Il festival di Cannes 2025 accoglie sul grande schermo un nuovo regista: Harris Dickinson, giovane attore inglese già noto per la palma d’oro 2022 con Triangle of Sadness. Il suo esordio alla regia, Urchin, presentato nella sezione Un certain regard, racconta la vita di un senzatetto di Londra, mostrando un mix di realismo duro e momenti surreali. Dickinson si unisce così a una categoria di interpreti che si cimentano anche come registi, come dimostrano i debutti di Kristen Stewart e Scarlett Johansson con i loro nuovi film.
Harris dickinson tra interprete e regista al festival di cannes
Il nome di Harris Dickinson è già familiare al pubblico internazionale grazie alle sue interpretazioni in film di rilievo e serie televisive. Aveva infatti conquistato l’attenzione con Triangle of Sadness, vincitore della palma d’oro nel 2022, e più recentemente con la serie Disney A Murder at the End of the World. Ora Dickinson ha deciso di passare dietro la macchina da presa, presentando Urchin, pellicola che si sta guadagnando consensi e attenzione critica.
Pubblico e ospiti al festival
La presentazione del film alla 78esima edizione del festival ha attirato personaggi come Paul Mescal, a testimoniare l’interesse che circonda questo debutto registico. Urchin è inoltre seguito con attenzione dalla Camera d’Oro, il premio dedicato alle opere prime, presieduta quest’anno da Alice Rohrwacher. Questo riconoscimento potrebbe rappresentare un trampolino significativo per Dickinson nel campo della regia.
Leggi anche:
Kristen Stewart con The Chronology of Water e Scarlett Johansson con Eleonor the Great rappresentano esempi di attori che hanno varcato la soglia della regia in questa edizione di Cannes, ma Dickinson si distingue per la sua giovane età e per l’attenzione rivolta a un soggetto attuale e sociale come la vita di un senzatetto londinese.
tragico realismo e surreale in Urchin, l’esordio diretto di Harris Dickinson
Urchin racconta la storia di Mike, un giovane senzatetto che vaga per le strade di Londra, intrappolato in un ciclo di autodistruzione. Il film si ispira in parte allo stile dei fratelli Safdie, noti per il loro realismo crudo e le atmosfere intense, e trae forza dal contrasto tra immagini realistiche e momenti surreali che amplificano le emozioni e la percezione della disperazione.
La pellicola mostra senza filtri le difficoltà di chi vive ai margini della società, senza alcun intento giudicante. L’esperienza emotiva dello spettatore è accompagnata dalla colonna sonora elettronica, che crea un’atmosfera di tensione costante. La regia di Dickinson mette in scena la fragilità e le cadute del protagonista con uno sguardo diretto, senza edulcorare la verità difficile della sua esistenza.
Interpretazione di Frank Dillane
Frank Dillane, nel ruolo di Mike, offre una prova intensa e coinvolgente. La sua interpretazione magnetica esalta i momenti più dolorosi e quelli in cui si intravede un barlume di speranza, dando spessore a un personaggio complesso e tormentato. Il film riesce a esprimere la monotonia del ciclo di rinascita e ricaduta, disegnando una spirale dalla quale il protagonista sembra non riuscire a uscire.
cinema e futuro: Harris Dickinson alle prese con John Lennon
Dopo quest’opera prima, per vedere un nuovo film diretto da Harris Dickinson bisognerà aspettare qualche anno. Il giovane attore è infatti impegnato in un progetto ambizioso: l’interpretazione di John Lennon in una serie biografica divisa in quattro parti, che racconterà la storia dei Beatles. La regia di quest’opera è affidata a Sam Mendes, e l’uscita è programmata per aprile 2028.
Carriera in crescita
Questo passaggio riflette il profilo in crescita di Dickinson nel panorama cinematografico internazionale. Il suo debutto a Cannes con Urchin lascia intendere una volontà di affrontare ruoli e storie complesse, sia davanti sia dietro la cinepresa. Il lavoro nel biopic sui Beatles rappresenta dunque un’ulteriore tappa di una carriera destinata a farsi notare in modi diversi.
La presenza contemporanea di altri interpreti-registi come Kristen Stewart e Scarlett Johansson, accanto a esordi di rilievo come quello di Dickinson, conferma come la città di Cannes continui a essere il palcoscenico perfetto per scoprire volti nuovi e voci originali del cinema contemporaneo.