Guardia di Finanza scopre evasione fiscale da un milione di euro nell’ambito dell’equitazione

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Guardia di Finanza scopre evasione fiscale da un milione di euro nell'ambito dell’equitazione - Gaeta.it

Un caso di evasione fiscale emerso dalle indagini della Guardia di Finanza svela intrighi nel settore dell'equitazione nel Nuovo Circondario Imolese. Un istruttore di equitazione, ignoto al Fisco, avrebbe omesso di dichiarare introiti per un valore stimato di un milione di euro. Le indagini condotte hanno portato a una denuncia presso la Procura della Repubblica di Bologna, rivelando un sistema complesso di elusione fiscale sfruttando attività legate al mondo dei cavalli.

Il profilo dell'istruttore di equitazione

L'istruttore coinvolto nella vicenda è un professionista locale, che pur non avendo un nome di spicco nel panorama sportivo, ha attirato l'attenzione degli investigatori per il suo operato nel campo dell'equitazione. Le indagini delle Fiamme Gialle hanno rivelato che l'istruttore era totalmente sconosciuto al Fisco, non risultando registrato nel sistema fiscale italiano nonostante l'ingente volume d'affari generato.

Attraverso l'incrocio di dati provenienti da Banche Dati ufficiali e informazioni estrapolate dal portale della Federazione Italiana Sport Equestri , i finanzieri hanno ricostruito l'entità dei suoi guadagni. L'istruttore si dedicava principalmente all'insegnamento e all'organizzazione di corsi di equitazione, ma la sua attività si estendeva anche all'intermediazione nella compravendita di cavalli, un aspetto che ha contribuito in modo significativo al suo reddito.

Modalità operative e flussi di denaro

L'istruttore avrebbe sviluppato un modello di business diversificato, che includeva lezioni di equitazione e opportunità di partecipazione a competizioni ippiche. Gli introiti provenivano sia da pagamenti effettuati tramite bonifici bancari sia in contante, una scelta che ha sollevato sospetti tra gli investigatori. Grazie a questa pratica, l'istruttore è riuscito a nascondere un considerevole volume di incassi, ingannando così l'amministrazione fiscale.

Le indagini hanno inoltre svelato che una parte significativa dei guadagni derivava dall'acquisto di cavalli all'estero, per poi rivenderli in Italia. Questa attività di intermediazione ha portato a relazioni commerciali con società estere, le quali fungevano da intermediari per le vendite a clienti italiani. In un caso specifico, è emersa una transazione in contante addirittura superiore ai limiti fissati dalla normativa antiriciclaggio, una violazione grave che ha portato a sanzioni amministrative.

Sanzioni e conseguenze legali

Dopo aver ricostruito il quadro complessivo delle operazioni finanziarie dell'istruttore, la Guardia di Finanza ha avviato un procedimento che ha portato alla denuncia dell'uomo alla Procura della Repubblica di Bologna. La violazione delle leggi fiscali, unita alle pratiche di vendita di cavalli non dichiarate, ha comportato l'applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie comprese tra 3.000 e 50.000 euro.

La notizia di questa indagine mette in evidenza l'importanza della vigilanza nei settori sportivi e delle attività commerciali connesse. Il caso non solo sottolinea la fragilità di determinati settori di fronte alle pratiche elusive, ma pone anche l'accento sull'esigenza di un maggiore controllo e regolarizzazione. La Guardia di Finanza, con questa operazione, ha ulteriormente dimostrato il suo impegno nella lotta contro l’evasione fiscale, garantendo una maggiore tutela per il sistema economico e il rispetto delle normative vigenti.

Ultimo aggiornamento il 9 Agosto 2024 da Armando Proietti

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