Il programma operativo nazionale infrastrutture e reti 2014-2020 ha distribuito più di 2,2 miliardi di euro nelle regioni del Mezzogiorno per potenziare le reti di trasporto e i sistemi infrastrutturali. Frutto di un cofinanziamento europeo e della gestione diretta del ministero delle infrastrutture e dei trasporti, questo programma ha promosso quasi 150 progetti in Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. L’obiettivo principale si concentra su mobilità, sostenibilità ambientale e maggiore efficienza dei collegamenti strategici, migliorando la qualità della vita e integrando i trasporti a livello europeo.
La dimensione sociale della mobilità sostenibile nel sud italia
Il 2025 ha visto a Napoli un convegno dal titolo “Il Sud in rete con l’Europa: la dimensione sociale della mobilità sostenibile” che ha riunito esperti accademici e dirigenti coinvolti nel pon-ir, per discutere le ricadute sociali degli investimenti. Tra i partecipanti figuravano Aurelio Angelini, sociologo dell’ambiente dell’università di Palermo, Matteo Colleoni, esperto in sociologia urbana dell’università Bicocca di Milano, e Angela Stefania Bergantino, economista dei trasporti dell’università di Bari, oltre a vari docenti dell’università di Napoli e rappresentanti della task force ambiente e del mondo scolastico.
Questi esperti hanno evidenziato come le infrastrutture realizzate stiano modificando profondamente la vita nel Sud, rappresentando un volano per l’evoluzione sociale, culturale e economica delle comunità locali. Il campo di intervento si estende sia alle infrastrutture tradizionali sia alla loro trasformazione digitale ed ecologica, toccando ambiti territoriali, aeroportuali, portuali e marittimi. Il confronto ha posto l’accento su un cambiamento concreto che supera il semplice miglioramento tecnico, influendo sulla coesione e sulla qualità della vita.
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Le strategie e gli investimenti principali del pon-ir
I finanziamenti sono stati ripartiti tra sei ambiti principali, con l’obiettivo di rafforzare l’intermodalità e la sostenibilità delle reti di trasporto nel Sud. La quota più rilevante, oltre 1,3 miliardi di euro, è stata destinata al potenziamento della rete ferroviaria. Questi fondi hanno permesso di rendere più veloci e sicuri diversi collegamenti, puntando su tecnologie a basso impatto ambientale e funzionalità integrate a livello europeo.
In campo aeroportuale, è stato stanziato un budget di circa 53 milioni di euro per migliorare standardizzazione e interoperabilità, riducendo emissioni e impatti sull’ambiente. Anche i porti hanno ricevuto attenzione con investimenti di circa 370 milioni di euro, rivolti a rendere i trasporti marittimi più efficaci e sostenibili, favorendo lo sviluppo della logistica intermodale nei principali scali del Mezzogiorno.
Miglioramenti nelle reti idriche e nei trasporti pubblici locali
Un settore spesso trascurato ma essenziale, le reti idriche, ha ottenuto quasi 300 milioni di euro per limitare le dispersioni d’acqua e introdurre sistemi di monitoraggio digitali in quasi tutte le regioni coinvolte dal progetto. Queste iniziative puntano a ridurre lo spreco e a migliorare la gestione del servizio idrico, aumentando la qualità per gli abitanti e la capacità di risposta degli enti locali.
Il trasporto pubblico locale è stato interessato da un finanziamento di circa 105 milioni di euro, destinato principalmente all’acquisto di nuovi autobus a basso impatto. Si tratta di mezzi a propulsione elettrica e ibrida, scelte che contribuiscono alla riduzione delle emissioni inquinanti nei centri urbani, migliorando la mobilità sostenibile e la vivibilità delle città. Questi interventi fanno parte di un piano più ampio che punta al rinnovamento e alla modernizzazione dell’intero sistema di trasporto nel Sud.
Impatto sul territorio e ruolo della cooperazione europea
Il dottor Francesco Corso, responsabile della comunicazione del pon-ir, ha sottolineato come i fondi europei abbiano consentito di accompagnare la transizione ecologica e digitale nelle infrastrutture del Sud. Ha ribadito che queste opere non cambiano solo il paesaggio fisico, ma influenzano anche il tessuto sociale, supportando la coesione tra territori e migliorando la qualità della vita dei cittadini. La cooperazione europea si è quindi rivelata essenziale per colmare i divari territoriali, realizzando collegamenti più moderni e sostenibili.
L’approccio multidisciplinare scelto nel convegno ha permesso di esplorare il legame stretto tra infrastrutture, ambiente e società, guardando alle infrastrutture non come meri strumenti tecnici ma come elementi che possono incidere sul benessere e sullo sviluppo delle comunità locali. Questi sforzi sembrano indicare una strada chiara per un Sud più connesso e resiliente, in grado di rispondere alle sfide ambientali e sociali dei prossimi anni.