Nella serata di martedì 15 ottobre, il Governo Meloni ha approvato la prima bozza del Disegno di Legge di Bilancio per il 2025, un pacchetto di misure che prevede investimenti per circa 30 miliardi di euro. A seguito di questa approvazione, è stato anche presentato il Documento Programmatico di Bilancio , documento cruciale per la valutazione della manovra finanziaria da parte della Commissione Europea. Questo articolo esplorerà le principali misure incluse nel disegno di legge che dovrà ora passare al vaglio e alla votazione dei due rami del Parlamento, dove potrà essere soggetto a modifiche.
Lavoro e imprese: misure strutturali
Tra le principali novità del DDL di Bilancio 2025 ci sono le misure destinate a supportare il settore lavoro e le imprese. Il Governo ha deciso di rendere strutturali due rilevanti provvedimenti precedentemente introdotti: il taglio del cuneo fiscale e la semplificazione delle aliquote IRPEF. Il cuneo fiscale, cioè la differenza tra il lordo e il netto nelle buste paga, subirà un’accelerazione per i lavoratori con redditi fino a 20mila euro, mantenendo una natura contributiva. Per i redditi compresi tra 20 e 35mila euro, il taglio si tradurrà in un vantaggio di circa 100 euro mensili in busta paga.
In aggiunta, il Governo ha confermato gli incentivi per l’occupazione giovanile e le donne nel Mezzogiorno. Sono previsti fringe benefit, come polizze assicurative e buoni pasto, con una soglia di esenzione fissata a 2.000 euro per chi ha figli a carico, e 1.000 euro per gli altri. Sempre in ottica di incentivare la mobilità lavorativa, i fringe benefit aumenteranno per i nuovi assunti che si trasferiranno di oltre 100 chilometri dalla loro residenza attuale.
Si prevede anche il rinnovo dei contratti degli statali, con un investimento dedicato al triennio 2025-2027 per adeguare le retribuzioni alla crescita dell’inflazione. Questa mossa è finalizzata a ottimizzare le condizioni di lavoro nel settore pubblico e migliorare la qualità dei servizi offerti.
Il contributo delle banche e il dibattito politico
Una delle questioni più dibattute all’interno della maggioranza riguarda il contributo finanziario delle banche. Nonostante iniziali resistenze, ora tutti gli alleati di Governo affermano di aver trovato un accordo: Matteo Salvini ha annunciato destinazioni di 3,5 miliardi provenienti da banche e assicurazioni per investimenti in sanità, una richiesta da lui sostenuta. Antonio Tajani, dal canto suo, ha chiarito che si tratta di un accordo incentivato e non di una tassa, mirato a garantire una maggiore liquidità allo Stato.
Il capitolo relativo alle pensioni presenta ancora qualche incognita. Infatti, non si affronta il superamento della legge Fornero e viene esclusa la tematica della “quota 41”. Le opzioni di uscita anticipata come Opzione Donna, Ape sociale e Quota 103 rimangono in vigore. Tuttavia, l’accento è posto sulla necessità di una piena indicizzazione degli assegni pensionistici rispetto all’inflazione, tema che resta parzialmente irrisolto secondo i documenti circolanti.
Pacchetto natalità e bonus ristrutturazioni
Tra le misure destinate a supportare le famiglie, il Governo ha annunciato l’introduzione di una “carta per i nuovi nati”, che prevede un aiuto economico di 1.000 euro per i genitori con ISEE sotto i 40.000 euro. Sebbene questi fondi possano sembrare innovativi, vanno a richiamare iniziative già proposte in passato da vari esecutivi. Oltre a questo, sono previsti incentivi per i servizi di asilo nido e l’esclusione delle somme dell’assegno unico universale dal computo dell’ISEE.
Per quanto riguarda le agevolazioni per le ristrutturazioni, si prevede il mantenimento del bonus al 50%, ma esclusivamente per le prime case, mentre per gli altri edifici si scenderà al 36%. Questo è un elemento di notevole importanza nel panorama delle ristrutturazioni edilizie, che potrebbe influenzare la decisione di molti proprietari.
Il percorso legislativo del ddl di bilancio
Dopo l’approvazione del DDL da parte del Governo, il testo è destinato a un iter legislativo che inizierà con la presentazione alla Camera e successivamente al Senato per il voto finale, obbligatoriamente entro il 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio di bilancio. È previsto che l’invio ufficiale avvenga entro il 20 ottobre, seguendo la tempistica dell’anno precedente, durante la quale il progetto di legge impiegò circa due settimane per essere esaminato.
Parallelamente, il Documento Programmatico di Bilancio è stato già inviato a Bruxelles, in conformità con l’obbligo di presentarlo entro il 15 ottobre alla Commissione Europea per un’analisi approfondita della manovra e delle misure incluse nel documento. Una valutazione che avrà un impatto significativo sulle scelte economiche future dell’Italia e sulla capacità del Governo di attuare le riforme programmate.