Il green deal europeo è oggetto di dure critiche da parte di alcuni esponenti politici italiani. L’ex generale dell’esercito e europarlamentare della Lega, Roberto Vannacci, ha espresso un giudizio severo su questo programma europeo, sostenendo che non abbia centrato né gli obiettivi economici né quelli ambientali. Le sue dichiarazioni sono arrivate durante un incontro del partito a Ancona, alla presenza di figure regionali di rilievo. Il dibattito ha toccato temi economici, ambientali e di politica europea, evidenziando alcune tensioni sulle strategie attuali dell’UE.
Roberto vannacci critica il green deal e il futuro delle imprese italiane
Roberto Vannacci ha definito il green deal europeo come una “grande truffa economica” che ha avuto effetti negativi sul tessuto produttivo italiano. Secondo lui, le politiche europee hanno spinto alla delocalizzazione delle imprese, complicando la sopravvivenza delle aziende sul territorio nazionale. Questa affermazione si basa sulla percezione che le direttive europee impongano vincoli che non tengono conto delle specificità italiane, come l’elevato numero di piccole e medie imprese, soprattutto nelle regioni come le Marche. Vannacci ha sottolineato che il green deal non ha realizzato gli obiettivi ambientali promessi, senza fornire dati precisi ma puntando sull’impatto negativo a livello industriale.
Le arti e mestieri delle marche in pericolo
Ha inoltre evidenziato come l’Italia, e in particolare le Marche, siano patria di “arti e mestieri”, cioè di attività manifatturiere e artigianali molto radicate nel territorio. Queste produzioni rischiano di essere messe a repentaglio da norme europee rigide lontane dalla realtà italiana. A suo parere, il green deal ha un approccio rigido che danneggia soprattutto i settori produttivi locali, senza considerare soluzioni meno dannose o più flessibili per le imprese italiane.
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La posizione della lega: sovranismo e autonomia per difendere le imprese
Durante l’incontro ad Ancona, Vannacci ha ribadito le posizioni della Lega in ambito europeo e nazionale. Il partito si definisce sovranista in Europa e autonomista in Italia, sostenendo che l’UE dovrebbe essere una piattaforma per facilitare lo scambio commerciale senza imporre vincoli penalizzanti. La Lega ha votato contro le direttive del green deal firmate dalla commissione von der Leyen e intende continuare a farlo. La critica principale riguarda le imposizioni che, a loro avviso, soffocano le aziende italiane senza offrire soluzioni alternative per la crescita economica e ambientale.
Critica alla spesa militare in europa
Vannacci ha preso posizione anche sul tema del riarmo in Europa, criticando la spesa crescente che, secondo lui, favorisce l’industria tedesca senza ritorni concreti per l’Italia. Ha detto che quei fondi dovrebbero essere destinati all’economia reale, a sostegno delle imprese e delle famiglie, non alla cosiddetta “guerra a oltranza” in Ucraina. Questa presa di posizione indica un’attenzione verso punti chiave della politica internazionale, che lega gli interessi economici a quelli diplomatici e di sicurezza europea.
Reazioni locali e il ruolo della lega nelle marche
La presenza di Roberto Vannacci nelle Marche è stata evidenziata dalla segretaria regionale e deputata Giorgia Latini. Secondo Latini, l’incontro dimostra che la Lega resta radicata nel territorio e impegnata a tutelare gli interessi di imprese, famiglie e comunità locali. Ha spiegato che le Marche hanno bisogno di un’UE che ascolti le realtà produttive e sociali, non che imponga vincoli ideologici e norme astratte.
Flessibilità e pragmatismo per le politiche europee nelle marche
Latini ha richiamato un’attenzione particolare sul non danneggiare l’economia reale, che nelle Marche ha caratteristiche specifiche fatte di piccole imprese e produzione artigianale. Le sue parole ribadiscono una richiesta di maggiore flessibilità e pragmatismo nei confronti delle politiche europee. L’incontro ha rafforzato l’idea di un partito che vuole intervenire in difesa delle necessità locali agendo contro le direttive che considerano penalizzanti per il tessuto economico e sociale.
L’assemblea ad Ancona ha messo in luce il dissenso verso alcune scelte europee che influenzano profondamente le regioni italiane produttive. Il dibattito prosegue con la Lega pronta a mantenere una linea di opposizione ad alcune politiche dell’UE, soprattutto quelle legate al green deal e alla spesa militare.