La Sala accademica del Conservatorio ‘Santa Cecilia’ di Roma ha riacquistato il suo splendore, accogliendo un concerto straordinario che ha segnato l’inaugurazione post-restauro di questo storico spazio. In una suggestiva rivisitazione del celebre ‘Don Giovanni’ di Mozart, la serata ha visto protagonisti giovani artisti, uniti per portare nuova vita alla lirica attraverso l’innovativo progetto ‘Opera out of Opera 2’. Un evento che non solo celebra la bellezza dell’arte, ma anche l’importanza di coinvolgere le nuove generazioni nella cultura teatrale.
La magia della Sala accademica del Conservatorio di Santa Cecilia
Ricca di storia e bellezza, la Sala accademica è caratterizzata da un’imponente architettura che incanta chiunque vi entri. Le luci soffuse e l’immenso organo Walcker-Tamburini sono solo alcuni dei tesori custoditi in questo luogo dedicato alla formazione e alla fruizione musicale. Con le finestre alte che riflettono il palcoscenico, la sala offre un’acustica fenomenale, perfetta per ospitare opere liriche e concerti di grande livello. Durante la serata, il pubblico è stato trasportato nell’atmosfera del ‘Don Giovanni’, una delle opere più amate dal repertorio operistico, rielaborata con un occhio moderno e fresco. In questo contesto, la regia di Adriana Hernandez-Flores è riuscita a portare avanti con successo l’intento di avvicinare la lirica a un pubblico più giovane, dimostrando come la musica classica possa essere rivisitata senza perdere la sua essenza e la sua forza comunicativa.
L’interpretazione contemporanea di ‘Don Giovanni’
Il lavoro degli artisti sul palco ha saputo catturare l’attenzione del pubblico, che ha assistito a una reinterpretazione della classica opera mozartiana con elementi moderni. Gli artisti dell’Orchestra stabile del conservatorio, diretti dal maestro Michelangelo Galeati, hanno saputo sfruttare al meglio le potenzialità dell’acustica della sala. Il cast di cantanti, composto da talentuosi membri di Santa Cecilia insieme a sette partner internazionali, ha messo in scena non solo il celebre protagonista, ma anche i ‘doppi’ narratori, che includono i personaggi che Don Giovanni seduce e la sua stessa coscienza. Questa scelta creativa ha permesso di presentare una prospettiva nuova, in cui il pubblico ha potuto anche ascoltare le riflessioni del ‘fantasma’ del protagonista, interrogandosi sulle sue scelte.
Il cast, ricco di talenti, ha incluso nomi come Chinatsu Hatana nel ruolo di Donna Anna e Ivan Sanchez Anguila come Don Ottavio, creando una sinfonia di voci che ha catturato l’attenzione e l’emozione di tutti i presenti.
L’importanza della cultura e il ricordo del passato
Durante l’evento, il direttore del Conservatorio, Franco Antonio Mirenzi, ha ricordato la storia della sala che, nella sua lunga vita, ha visto tre inaugurazioni significative. La prima avvenne nel 1895, quando la storica aula fu inaugurata dalla Regina Margherita di Savoia. Da allora, il Conservatorio ha sempre rappresentato un punto di riferimento per la cultura musicale, affrontando restauri e ristrutturazioni che hanno saputo preservare la bellezza architettonica del luogo. Infatti, dopo un restauro avvenuto nel 1964, la sala ha riaperto i battenti nuovamente nel 2022, per continuare a essere un luogo di incontro e di creazione artistica.
Questa ristrutturazione è stata possibile anche grazie al sostegno del ministero dell’Università e della Ricerca e all’Associazione Culturale no profit ‘Giaime Fiumanò’. La presidente dell’associazione ha espresso il suo entusiasmo, sottolineando l’importanza di questi momenti condivisi che ci uniscono.
Un futuro luminoso per la musica e la lirica a Roma
Quella di ieri sera non è stata solo una celebrazione del restauro, ma un forte richiamo a continuare a valorizzare la cultura, l’arte e la bellezza, valori fondamentali che sono essenziali soprattutto in tempi difficili. L’energia e la passione dei giovani artisti, la freschezza di un lavoro pensato per attrarre i giovani e la bellezza della Sala accademica hanno reso possibile riscoprire quanto, tramite la musica e il teatro, si possa avvicinare un pubblico vario e diffondere un messaggio di speranza e di libertà . Il ‘Don Giovanni’ ha dunque trovato un nuovo palcoscenico, pronto a emozionare e affascinare le generazioni future, riportando la lirica nel cuore della cultura romana.