Il consiglio di stato sospende la caccia selettiva al cervo in Abruzzo: tutte le novità

Il consiglio di stato sospende la caccia selettiva al cervo in Abruzzo: tutte le novità

Il Consiglio di Stato sospende la caccia selettiva al cervo in Abruzzo, una vittoria per le associazioni ambientaliste che solleva interrogativi sulla gestione della fauna e sull’equilibrio ecologico nella regione.
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Il consiglio di stato sospende la caccia selettiva al cervo in Abruzzo: tutte le novità - Gaeta.it

La recente decisione del Consiglio di Stato ha interrotto il piano della Regione Abruzzo relativo alla caccia selettiva al cervo. Questa sospensione rappresenta una vittoria significativa per le associazioni ambientaliste che si sono opposte a tale iniziativa, costringendo ora il Tar a definire la data per l’udienza sul merito della questione. L’interrotta attività di caccia ha suscitato molte reazioni tra i politici locali e le organizzazioni ecologiste, evidenziando un acceso dibattito sulle modalità di gestione della fauna selvatica in Abruzzo.

La sospensione della delibera: motivazioni e impatti

La decisione del Consiglio di Stato di sospendere la delibera regionale è stata motivata da una serie di fattori legali e ambientali. Il provvedimento riguardava una caccia considerata necessaria per il controllo della popolazione di cervi, in un contesto in cui tale pratica è considerata controversa da molti esperti. Il Consiglio ha messo in discussione l’efficacia di questa strategia, sostenendo che fosse opportuno esaminare modalità alternative più rispettose degli animali e dell’ambiente.

La decisione ha evitato quindi un possibile “massacro” di cervi, un termine utilizzato da diversi ambientalisti, che temevano che il piano di caccia avrebbe portato a gravi danni alla popolazione locale di quest’animale. La sospensione si riferisce a un contesto più ampio, in cui l’equilibrio tra le esigenze del territorio agricolo e la salvaguardia della fauna selvatica continua a essere un tema spinoso. L’udienza al Tar, che ora si attende, potrebbe rivelarsi cruciale nel definire le linee future per la gestione della fauna in Abruzzo.

Le reazioni dei politici e delle associazioni

Dopo la sospensione della caccia selettiva, il Partito Democratico ha rapidamente espresso il proprio sostegno alla decisione. Daniele Marinelli, segretario regionale del PD, ha sottolineato come questa vittoria sia stata possibile grazie alla mobilitazione delle associazioni ambientaliste, che hanno lavorato instancabilmente alla causa. Marinelli ha criticato la giunta del presidente Marco Marsilio, accusandola di essere stata sorda ai richiami provenienti da cittadini e comunità scientifica, che avevano sollevato dubbi rispetto all’efficacia della delibera.

L’aspetto politico della questione non è secondario, poiché riguarda come la Regione gestisce le risorse naturali e risponde agli input della comunità. Il riferimento al “centrodestra” da parte di Marinelli evidenzia anche una lotta di potere tra le diverse forze politiche, che si riflette sul modo in cui vengono affrontati temi ecologici e faunistici. Le associazioni, spesso in prima linea nella protezione ambientale, hanno visto riconosciuti i loro sforzi in questa battaglia legale e pubblica.

L’attenzione sul futuro della fauna in Abruzzo

La sospensione della delibera sul cervo in Abruzzo mette in evidenza interrogativi di fondo sulla sostenibilità e la biodiversità in questo territorio. Già prima di questa vicenda, esperti e ambientalisti avevano avvertito riguardo ai pericoli di strategie di gestione basate solo sulla caccia. L’attenzione ora si sposta sul come la Regione risponderà a questa decisione e se esplorerà pratiche di gestione più etiche e sostenibili.

L’udienza presso il Tar diventa un momento cruciale per il futuro degli interventi faunistici nella regione, poiché si dovrà affrontare la questione di come equilibriare le esigenze agricole, ambientali e turistiche. Una discussione che coinvolge anche la community scientifica, da sempre impegnata nello studio delle dinamiche ecologiche e nell’individuazione di soluzioni che rispettino gli ecosistemi, senza dover ricorrere a misure drastiche come la caccia. La speranza è che questo possa segnare un passo avanti verso un approccio più consapevole e civilizzato nella gestione della fauna selvatica, a beneficio di tutti.

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