Un caso che ha scosso Milano torna a occupare l’attenzione pubblica. Emanuele De Maria, detenuto con un lungo periodo di comportamento corretto, aveva ottenuto un permesso lavoro esterno presso l’albergo Berna. Nonostante questo, si è verificato un fatto drammatico: De Maria ha ucciso una collega barista e ha tentato di aggredire un altro dipendente, poi si è tolto la vita.
Il percorso carcerario di emanuele de maria prima dei fatti
Secondo quanto riportato dal presidente della Corte d’Appello di Milano, Giuseppe Ondei, e dalla presidente facente funzione del Tribunale di Sorveglianza, Anna Maria Oddone, il percorso di De Maria durante la detenzione è sempre stato valutato positivamente. Il detenuto aveva mantenuto un comportamento coerente e senza incidenti significativi per tutto il periodo, comprensivo di due anni durante i quali ha lavorato regolarmente all’interno dell’albergo Berna.
Esperienza lavorativa e reinserimento
Questo tipo di esperienza lavorativa rappresenta spesso un passo importante per il reinserimento sociale di persone in regime detentivo. Nel caso di De Maria, nessun segnale aveva fatto pensare a un possibile peggioramento o a crisi emotive gravi. Le valutazioni periodiche del tribunale non avevano evidenziato criticità che potessero mettere a rischio terzi o lo stesso detenuto.
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Il drammatico episodio si è consumato all’interno dell’albergo Berna, dove De Maria svolgeva il lavoro esterno con, come detto, un profilo ritenuto equilibrato. Durante il turno, il detenuto ha ucciso la collega barista, provocando uno shock nel luogo di lavoro e tra i clienti presenti.
Aggressione e suicidio
Successivamente, ha tentato di aggredire un secondo dipendente, che tuttavia è riuscito a difendersi e a evitare conseguenze fatali. Dopo questi fatti, De Maria si è tolto la vita nel medesimo luogo, chiudendo con un gesto estremo una vicenda che ha scioccato la comunità locale.
Le autorità hanno avviato indagini immediate per chiarire le dinamiche precise che hanno portato all’escalation violenta. Le prime informazioni raccolte descrivono un episodio imprevedibile, non anticipato da comportamenti anomali o segnali premonitori.
Valutazioni delle autorità giudiziarie sulla vicenda
Il presidente Ondei e la presidente Oddone hanno comunicato ufficialmente che la decisione di concedere il lavoro esterno a De Maria si basava su criteri rigorosi e valutazioni accurate. La condotta del detenuto era stata monitorata per lungo tempo, e mai era emerso un comportamento che potesse far prevedere l’impegno criminoso.
Riflessioni sul sistema giudiziario
Il sistema giudiziario ha confermato l’assenza di elementi che potessero mettere a rischio la procedura adottata. La tragedia ha colto tutti di sorpresa, restando un episodio isolato e imprevedibile per chi ha seguito il caso con attenzione.
Questo caso ha riaperto il dibattito sulla gestione dei permessi lavoro per i detenuti, sull’efficacia dei controlli e sui sistemi di valutazione del rischio, aspetti attentamente esaminati dagli operatori della giustizia. Restano comunque da definire tutte le responsabilità specifiche e le eventuali misure da adottare per prevenire simili fatti in futuro.