La decisione del Consiglio di Stato
Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello presentato contro l’ordinanza del Tar Lazio del 30 maggio 2024, relativa al ricorso contro l’avviso per le candidature al Consiglio di amministrazione della Rai. Questo significa che le Camere del Parlamento possono procedere regolarmente alla nomina dei consiglieri, nonostante il ricorso ancora pendente.
La delusione dei ricorrenti
In merito alla decisione, il consigliere Nervo esprime una certa delusione per l’esito e per il mancato accoglimento della richiesta di sospensiva fino all’udienza del 23 ottobre. La mancanza di chiarezza e di responsabilità da parte delle istituzioni genera preoccupazione e incertezza sulle future nomine.
La replica dei ricorrenti
Nel comunicato ufficiale rilasciato dai ricorrenti Nervo, Rossano, Rolando e da Zaccaria, si sottolinea la decisione del Consiglio di Stato di non anticipare l’udienza del Tar, prevista per il 23 ottobre. Si paventa il rischio che eventuali nomine anticipate possano essere contestate per presunta illegittimità, in base alle normative nazionali ed europee vigenti.
La situazione rimane dunque incerta, con i protagonisti della vicenda che guardano con preoccupazione agli sviluppi futuri, temendo che la mancanza di chiarezza e la complessità del quadro normativo possano minare l’integrità delle nomine Rai.
Approfondimenti
- Il Consiglio di Stato è un organo di giustizia amministrativa in Italia, che si occupa di controllare la legittimità degli atti amministrativi dello Stato. La sua decisione ha un’importante valenza legale e impatta direttamente sulle nomine al Consiglio di amministrazione della Rai, l’azienda radiotelevisiva pubblica italiana. Le nomine dei consiglieri della Rai sono spesso soggette a dibattiti e controversie politiche, in quanto influenzano direttamente la gestione del servizio pubblico radiotelevisivo.
Nel comunicato dei ricorrenti, compaiono i nomi di Nervo, Rossano, Rolando e Zaccaria, che sembrano essere le figure principali coinvolte nella vicenda legale. Essi esprimono delusione e preoccupazione per la decisione del Consiglio di Stato di non anticipare l’udienza del Tar, indicata per il 23 ottobre. Questo genera incertezza sul futuro delle nomine alla Rai e solleva timori di possibili contestazioni per presunte illegittimità, in base alla normativa vigente in Italia ed in Europa.