Il pollo romagnolo: un presidio Slow Food che racconta la rinascita di una razza autoctona

Il pollo romagnolo: un presidio Slow Food che racconta la rinascita di una razza autoctona

Il pollo romagnolo, riconosciuto come Presidio Slow Food, rappresenta un successo nella salvaguardia delle razze autoctone grazie a metodi di allevamento sostenibili e alla valorizzazione delle tradizioni gastronomiche locali.
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Il pollo romagnolo: un presidio Slow Food che racconta la rinascita di una razza autoctona - Gaeta.it

Il pollo romagnolo, da un anno ufficialmente riconosciuto come Presidio Slow Food, rappresenta un successo nella salvaguardia delle razze autoctone. Questa varietà, che ha rischiato l’estinzione, è tornata in auge grazie a metodi di allevamento sostenibili che enfatizzano qualità e rispetto per l’ambiente. Scopriamo le caratteristiche che lo rendono unico e il percorso che ha portato alla sua attuale valorizzazione.

La storia del pollo romagnolo: un patrimonio in pericolo

La razza del pollo romagnolo era un tempo molto diffusa nelle regioni di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, dove veniva apprezzata per la sua carne saporita e le uova di qualità. Negli anni della metà del secolo scorso, questi polli erano parte integrante della tradizione gastronomica locale. Tuttavia, la crescente diffusione dell’allevamento industriale ha portato a una drammatica diminuzione degli esemplari, riducendo il numero a soli 50 esemplari negli anni Novanta. Il motivo principale di questa scomparsa è stato l’adattamento della razza agli spazi aperti, che la rendeva poco compatibile con i metodi intensivi.

Nel 1997, un allevatore della provincia di Ravenna ha avviato un programma per il recupero di questa razza, consentendo la partecipazione della facoltà di Veterinaria dell’Università di Parma. Questa iniziativa ha permesso di avviare progetti di conservazione mirati, che hanno portato a un ripopolamento significativo. Oggi, grazie a un’accurata selezione, la razza è nuovamente fiorente, con circa 500-600 produttori distribuiti in tutta la Romagna. Il pollo romagnolo è un chiaro esempio di come la passione e l’impegno possano contribuire a preservare un patrimonio prezioso.

Caratteristiche uniche del pollo romagnolo

Il pollo romagnolo si distingue per le sue qualità intrinseche: è considerato una razza rustica e antica, che combina un aspetto morfologico simile a quello del fagiano con un comportamento adatto alla vita all’aperto. Secondo Stefano Tozzi, allevatore di Mercato Saraceno, questa razza è in grado di affrontare le intemperie e preferisce arrampicarsi sugli alberi per sfuggire ai predatori. Queste caratteristiche rendono il pollo romagnolo ideale per un allevamento che gli consenta di svilupparsi liberamente, circa nelle aree ampie richieste dalla sua natura.

La carne del pollo romagnolo è molto apprezzata per il suo sapore intenso. Ristoratori e chef locali lo scelgono per la preparazione di piatti tipici, dove la bontà del prodotto finale è evidente. Questo pollo non solo riporta alla mente tradizioni culinarie radicate, ma rappresenta anche una risposta a un crescente interesse per le carni di qualità, allevate in modo etico e sostenibile.

Allevamento sostenibile: il modello del pollo romagnolo

L’allevamento del pollo romagnolo avviene in spazi aperti, adottando un sistema estensivo che tiene conto della sua natura. Lia Cortesi, responsabile Slow Food del Presidio, descrive questo approccio come “allevamento virtuoso”, sottolineando che il benessere animale è una priorità. La manutenzione dell’ambiente e il rispetto per la salute degli animali sono condizioni essenziali per produrre carne di alta qualità.

Oggi, si discute sempre più della necessità di considerare la qualità della carne consumata, piuttosto che semplicemente aumentarne la quantità. Il pollo romagnolo emerge come esempio di allevamento in grado di coniugare le esigenze del mercato moderno con pratiche rispettose dell’ecosistema. Inoltre, razze autoctone come il pollo romagnolo non sono solo un’opzione gastronomica, ma anche una questione di salute pubblica grazie alla loro naturalità e al modo in cui vengono allevati.

Il riconoscimento come presidio Slow Food

L’assegnazione del marchio Presidio Slow Food al pollo romagnolo non rappresenta soltanto un riconoscimento per la qualità dell’allevamento, ma anche un’importante tutela del patrimonio enogastronomico locale. Questo marchio consente di promuovere il consumo consapevole e di preservare tradizioni gastronomiche storiche. La Regione Emilia-Romagna ha confermato il suo impegno, rinnovando fino al 2025 il protocollo d’intesa con Slow Food, per sostenere iniziative che valorizzano il patrimonio gastronomico locale.

L’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, ha espresso il valore di questo rapporto, evidenziando come la collaborazione con Slow Food porti a una visione del cibo non solo come prodotto di consumo, ma come patrimonio culturale. Questo approccio è fondamentale per costruire un futuro in cui tradizione e qualità alimentare possano coesistere in modo responsabile e sostenibile.

Il pollo romagnolo torna dunque a rivestire un ruolo importante non solo nella gastronomia, ma come simbolo di una rinascita e di un’attenzione verso il nostro patrimonio naturale e culinario.

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