Il bilancio della sagra del melone 2025 alle due casette con il consigliere gianluca paolacci

Il bilancio della sagra del melone 2025 alle due casette con il consigliere gianluca paolacci

La sagra del melone 2025 alle Due Casette conferma il successo di un format semplice e autentico, valorizzando il territorio di Cerveteri grazie al lavoro di Gianluca Paolacci e dei volontari locali.
Il Bilancio Della Sagra Del Me Il Bilancio Della Sagra Del Me
La sagra del melone 2025 alle Due Casette ha registrato grande successo grazie a un format semplice e autentico che valorizza il territorio e la comunità, con l’impegno di un gruppo di cittadini unito e collaborativo, ma evidenzia la necessità di migliorare il coordinamento degli eventi comunali. - Gaeta.it

La sagra del melone 2025 si è conclusa domenica scorsa nelle due casette con una partecipazione che ha superato le aspettative. L’evento, diventato ormai un appuntamento fisso, ha mostrato come una piccola comunità possa organizzare una festa di grande richiamo, capace di valorizzare il territorio stesso. Gianluca Paolacci, consigliere comunale di opposizione e tra i principali promotori della manifestazione, ha tracciato un bilancio preciso e ha parlato dei punti di forza e delle sfide nella gestione di un evento così complesso.

Un format semplice legato al territorio che racconta l’anima delle frazioni

Paolacci descrive la sagra come il risultato di un “format semplice” che funziona perché mette in risalto la bellezza delle due casette e delle aree circostanti. Quel format non si basa su strutture complesse o grandi investimenti, ma su elementi che restano autentici e vicini alla tradizione locale. La sagra è pensata per raccontare, attraverso il melone e le attività intorno, la vita e la cultura delle frazioni che spesso non ricevono attenzione.

Dalla sua prospettiva, questa formula ha attratto tanta gente proprio perché permette di scoprire lo spirito del luogo. Non si tratta soltanto di un evento enogastronomico: dietro ci sono storie di comunità, un senso di appartenenza che lega i residenti. Il format punta a mantenere questa identità, evitando di snaturare la festa con eccessi o elementi estranei.

La possibilità di esportare il modello anche in altre zone del comune

Partendo dalle due casette, Paolacci vede la sagra come un modello replicabile anche altrove nel comune di Cerveteri. Ha sottolineato come si possa adattare la stessa idea ai diversi territori, inserendo elementi storici e artistici propri di ciascuna zona. Nel centro storico, per esempio, un evento del genere potrebbe legarsi ad architetture e vicoli, mentre a Ceri o Campo di Mare potrebbe prendere altre forme, mantenendo però l’impianto base di coinvolgimento e valorizzazione territoriale.

La presenza di visitatori provenienti anche da altre città conferma l’attrattiva crescente. Sono persone interessate a conoscere dettagli poco conosciuti di questi quartieri e vogliono immergersi in esperienze locali autentiche. Questo indica, per Paolacci, che il modello ha potenzialità che vanno oltre le due casette e può contribuire alla crescita complessiva di Cerveteri.

Il gruppo di cittadini come motore della riuscita e la spinta alla collaborazione

Un elemento centrale della riuscita della sagra è la formazione del gruppo di cittadini che si occupa di organizzare tutto. Paolacci ha messo in luce come quello che distingue questa squadra sia la passione e l’amore per il territorio, indipendentemente da qualsiasi influenza politica. Sono persone con una condivisione di obiettivi chiari, che lavorano insieme senza divisioni, riuscendo a mettere da parte le differenze per portare avanti eventi di interesse comune.

Il gruppo non si limita solo alla sagra del melone, ma si rende disponibile anche in altre iniziative come il carnevale di Cerenova o la festa dell’olio. La collaborazione con altre associazioni e realtà locali è costante, e spesso mettono a disposizione anche risorse materiali, come i fuochi d’artificio offerti alla città. Questo coinvolgimento diffuso indica una volontà di rafforzare il legame sociale e promuovere la crescita delle frazioni e della città.

Il ruolo di gianluca paolacci e il contributo di altri protagonisti della sagra

Paolacci ha chiarito di non voler attribuirsi meriti personali al di sopra degli altri, sottolineando che il successo deriva dalla coesione dell’intero gruppo. Ha menzionato diversi nomi di collaboratori fondamentali, come Giuseppe De Angelis e Massimo Pompa, sottolineando che ognuno ha un ruolo preciso nel garantire il buon andamento della manifestazione. Il suo compito è soprattutto quello di gestire gli aspetti burocratici, ma la forza della squadra è nell’unione.

Un ringraziamento particolare è stato rivolto all’onorevole Pino Cangemi, vicepresidente della regione Lazio, che ha mostrato vicinanza concreta partecipando attivamente alle iniziative più importanti. La presenza dell’evento sulla RAI, con riprese in piazza Risorgimento, ha premiato gli sforzi degli organizzatori, posizionando le due casette nelle cronache regionali. Paolacci invita a superare atteggiamenti provinciali, ricordando che la frazione e il comune devono agire come un’unica realtà per ottenere risultati più grandi.

Criticità nella gestione coordinata degli eventi comunali

Paolacci ha lamentato una mancanza di coordinamento nella programmazione degli eventi in città. La sovrapposizione di iniziative negli stessi giorni crea confusione e disperde il pubblico. Nel periodo della sagra del melone, il comune ha promosso altri eventi importanti nelle stesse date, riducendo le possibilità di partecipazione e sottraendo interesse alla festa delle due casette.

Secondo lui, città come Cerveteri, con 40.000 residenti e un hinterland molto più ampio, potrebbero organizzare eventi distribuiti nel tempo e nello spazio, evitando sovrapposizioni. Solo così si potrebbero garantire opportunità a tutti e rafforzare l’offerta culturale e sociale, evitando competizione inutili che alla fine danneggiano la vita comunitaria.

Prospettive per le prossime edizioni e riflessioni sul ruolo dei rioni

Paolacci è stanco ma soddisfatto per questa edizione della sagra, riconosciuta dalla comunità come una delle più riuscite degli ultimi anni. Ha spiegato che dopo l’evento parte il lavoro più duro, quello dello smontaggio e della liberazione dei luoghi usati, un sacrificio che pesa su chi si impegna. Inoltre ha sottolineato il ruolo avuto dalla pro loco e dai volontari, che rinunciano a tempo e impegni personali per la riuscita della manifestazione.

Resta la consapevolezza che i rioni possono dare un grosso contributo, ma non sostituiscono le responsabilità dell’amministrazione comunale. Possono essere un supporto, un arricchimento agli eventi ufficiali, ma il rischio è che la costanza e l’impegno dei volontari venga svuotata se non si affronta questo tema con la necessaria attenzione istituzionale. L’auspicio è che la sagra dell’uva torni a rivivere i grandi momenti di un tempo, con il giusto equilibrio tra comunità e istituzioni.

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