Nel cuore di Napoli, la tragedia che ha colpito il ventenne emanuele durante continua a sollevare interrogativi sul contesto violento in cui è maturata. La notte del 15 marzo scorso, durante è stato ucciso in via santa teresa degli scalzi, ma già da mesi viveva nella consapevolezza di un pericolo imminente. Messaggi che ha inviato a sua madre, e alcuni episodi di violenza precedenti, dipingono un quadro di paura e tensione crescente nel rione sanità, segnato da faide malavitose e sospetti di ritorsioni.
le minacce e le premonizioni di emanuele durante prima del delitto
Il 13 gennaio 2025, emanuele inviò alla madre, valeria brancaccio, messaggi inquietanti in cui parlava senza mezzi termini della propria morte imminente. “Mamma io muoio presto non dimenticarti” scrisse. Parole che indicano non solo ansia, ma quasi una certezza di un epilogo tragico. Poche settimane prima, durante aveva subito un’aggressione con un coltello, di cui la madre non era neppure stata informata completamente: raccontò di aver scoperto dell’intervento solo in ritardo, segno che il ragazzo aveva cercato di proteggere la famiglia dal tormento e dalle minacce in cui era coinvolto.
Il clima intorno a emanuele era avvelenato e segnato da sospetti e paure. Non si trattava solo di una percezione soggettiva: nelle oltre 200 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip federica colucci, emergono dettagli che spiegano come anche il padre del giovane, vincenzo durante, conoscesse i rischi connessi alla sua situazione. Secondo alcune intercettazioni, emanuele era al centro di un conflitto definito, provocato da suoi presunti atteggiamenti violenti contro esponenti del sistema malavitoso di sanità. In particolare si fa riferimento a episodi in cui avrebbe sparato contro persone legate al clan sequino, e a complicazioni legate a vendette per l’omicidio di emanuele tufano.
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Tensioni familiari e tentativi di negoziazione
Nonostante i separati tra genitori, sia la madre che il padre erano coinvolti nell’apprendere e cercare di gestire la situazione del ragazzo. Da alcune chat risalenti ai primi di marzo 2025, si legge di timori concreti espressi da emanuele, spaventato da possibili ritorsioni non meglio identificate. La presenza della pistola mostrata dal padre alle foto in una chat suggerisce come la famiglia fosse armata di fronte a questa escalation di violenza.
Il giovane era stato convocato dallo stesso salvatore pellecchia, noto come “dudù”, legato al clan sequino e sospettato di esserne uno dei mandanti per l’omicidio. Dopo la convocazione, la famiglia cercò vie di negoziazione tramite intermediari: prima con rita pirozzi, sorella di un esponente criminale, e poi con “pinuccio”, alias giuseppe buonerba, capo clan recentemente uscito di prigione. Questi tentativi si ispiravano alla convinzione che grazie alle relazioni tra buonerba e il capo storico salvatore sequino fosse possibile trovare un accordo o una soluzione pacifica.
Contrasti tra clan nel rione sanità
Il quadro torna a riproporre vecchi contrasti, in particolare con il clan amirante/sibillo/gugliano, con cui il clan buonerba aveva avuto contese armate in passato, accendendo tensioni difficili da appianare in questa realtà complessa e fragile.
il nesso tra l’omicidio di emanuele durante e la morte di emanuele tufano
L’omicidio di emanuele durante si colloca in una serie di eventi violenti che hanno scosso Napoli negli ultimi mesi. La morte di emanuele tufano, quindicenne ucciso a sua volta in corso di una cosiddetta “stesa” – ovvero una sparatoria in strada con motivazioni legate a vendette e regolamenti di conti – sembra intrecciarsi con la vicenda di durante. Tufano era rimasto vittima di un errore durante una lite nel quartiere mercato: era stato colpito da colpi provenienti da una fazione che sembrava volersi vendicare per fatti legati a emanuele durante.
Le voci su tradimenti e sorprese hanno alimentato sospetti da entrambe le parti. Tutto ciò ha contribuito a creare un crescendo di tensione che si è concluso nel peggiore dei modi per il ventenne napoletano, confermando la brutalità con cui si risolvono ancora questi conflitti nel tessuto urbano.
Napoli si ritrova così a fare i conti con due giovani vite spezzate, simbolo di un contesto dove violenza e vendetta continuano a seminare dolore senza lasciare spazio a soluzioni pacifiche. Restano da chiarire i dettagli esatti di quella notte e il ruolo preciso di tutti i protagonisti arrestati, mentre la città osserva lo sviluppo delle indagini con attenzione.