Il film documentario “Qui è altrove: Buchi nella realtà”, diretto da Gianfranco Pannone, sta proseguendo il suo tour nelle sale cinematografiche italiane, grazie alla distribuzione di Bartlebyfilm. La prossima tappa significativa di questo viaggio sarà nella città di Latina, un luogo che ricopre un’importanza personale per il regista, avendo trascorso lì parte della sua giovinezza. Questo evento rappresenta una rara occasione per il pubblico di avvicinarsi a un’opera che affronta tematiche di grande attualità, legate al mondo del teatro e della detenzione.
Dettagli dell’evento a Latina
La proiezione di “Qui è altrove” si svolgerà martedì 26 novembre presso il Cinema Corso, con inizio alle ore 21.00. La serata sarà moderata da Renato Chiocca, presente per guidare la discussione e il dibattito post-proiezione. Interverranno figure di spicco come il giornalista Vittorio Buongiorno, autore di opere come “Fuga da Santo Stefano” e “L’ultima Spiaggia”, insieme al fotografo Tonino Mirabella e Stefano Vanzini, del progetto “Parliamo di Carcere”. Questo evento si preannuncia come un’importante occasione di confronto e riflessione sui temi sollevati dal film, che attraversano questioni di inclusione sociale e di arte in contesti difficili.
La Compagnia della Fortezza e il suo impatto
Il documentario “Qui è altrove” si concentra sulla Compagnia della Fortezza, attiva all’interno del carcere di Volterra da oltre trent’anni, sotto la direzione di Armando Punzo. La Compagnia è nota per i suoi spettacoli teatrali, che non solo consentono ai detenuti di esprimersi artisticamente, ma contribuiscono anche a creare un significativo dibattito nell’ambito della cultura carceraria. Attraverso il progetto “Per Aspera ad Astra”, sostenuto da Fondazioni bancarie, questa realtà offre un’opportunità ai detenuti di immergersi in professioni artistiche e di accedere a esperienze formative nel campo del teatro.
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Il film segue da vicino le prove di Armando Punzo e dei suoi attori, che si preparano a dare vita al progetto teatrale “ATLANTIS cap. 1 – La permanenza”. In questo contesto, le masterclass organizzate dalla Compagnia riuniscono realtà diverse, tutte dedite a dimostrare come il teatro possa rappresentare un’opportunità di rigenerazione e crescita personale, in un ambiente altrimenti segnato dalla privazione.
Un focus sulle condizioni carcerarie attuali
Gianfranco Pannone chiarisce che “Qui è altrove” non è semplicemente un film sul carcere, ma sull’importanza del teatro come fonte di vita in situazioni di difficoltà. Nonostante non possa esimersi dal commentare le attuali condizioni degli istituti penitenziari, che quest’anno hanno purtroppo registrato un elevato numero di suicidi e proteste, il film offre uno sguardo positivo attraverso l’esperienza di Volterra.
In questo contesto difficile, la Compagnia della Fortezza emerge come un esempio brillante. I detenuti, che diventano attori, non solo partecipano alla creazione culturale, ma sono coinvolti in un percorso di umanizzazione dei luoghi di detenzione. Il messaggio centrale affermato dal film risuona chiaro: è possibile costruire una realtà diversa in ambito carcerario, dove i detenuti sono riconosciuti come individui con esperienze e potenzialità uniche.
Riconoscimenti e partner del progetto
“Qui è altrove”, realizzato con il supporto di rinomate istituzioni come RSI – Radiotelevisione svizzera e Acri, ha già debuttato con successo alla 65a edizione del Festival dei Popoli, riscuotendo consensi anche al MedFilm Festival e al Parma Film Festival. Donatella Pieri, presidente della Commissione Beni e Attività culturali di Acri, descrive il progetto come una rete di collaborazione tra istituzioni e realtà teatrali, finalizzata alla rigenerazione culturale e artistica degli spazi di detenzione.
Il film di Pannone si presenta come un importante strumento di sensibilizzazione, in grado di aprire un dialogo attuale sulla funzione dell’arte nella società, soprattutto in contesti di privazione. La visione di un carcere possibile, dove la cultura assume un ruolo primario, è fortemente sostenuta da tutti i soggetti coinvolti, rendendo “Qui è altrove” un’opera di notevole rilevanza sociale.