il documento di roma e la proposta di slow food per un nuovo modello alimentare globale

il documento di roma e la proposta di slow food per un nuovo modello alimentare globale

Slow Food Italia presenta il Documento di roma alla Fao, invitando a un cambio di paradigma che valorizzi il cibo come legame tra cultura, natura e comunità per un futuro sostenibile e inclusivo.
Il Documento Di Roma E La Prop Il Documento Di Roma E La Prop
Slow Food Italia, presso la sede FAO di Roma, ha presentato il "Documento di Roma", un appello per un cambio di paradigma alimentare che unisca cultura, natura e comunità, promuovendo sostenibilità, biodiversità e il ruolo centrale di giovani e bambini nella costruzione di un futuro più giusto. - Gaeta.it

Negli ultimi giorni a roma, all’interno della sede della Fao, Slow Food Italia ha lanciato il “Documento di roma”, un appello che propone un cambio profondo nel modo di concepire il cibo e il mondo. Questa iniziativa nasce in un momento segnato da conflitti, tensioni politiche e crisi ambientali. Il documento invita a ripensare l’alimentazione non solo come nutrizione, ma come un filo che unisce culture, comunità e natura. L’obiettivo è mettere il cibo al centro di una trasformazione che coinvolga le persone e il pianeta, guardando soprattutto alle nuove generazioni.

Le criticità globali evidenziate dal documento di roma

Il documento si apre con una diagnosi netta della situazione mondiale, che appare «in caduta libera verso il peggio». Le guerre si sono moltiplicate negli ultimi anni in varie zone del mondo, generando sofferenze e destabilizzazioni politiche. In parallelo, la produzione e la vendita di armi crescono senza sosta, alimentando ulteriori conflitti. Sul fronte interno dei paesi, autoritarismo e populismo mostrano segni di rafforzamento, mettendo a rischio numerose democrazie consolidate.

Un altro punto chiave riguarda la crisi climatica che raggiunge livelli critici, con conseguenze pesanti sul paesaggio naturale e sulle condizioni di vita delle popolazioni più vulnerabili. Nel contesto della filiera alimentare, il documento denuncia una crescente concentrazione del mercato in mano a poche multinazionali, che limitano la sovranità alimentare di tanti territori. Il progresso tecnologico e digitale, spesso percepito come una panacea, non riesce a garantire benefici reali per il benessere collettivo, anzi a volte peggiora disparità e isolamento.

Questo scenario conduce a una richiesta urgente di un «radicale cambio di paradigma». Il testo propone un nuovo umanesimo che ponga al centro la connessione tra esseri umani e natura, recuperando valori di responsabilità e cura. È sotto questa esigenza che il documento intende indicare una strada condivisa da perseguire nel medio e lungo periodo.

Il ruolo centrale del cibo come elemento di unione e cambiamento

Uno dei concetti più forti emersi nel documento di roma riguarda l’importanza del cibo come elemento universale. Il cibo non è solo nutrizione ma un linguaggio comune che accomuna 8 miliardi di persone, tutti i giorni. Per questo motivo, il cibo può diventare lo strumento di una «rivoluzione gentile» capace di riportare le persone a un rapporto diretto con la terra, con la cultura e con la dimensione collettiva del piacere e della condivisione.

Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, sottolinea come il cibo sia semplice nel gesto ma complesso nella sua natura, perché racchiude storie, tradizioni e modelli di vita diversi. Attraverso il cibo si possono costruire ponti tra soggetti diversi, stimolando un’attenzione più profonda e inclusiva verso il pianeta. La sfida indicata è quella di sviluppare una nuova consapevolezza che sappia riconoscere il valore della relazione con la natura, mettendo al centro un equilibrio tra economia, ambiente e cultura.

Esempi pratici citati nel documento

Qualche esempio pratico riguarda la promozione di pratiche agricole che rispettano la biodiversità, l’adozione di modelli sostenibili per l’alimentazione e il contrasto alla standardizzazione dei prodotti imposta dalle grandi aziende. Il cibo diventa quindi un motore educativo e sociale, una leva per rivendicare diritti e nuove priorità nella società contemporanea.

Biodiversità, agroecologia e attenzione agli ecosistemi come pilastri del cambiamento

Nel documento, la biodiversità viene presentata come una garanzia per l’adattamento e la sopravvivenza del pianeta. Conservare e valorizzare la varietà di specie vegetali e animali significa tutelare risorse preziose per la sicurezza alimentare futura. Slow Food mette in risalto il ruolo centrale di questa ricchezza naturale, che è indicata come una linea di difesa contro crisi climatiche e squilibri ecologici.

L’agroecologia emerge come il metodo da scegliere per rigenerare la biodiversità e migliorare la qualità del suolo, dell’acqua e dell’aria. Gli esperti invitano a favorire sistemi agricoli che lavorano in armonia con gli ecosistemi, rispettando i cicli naturali e riducendo l’uso di sostanze chimiche dannose. Questo approccio rappresenta una sfida concreta per agricoltori e consumatori, chiamati a scegliere pratiche che sostengano la salute del pianeta.

Attenzione per i diversi ambienti naturali e antropizzati

Un’altro aspetto affrontato riguarda la cura per i diversi luoghi, intesi come ambienti naturali e antropizzati. Si parla di terre alte, terre basse, terre d’acqua e degli spazi urbani, ognuno con caratteristiche proprie da preservare e valorizzare. Il documento invita a riconoscere il valore delle comunità locali e delle loro pratiche tradizionali, considerandole risorse fondamentali per un futuro più sostenibile.

Il ruolo dei bambini e dei giovani nella costruzione di un modello alimentare più giusto

Un ultimo punto evidenziato dal documento di roma riguarda i protagonisti del futuro: bambini e giovani. I primi, con «lo sguardo della meraviglia», rappresentano la capacità di stupirsi e di aprirsi a nuovi modi di vedere il mondo, accompagnati da una sensibilità ancora incontaminata. I giovani sono invece indicati come motori essenziali del cambiamento, portatori di nuovi linguaggi e visioni.

Il documento invita a mettere a disposizione delle nuove generazioni strumenti educativi e ambienti di crescita che favoriscano la loro partecipazione attiva. Solo coinvolgendoli sarà possibile costruire modelli alimentari e sociali più giusti, rispettosi della terra e delle persone. Il messaggio ribadisce la necessità di ascoltare le loro idee e di riconoscere il loro ruolo come attori centrali nella ricerca di soluzioni per i problemi globali.

Valorizzare sapere, cultura e pratiche legate all’alimentazione

In particolare, il documento richiama a iniziative che valorizzino sapere, cultura e pratiche legate all’alimentazione, come modo di educare alla cittadinanza e alla responsabilità verso l’ambiente. La presenza dei giovani negli spazi decisionali e culturali è fondamentale per dare continuità al progetto delineato da Slow Food a roma.

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