Il ministro della cultura alza il sipario sulle scoperte archeologiche del gran carro di bolsena

Il ministro della cultura alza il sipario sulle scoperte archeologiche del gran carro di bolsena

la mostra “la memoria dell’acqua” a bolsena espone reperti villanoviani e etruschi recuperati nel lago di bolsena, con approfondimenti tematici sull’isola bisentina e il sostegno del ministro alessandro giuli per la ricerca archeologica
Il Ministro Della Cultura Alza Il Ministro Della Cultura Alza
La mostra "La memoria dell'acqua" presenta reperti archeologici subacquei dal lago di Bolsena, evidenziando la vita delle antiche popolazioni villanoviane ed etrusche, con esposizioni al Museo territoriale e sull'isola Bisentina. - Gaeta.it

La mostra “La memoria dell’acqua. Nuove scoperte archeologiche dal Gran Carro di Bolsena” è stata inaugurata con la presenza del ministro della Cultura Alessandro Giuli. La rassegna si articola in due sedi espositive e presenta una selezione di reperti portati alla luce sotto le acque del lago di Bolsena dal Servizio di Archeologia Subacquea della Soprintendenza di Viterbo. Questi reperti raccontano aspetti della vita quotidiana delle popolazioni che abitavano l’area del Gran Carro, anticamente affacciata sulle rive del lago.

La mostra al museo territoriale del lago di bolsena: reperti villanoviani dal palazzo monaldeschi

La prima tappa della visita del ministro Giuli è stata presso il Museo territoriale del Lago di Bolsena, collocato nell’antico Palazzo Monaldeschi della Cervara. Qui sono esposti gran parte dei materiali provenienti dagli scavi più recenti, che appartengono soprattutto alla Cultura Villanoviana. Questa cultura si sviluppò prima della nascita delle città etrusche più importanti come Vulci, Tarquinia, Cerveteri, Veio e Orvieto. I reperti includono oggetti di uso quotidiano, testimonianze di attività artigianali e tracce di insediamenti umani nella zona lacustre.

Scoperte e tecniche di scavo

Gli archeologi hanno recuperato utensili, frammenti ceramici e strutture abitative che permettono di ricostruire le pratiche di pesca, agricoltura e scambi tra le comunità dell’epoca. L’adozione di tecniche di scavo subacquee ha consentito di portare alla luce materiali spesso difficili da rinvenire in ambienti fluviali o lacustri. La natura del lago ha preservato molte tracce che offrono un quadro dettagliato della presenza umana nella regione prima dell’affermarsi della civiltà etrusca.

L’isola bisentina: quattro temi per raccontare una storia millenaria

La seconda sede della mostra si trova nella chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo sull’isola Bisentina, restituita alla fruizione pubblica dopo il restauro completato nel 2024. Qui l’esposizione si articola in quattro sezioni tematiche che approfondiscono diversi aspetti culturali e sociali: il mondo femminile, il sacro, la vita quotidiana e il viaggio.

Approfondimenti tematici

La sezione dedicata al mondo femminile evidenzia il ruolo delle donne, con oggetti legati alla loro attività e simboli riconducibili a pratiche rituali. La parte sul sacro presenta reperti che documentano le credenze religiose e i rituali delle comunità lacustri. Tra gli oggetti si trovano amuleti, vasellame decorato e piccoli altari portatili. La vita quotidiana emerge attraverso testimonianze inerenti all’alimentazione, agli strumenti di lavoro e agli ornamenti personali. Infine, il tema del viaggio espone reperti legati agli scambi commerciali e alle rotte percorse da queste popolazioni, spesso fluttuanti tra le culture villanoviana, tirrenica ed etrusca.

Le parole di alessandro giuli tra passato e futuro della ricerca archeologica

Durante l’inaugurazione, il ministro Giuli ha sottolineato l’importanza di Bolsena come luogo di origine e testimonianza ancestrale. Ha definito il lago il “più grande vulcanico d’Europa” e un punto di partenza per la storia della formazione del popolo etrusco. Ha richiamato le molteplici ipotesi che ancora si confrontano sulle radici di queste culture, evidenziando come il materiale archeologico richieda ancora studi approfonditi e che nuove scoperte potrebbero emergere dal proseguo degli scavi.

Il ministro ha poi citato la Tuscia e Bolsena come modelli di riferimento nel panorama nazionale, indicando la zona come esempio di un “patto ideale” tra passato e presente. Ha evidenziato il valore simbolico di tenere insieme la storia antica e la comunità contemporanea, ricordando il ruolo di questi siti nel rafforzare le identità locali e nazionali.

Le istituzioni e i protagonisti della mostra

All’evento hanno partecipato figure istituzionali come Mauro Rotelli, presidente della Commissione Ambiente della Camera; Andrea Di Sorte, sindaco di Bolsena; Fabrizio Magani, direttore generale archeologia belle arti e paesaggio; Margherita Eichberg, soprintendente ABAP per Viterbo e l’Etruria Meridionale; e Barbara Barbaro, funzionaria archeologa della soprintendenza stessa.

La collaborazione tra enti locali, ministero e soprintendenza ha permesso di restituire alla comunità una parte del patrimonio archeologico sommerso e di valorizzare l’interesse storico del Gran Carro. Gli interventi di restauro e di allestimento delle sedi espositive hanno creato spazi dove il pubblico può approfondire conoscenze in un contesto unico. La mostra rappresenta quindi un punto di partenza per nuove esplorazioni e mette in luce come le ricerche sul lago di Bolsena continuino a fornire informazioni rilevanti sui primi insediamenti nell’Italia centrale.

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