Il tribunale del riesame di genova annulla il sequestro di 64 milioni a cin-tiirenia

Il tribunale del riesame di genova annulla il sequestro di 64 milioni a cin-tiirenia

Il tribunale di Genova annulla il sequestro da 64 milioni a Cin-Tiirenia, accusata di irregolarità ambientali e corruzione con ufficiali della Capitaneria di porto; indagini proseguono su biglietti omaggio e misure cautelari.
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Il tribunale di Genova ha annullato il sequestro da 64 milioni di euro contro la compagnia navale Cin-Tiirenia, indagata per irregolarità ambientali e presunta corruzione con ufficiali della Capitaneria di porto. - Gaeta.it

Il tribunale del riesame di Genova ha cancellato il blocco preventivo di 64 milioni di euro disposto contro la compagnia navale Cin-Tiirenia. Il sequestro, eseguito nelle settimane scorse, era stato richiesto dalla procura di Genova con l’accusa di irregolarità riguardanti i requisiti ambientali delle navi e un presunto sistema di corruzione che avrebbe coinvolto ufficiali della Capitaneria di porto. Questa decisione ha scosso il contesto giudiziario dove si indaga su possibili manovre illecite all’interno della compagnia.

I motivi del sequestro e le accuse contro cin-tiirenia

L’inchiesta ha preso avvio da sospetti sulle condizioni delle navi appartenenti a cin-tiirenia, accusate di non rispettare gli standard ambientali internazionali. Gli inquirenti sostenevano che alcune componenti, come i motori principali e i diesel dei generatori di corrente, fossero state modificate o sostituite con pezzi non originali, non idonei alle normative vigenti. Queste modifiche sarebbero state nascoste tramite falsificazioni nei registri ufficiali e alterazioni dei segni di autenticazione riconosciuti dalle autorità pubbliche. Ciò avrebbe permesso alle navi di evitare controlli e sanzioni previste per chi viola le regole ambientali.

Accuse di corruzione e pratiche gestionali

Oltre alle irregolarità tecniche, la procura ha sollevato dubbi sulle pratiche gestionali della compagnia. In particolare, si è ipotizzato che alcuni alti dirigenti avrebbero distribuito biglietti gratuiti ai responsabili della Capitaneria di porto, ufficiali e ammiragli, con l’obiettivo di ottenere trattamenti di favore e supervisioni meno rigide. Questi atti avrebbero esposto la società a reati di corruzione. Sulla base di queste accuse, la procura ha chiesto al giudice 13 misure cautelari, tra cui due arresti domiciliari e 11 interdittive per i dirigenti coinvolti, decisioni attese nelle prossime udienze.

La posizione del tribunale e la risposta degli avvocati

Il tribunale del riesame, presieduto da Massimo Cusatti, ha valutato con attenzione le richieste di sequestro avanzate dalla procura. Alla fine, ha deciso di annullare il provvedimento, ritenendo che le evidenze portate non giustificassero un blocco preventivo così significativo sul patrimonio della compagnia. Questo passo rappresenta un’importante svolta nel procedimento e suscita riflessioni sul quadro accusatorio.

Gli avvocati di cin-tiirenia, Beniamino Carnevale e Pasquale Pantano, hanno espresso la loro soddisfazione per la decisione del tribunale. Hanno sottolineato che il riesame ha operato una valutazione approfondita e equilibrata degli elementi a carico, riconoscendo così l’assenza di fondamenti solidi per il sequestro. Il parere difensivo si è concentrato anche sulla regolarità delle procedure rispettate dalla compagnia, rigettando le accuse di alterazioni e di corruzione. Gli avvocati si sono detti fiduciosi nel proseguimento dell’iter giudiziario, sottolineando che ora si attende la decisione definitiva sulle misure cautelari richieste.

Indagini e omaggi a ufficiali della capitaneria

L’indagine della procura genovese si è focalizzata, in modo particolare, sulla distribuzione massiccia di biglietti gratuiti da parte delle società del gruppo Onorato, cui fa capo cin-tiirenia. Secondo gli investigatori, in sei anni sarebbero stati regalati quasi 34mila biglietti a ufficiali della Capitaneria di porto e altri rappresentanti delle forze dell’ordine. Questo flusso di omaggi configurerebbe, secondo gli inquirenti, un sistema di corruzione permeante, finalizzato a influenzare i controlli e gli interventi ufficiali.

Dettagli sulle prove e i destinatari degli omaggi

Le forze dell’ordine hanno raccolto dichiarazioni e prove che descrivono un meccanismo consolidato in cui gli ufficiali “strategici” per la compagnia ricevevano questi regali, effettivamente collegati a vantaggi concreti nell’attività di vigilanza. Tra i destinatari degli omaggi figurano, oltre a personale militare della Capitaneria di porto, anche due magistrati e altri funzionari pubblici, circostanza che potrebbe allargare l’indagine a ulteriori profili penali. La procura ha posto particolare attenzione a questo tratto della vicenda, chiedendo restrizioni e interdizioni a carico di persone ritenute coinvolte nella rete di favori e presunte irregolarità.

Prove e strategie investigative

Il fascicolo si concentra anche sulle modalità di documentazione degli eventi, sulle prove raccolte nell’ambito di perquisizioni e sequestri, e sulle strategie adottate dagli imputati per eludere i controlli ambientali e amministrativi. Il percorso giudiziario seguirà ora gli sviluppi delle misure cautelari e nuovi approfondimenti sugli aspetti della corruzione. La decisione del tribunale di riesame segna una tappa interlocutoria in una vicenda complessa che riguarda rilievi tecnici, elementi penali e questioni legate all’amministrazione pubblica e dei controlli marittimi.

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