Giovedì 3 luglio l’Istituto Europeo di Design di Roma presenta Humanae, un fashion show inserito nell’ottava edizione di Videocittà, il festival dedicato alla cultura digitale e all’immagine in movimento. L’evento si svolge all’interno del Gazometro Ostiense, un’area storica di archeologia industriale diventata piattaforma per sperimentazioni visive e linguistiche legate alla tecnologia, dal 3 al 6 luglio.
Il contesto di videocittà e il ruolo del gazometro ostiense
Videocittà nasce come festival che mette al centro la visione digitale e le sue declinazioni culturali contemporanee. Fondato da Francesco Rutelli e guidato da Francesco Dobrovich, l’evento di quest’anno coinvolge diversi spazi all’interno dell’ex area industriale del Gazometro Ostiense, situato a Roma. Questo luogo, che rappresenta la più vasta testimonianza di archeologia industriale in Europa, offre una cornice originale in cui si intrecciano arte, tecnologia e narrazione.
Il Gazometro Ostiense, con le sue strutture imponenti e i suoi spazi aperti, diventa un palcoscenico dove l’innovazione visiva si coniuga con una memoria storica potente. Videocittà trasforma dunque l’ex sito industriale in un laboratorio a cielo aperto per tutti gli appassionati di creatività digitale e innovazioni nel campo delle immagini in movimento.
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Humanae come narrazione visiva del presente
Il fashion show Humanae, curato dall’IED Roma, si distingue per la sua capacità di raccontare il presente attraverso il dialogo tra moda, tecnologia e arte digitale. L’evento prende spunto dall’installazione interattiva Humanae, realizzata dal duo creativo MachineZero, composto da Enrico Forghieri e Lorenzo Cordioli. Questa installazione digitale si rifà agli affreschi di Palazzo Doria Pamphilj a Valmontone, reinterpretandoli in chiave contemporanea, con elementi naturali che mutano in tempo reale sullo sfondo visivo.
Durante la sfilata, modelle e modelli si muovono entro questa architettura immersiva, generando un’interazione continua tra abiti, corpi e immagini che si evolvono secondo le dinamiche digitali. L’effetto è una sinergia unica dove la moda diventa linguaggio visivo e strumento di comunicazione, esaminando la complessità del nostro tempo in modo sensibile e tecnologico.
Paola Pattacini, responsabile della scuola di fashion dell’IED Roma, definisce Humanae “una dichiarazione di presenza e un invito a guardare con profondità al nostro tempo, attraverso l’intelligenza e la sensibilità di chi entra nel mondo del progetto”. Questa frase riassume il senso di un evento che rappresenta molto più di una semplice sfilata: un percorso narrativo che riflette crisi, occasioni e mutamenti della società contemporanea.
Le collezioni in passerella: un’espressione di ricerca e simboli
La sfilata presenta diversi progetti di giovani designer che offrono una diversa lettura del vestire e dei suoi significati. Tra questi, la collezione Nuanches di Nicholas Franceschi si ispira alla metropoli, vista come un crocevia di visioni e linguaggi che si incontrano e si mescolano generando nuove forme d’espressione. Qui la città diventa simbolo di incontri e di contaminazioni culturali.
Umberto Fenicchia propone invece Teche, un progetto che esplora il vestirsi come un gesto ambivalente: al tempo stesso protezione e visibilità, riflesso di una dimensione intima e pubblica del corpo. Questo lavoro riprende un tema antico ma lo rivolge in chiave contemporanea, puntando su materiali e tagli carichi di significato.
Martina Mattiaccio presenta una collezione che intreccia riferimenti disparati: alle costellazioni familiari di Bert Hellinger, alla body art di Gina Pane e all’arte manierista. Il risultato è un linguaggio visivo di denuncia e rottura che fa della moda un atto di espressione e di rivelazione, capace di suscitare interrogativi e riflessioni anche fuori dal contesto estetico.
Collaborazione e sostegno istituzionale dietro humanae
Humanae è resa possibile grazie alla collaborazione con l’hub culturale di Valmontone, che supporta l’installazione di MachineZero e ne segue lo sviluppo. Importante il ruolo di DISCo Lazio, che fornisce sostegno alla produzione dell’opera inserita in una cornice più ampia, quella di Videocittà, festival promosso per valorizzare nuove forme di cultura digitale nel territorio laziale.
La direzione artistica dell’installazione e l’organizzazione della manifestazione sono affidate a Michele Lotti, figura di rilievo nel mondo delle arti visive e della cultura digitale. Questo supporto consente all’iniziativa di fondere innovazione digitale e ricerca artistica in un evento unico che mette in comunicazione aree diverse della creatività contemporanea.
Il connubio tra moda e tecnologia si fa così arte in movimento, e Humanae diventa esperienza visiva e fisica per i partecipanti, che seguono una rappresentazione del presente attraverso corpi, tessuti e immagini che si plasmano senza mai ripetersi.