Guida sotto effetto di droghe: le nuove direttive per i controlli e le sanzioni secondo il mit

Guida sotto effetto di droghe: le nuove direttive per i controlli e le sanzioni secondo il mit

Le nuove regole del ministero delle infrastrutture e trasporti stabiliscono controlli precisi per rilevare l’assunzione recente di sostanze stupefacenti alla guida, distinguendo tra droghe illegali e farmaci con cannabinoidi prescritti.
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Le nuove regole del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti definiscono criteri precisi per i test antidroga alla guida, distinguendo tra uso illegale di sostanze stupefacenti e terapie mediche con cannabinoidi, per garantire sicurezza stradale e tutela dei pazienti. - Gaeta.it

Le nuove regole sui controlli alla guida, relative all’uso di sostanze stupefacenti, puntano a stabilire con precisione quando una persona abbia assunto droga prima di mettersi al volante. Il ministero delle infrastrutture e trasporti ha confermato l’importanza dei test per rilevare la presenza di droghe nel sangue o nelle urine, superando il concetto tradizionale di “stato di alterazione” spesso difficile da dimostrare. Le norme inserite nel documento dello scorso aprile chiariscono requisiti e modalità dei controlli, con l’obiettivo di punire chi guida sotto effetto di sostanze che possono compromettere la sicurezza stradale.

Prove necessarie per dimostrare l’assunzione recente di sostanze stupefacenti

Secondo il documento ufficiale, chi accerta la violazione dovrà dimostrare che la sostanza stupefacente o psicotropa è stata consumata in un arco di tempo limitato e vicino al momento della guida. Questo requisito è fondamentale per presupporre che la sostanza provochi ancora effetti attivi sull’organismo del conducente. Si tratta di superare valutazioni soggettive, basate solo sull’osservazione dello stato del guidatore. Le analisi chimiche dovranno quindi rispecchiare tempistiche precise per essere considerate valide in ambito giudiziario.

Evitare approssimazioni nella rilevazione

Tale impostazione mira a evitare ingiustizie e approssimazioni. Il controllo non si limita soltanto alla rilevazione della presenza di droghe, ma si focalizza anche su un arco temporale compatibile con l’effetto psicotropo durante la guida. Non si potrà più punire soltanto per aver assunto sostanze in momenti lontani, inutili a provare un rischio attuale sulla strada.

Ruolo dei test e conferma da parte del ministero delle infrastrutture e trasporti

Il mit ha ribadito che i test per certificare la presenza di droga costituiscono il cuore delle verifiche sulle infrazioni stradali. La direttiva adottata l’11 aprile sancisce che i controlli devono rispettare nuovi parametri, in linea con le regole più restrittive per chi guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti. Queste disposizioni fanno capo a un impianto normativo che punta a una maggiore certezza nel punire condotte pericolose, senza lasciare margine a interpretazioni vaghe sullo stato d’alterazione.

Chiarezza nella fase di contestazione

Il ministero ha confermato che il documento condiviso mette ordine e chiarezza proprio nella fase di verifica e contestazione. L’obiettivo è scoraggiare ogni forma di guida sotto l’influsso di droghe, evitando allo stesso tempo di colpire persone che assumono medicinali legalmente prescritti. A questo proposito, il mit ha sottolineato la differenza tra l’assunzione illegale di droga e l’uso di farmaci, compresi cannabinoidi, quando questi ultimi sono destinati a scopi terapeutici.

Particolare attenzione all’uso di farmaci con cannabinoidi e dichiarazioni di salvini

Il ministro Matteo Salvini ha più volte precisato che le nuove regole non devono causare penalizzazioni ingiuste su chi segue cure mediche o assume farmaci prescritti che contengono cannabinoidi. “Lo scopo è circoscritto agli utenti che si mettono alla guida dopo aver fatto uso di droghe illegali o comunque sostanze che alterano le capacità di reazione e concentrazione.”

Il passaggio dalla vecchia definizione di “stato di alterazione” alla soglia della prova scientifica della presenza e attività della droga durante la guida, quindi, non colpisce chi sta curandosi. Questa distinzione tiene conto delle evidenze di laboratorio e cliniche impiegate durante i controlli. Anche per chi riceve terapie a base di cannabinoidi il ministero garantisce un differente trattamento, rivolto a non interferire con le attività mediche.

Le misure rappresentano dunque un punto di equilibrio fra la tutela della sicurezza stradale e i diritti di chi si cura. È prevista una verifica puntuale delle analisi tossicologiche con la finalità di non estendere le sanzioni in modo automatico a coloro che usano farmaci legalmente distribuiti.

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