La questione della carenza di infermieri nel sistema sanitario nazionale italiano resta un tema al centro dell’attenzione politica e sociale nel 2025. Da un lato cresce la necessità di migliorare le condizioni lavorative di questa categoria, dall’altro si moltiplicano gli episodi di aggressioni ai danni del personale sanitario, soprattutto nei pronto soccorso. Gli interventi normativi più recenti puntano a rendere più sicuri gli ambienti di lavoro e a tutelare chi opera in prima linea. Nel frattempo, il Parlamento lavora su nuove lauree in ambito clinico che possano valorizzare ulteriormente la professione infermieristica.
L’indagine conoscitiva sulla situazione degli infermieri nel ssn e le proposte di riforma
A Roma, in occasione della presentazione del primo rapporto sulle professioni infermieristiche, Ugo Capellacci, presidente della Commissione Affari sociali e Salute della Camera e deputato di Forza Italia, ha sottolineato i risultati di un’indagine conoscitiva recentemente conclusa dal Parlamento sul riordino delle professioni sanitarie. L’indagine ha evidenziato come la carenza di infermieri sia un problema concreto che il governo vuole affrontare con misure mirate.
Gli interventi programmati mirano a migliorare le condizioni di lavoro rendendole più compatibili con la professionalità acquisita dagli infermieri negli ultimi anni. In particolare, si lavora sull’adozione di nuovi corsi di laurea ad indirizzo clinico, pensati per riconoscere e ampliare le competenze cliniche di questa categoria. L’obiettivo è creare un ambiente professionale che non solo offra gratificazioni economiche e formative, ma che favorisca anche l’integrazione con le altre figure sanitarie all’interno degli ospedali e delle strutture del SSN. Capellacci ha definito questi passi come parte di un percorso volto a rendere la professione infermieristica più attrattiva e rispettata.
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Le aggressioni nei pronto soccorso: norme più dure e misure di sicurezza
Il tema delle aggressioni subite dagli infermieri rappresenta un problema urgente e ancora irrisolto in molte strutture di pronto soccorso italiane. Molti operatori sanitari si trovano a fronteggiare non solo lo stress legato al lavoro, ma anche episodi di violenza fisica e verbale. Capellacci ha definito questa situazione “assurda” e che “grida vendetta”, indicando come gli ultimi interventi legislativi abbiano inasprito le norme a favore della tutela di medici e infermieri.
Le nuove disposizioni consentono l’arresto in flagranza di reato per chi aggredisce il personale sanitario, un passo importante per combattere la crescente tensione nei reparti emergenza. Oltre alle norme più rigide, viene ribadita la necessità di rendere più sicuri gli ambienti di lavoro: si stanno valutando sistemi di sicurezza fisica, protocolli per la gestione dei momenti di crisi e interventi per l’umanizzazione dei processi di cura, così da ridurre la pressione emotiva sulle persone in attesa di assistenza.
Il ruolo dell’umanizzazione nelle cure per prevenire tensioni e comportamenti violenti
L’umanizzazione del processo di cura emerge come elemento chiave per diminuire le tensioni che portano spesso a situazioni di aggressione nei pronto soccorso. Capellacci ha evidenziato come un approccio più empatico e rispettoso nei confronti dei pazienti possa ridurre ulteriormente i momenti di conflitto. Molte volte, infatti, la violenza nasce da condizioni di forte stress e disagio, legate all’attesa, alla paura o alla scarsa comunicazione tra operatori e pazienti.
In questo senso, l’adozione di pratiche che privilegiano il dialogo aperto, la trasparenza sulle tempistiche d’attesa e una migliore gestione delle emozioni può alleviare le tensioni. Questi cambiamenti possono incidere in modo diretto sul benessere sia degli utenti sia del personale sanitario. Nonostante tutto, quando le manifestazioni aggressive superano certi limiti, non si tratta più di disordini legati all’organizzazione delle cure, ma di veri e propri atti delinquenziali che richiedono un intervento deciso da parte della giustizia per proteggere chi lavora in ospedale.