Gli eventi sismici degli ultimi mesi nei campi flegrei, tra cui quattro scosse superiori al magnitudo 4 in un anno, hanno portato il governo a intervenire per chiarire le strategie sul rischio vulcanico e sismico nell’area. Il ministro per la protezione civile Nello Musumeci ha escluso piani per una fuga di massa, sottolineando però che la situazione resta complessa e richiede attenzione e azioni mirate.
La posizione del governo sulla messa in sicurezza dei campi flegrei
Nello Musumeci ha spiegato che non è previsto nessun ordine di evacuazione massiva per gli abitanti residenti nell’area flegrea. Spostare oltre mezzo milione di persone, ha sottolineato il ministro, sarebbe una misura estrema e al momento priva di fondamento concreto. Eppure, non manca un riconoscimento dei rischi esistenti. Le porzioni della caldera più esposte al pericolo necessitano di valutazioni puntuali e, in alcuni casi, di interventi specifici per limitare l’accesso o pianificare spostamenti mirati. Il discorso quindi non è sulla fuga di massa, ma su azioni più circoscritte e mirate.
Le zone urbanizzate ad alto rischio
Il riferimento è rivolto soprattutto a zone urbanizzate con forte concentrazione abitativa, dove le condizioni di rischio sono maggiori. Musumeci stesso ha ammesso che lo stato ha commesso errori in passato, autorizzando la costruzione di infrastrutture in aree ad alta pericolosità, soprattutto 70 o 80 anni fa, senza valutare adeguatamente il rischio bradisismico. Questi errori storici rendono oggi più urgente definire nuovi criteri per gestire la convivenza con un fenomeno naturale che continua a manifestarsi in modo irregolare ma significativo.
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La convivenza con il bradisismo e le responsabilità delle amministrazioni locali
Il bradisismo dei campi flegrei si presenta come un fenomeno da affrontare attraverso la pianificazione e la collaborazione tra governo centrale e amministrazioni locali. Musumeci ha ricordato come molti sindaci siano già orientati a gestire il rischio puntando sulla convivenza con l’evento naturale, suggerendo quindi un approccio condiviso e non basato su allarmi ingiustificati o su misure di emergenza troppo drastiche.
Importanza del rapporto con le istituzioni locali
Il rapporto con le istituzioni locali appare centrale. L’idea è quella di rispettare le indicazioni provenienti dai territori, specie da chi conosce le criticità e le potenzialità del luogo. “Non si tratta solo di misure tecniche, ma di una strategia sociale e politica che tiene conto dei bisogni e delle paure delle comunità interessate, cercando di evitare panico e disinformazione.”
Le amministrazioni hanno il compito di collaborare sul piano della sicurezza urbana e dell’attenzione verso le costruzioni in zone potenzialmente pericolose. Lo stato, per quanto ha ammesso Musumeci, deve imparare dalle scelte sbagliate del passato e sostenere misure preventive più efficaci e mirate, lasciando da parte approcci che innescano allarmismo infondato.
Il piano per la riduzione del rischio attraverso l’adeguamento degli edifici
Il governo ha stanziato risorse consistenti per ridurre l’esposizione al rischio sismico e vulcanico nell’area dei campi flegrei. Oltre mezzo miliardo di euro sarà disponibile per interventi di messa in sicurezza di edifici pubblici e privati. Questi fondi, provenienti da due o più programmi, offrono la possibilità di accedere a finanziamenti coperti al 50%, incentivando così la riqualificazione antisismica delle strutture.
Un approccio pragmatico alla sicurezza
Musumeci ha precisato che non esiste territorio del tutto sicuro, ma limitare i danni possibili è un obiettivo realizzabile. Il piano prevede quindi una linea d’azione pragmatica, volta a contenere i rischi senza ricorrere a misure drastiche di evacuazione. In questo senso, il governo prosegue sulla strada tracciata, già impostata dall’esecutivo Meloni, per dare un aiuto concreto a chi vuole mettere in sicurezza la propria abitazione.
A breve sarà fondamentale monitorare da vicino la reazione dei territori interessati e mantenere un dialogo aperto con i cittadini per garantire che ogni intervento risponda a necessità reali, evitando fughe in avanti e preservando la stabilità sociale nelle zone ad alto rischio.