dovrà lavorare sul fronte informativo verso i medici e le pazienti, per diffondere consapevolezza sull’importanza della biopsia liquida e sulle sue implicazioni cliniche.

Coinvolgimento dei centri oncologici nella comunicazione con le pazienti

Oltre ai ritmi tecnici e organizzativi, un elemento indispensabile nel percorso di cura è l’attenzione verso la comunicazione con le pazienti che affrontano un tumore metastatico. Il carcinoma mammario avanzato comporta una serie di sfide mediche e psicologiche, e la disponibilità di terapie nuove deve essere accompagnata da una corretta informazione. I centri oncologici toscani sono chiamati a fornire spiegazioni comprensibili sui vantaggi e i limiti di strumenti come la biopsia liquida e sul ruolo dei farmaci mirati come elacestrant.

La trasparenza nella comunicazione sostiene la fiducia tra medico e paziente e contribuisce a migliorare l’adesione ai trattamenti. È importante che le donne sappiano quali scelte terapeutiche sono disponibili e come possono influenzare la qualità della vita. Non meno rilevante è il supporto psicologico, che aiuta a gestire il peso emotivo di una diagnosi difficile. Le associazioni di pazienti svolgono un ruolo di raccordo prezioso e collaborano direttamente con i servizi sanitari per promuovere momenti di confronto e formazione.

Il tema dell’accesso alle nuove tecnologie diagnostiche e terapeutiche rimane al centro del dibattito pubblico e sanitario. La Toscana, con il progetto sulla biopsia liquida, prova ad aggiornare i propri percorsi clinici e a mettere a disposizione delle donne tutte le risorse necessarie per affrontare la malattia con strumenti più efficaci e meno invasivi. Questi sviluppi segnalano una direzione di lavoro che coinvolge scienza, organizzazione e attenzione alle persone colpite dal cancro.

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