Hamas rifiuta accordi parziali: l’insistenza per un’intesa globale

Hamas rifiuta accordi parziali: l’insistenza per un’intesa globale

La guerra tra Israele e Palestina si aggrava con Hamas che rifiuta intese parziali, mentre l’Unione europea chiede a Tel Aviv di rimuovere il blocco su Gaza per evitare una crisi umanitaria grave prima della visita di Donald Trump.
Hamas Rifiuta Accordi Parziali Hamas Rifiuta Accordi Parziali
Il conflitto tra Israele e Palestina si aggrava: Hamas rifiuta accordi parziali, mentre l’UE chiede a Israele di rimuovere il blocco su Gaza per alleviare la grave crisi umanitaria prima della visita di Trump. - Gaeta.it

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La guerra tra israele e palestina si aggrava sul terreno politico e umanitario. Hamas respinge trattative parziali mentre l’Unione europea alza la voce contro tel aviv per il blocco su gaza che sta provocando una crisi senza precedenti. La tensione è massima a pochi giorni dalla visita di donald trump in medio oriente, con il rischio di un’escalation sempre più grave.

Bassem naim, figura di spicco nell’ufficio politico di hamas, ha chiarito la posizione del movimento islamista palestinese. Ai microfoni di afp ha confermato che il gruppo respinge qualsiasi accordo che non sia globale e completo, che ponga fine davvero alla guerra in corso a gaza. Questo rifiuto nasce soprattutto dall’opposizione ai tentativi di mediazione all’ultimo momento, legati alla visita prevista di trump nella regione.

Un messaggio di fermezza

hamas sottolinea che non si può accettare un’intesa parziale, definita dai rappresentanti come un’ipotesi disperata e insufficiente per fermare le ostilità. naim ha rivolto un messaggio chiaro: “o si giunge a un accordo capace di risolvere l’intero conflitto o non si farà nessun passo indietro.” Questi emblemi testimoniano la rigidità del movimento nell’affrontare la crisi e la volontà di non cedere a pressioni esterne che mirano a una soluzione frammentata.

La crisi umanitaria tra i civili di gaza non accenna a diminuire

Sul terreno la popolazione civile di gaza si trova in una situazione drammatica. Il blocco imposto da israele ormai da più di due mesi ha prosciugato le scorte alimentari e bloccato i rifornimenti di medicinali essenziali. I camion carichi di aiuti non riescono ad attraversare i punti di passaggio, lasciando migliaia di persone senza i beni di prima necessità.

Denuncia e appello

Mohammad mustafa, primo ministro palestinese, ha denunciato questo quadro definendolo un “crimine umanitario deliberato”. Ha detto che ciò ha provocato una vera e propria carestia, con la gente allo stremo dopo settimane di condizioni impossibili. La sua accusa si fa più pesante contro il silenzio della comunità internazionale, che a suo parere equivale a una forma di complicità. La conferenza stampa a ramallah è stata un appello accorato rivolto alla coscienza del mondo affinché intervenga prima che la situazione precipiti ulteriormente.

L’Unione europea insiste sulla rimozione urgente del blocco e sul rispetto del diritto internazionale

Bruxelles ha rilanciato la richiesta a israele di levare immediatamente il blocco su gaza, sottolineando in una dichiarazione congiunta la gravità della situazione. Kaja kallas, alta rappresentante per gli affari esteri, insieme alle commissarie dubravka suica e hadja lahbib, hanno ricordato come le scorte di cibo siano ormai esaurite e come la mancanza d’acqua potabile lasci la popolazione in una condizione di pericolo crescente.

Aiuti bloccati a tel aviv

Hanno specificato che le tonnellate di aiuti già pronte al confine basterebbero a coprire i bisogni di 2,2 milioni di abitanti per mesi, ma restano bloccate dal governo di tel aviv. Nel rispetto del diritto internazionale, israel deve assicurare che gli aiuti raggiungano chi ne ha bisogno. Le rappresentanti europee hanno ribadito l’appello per un cessate il fuoco immediato, il rilascio degli ostaggi e la ricerca di una tregua duratura.

Dubbi sulla militarizzazione degli aiuti

Bruxelles ha espresso forte preoccupazione anche per il nuovo sistema israeliano di distribuzione degli aiuti, affidato a soggetti non umanitari e security privati, che solleva dubbi sulla politicizzazione e militarizzazione degli aiuti stessi. La commissione europea ha chiesto a israele di rispettare pienamente le norme umanitarie e di collaborare con onu e organizzazioni indipendenti per garantire il flusso di sostegno alla popolazione civile.

Le tensioni nella regione al centro dell’attenzione internazionale

Il quadro delineato mostra come le difficoltà sul campo si intreccino con le manovre diplomatiche in vista della visita di trump. Il rifiuto di hamas a compromessi parziali e le richieste di bruxelles evidenziano un momento delicato per i negoziati. La questione degli aiuti umanitari rimane al centro del confronto più acceso ed è destinata a pesare sugli sviluppi politici prossimi. La comunità internazionale guarda a questo scenario con crescente apprensione, in attesa di un segnale che possa arrestare le ostilità e alleviare la crisi di milioni di persone.

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