La Gran Bretagna ha deciso di rinviare al 31 gennaio 2027 l’applicazione delle norme sanitarie e fitosanitarie sulle importazioni di frutta e verdura a medio rischio dall’Unione europea. Questa scelta, annunciata l’11 giugno 2025, arriva dopo le pressioni del Fresh Produce Consortium , che rappresenta gli interessi del settore ortofrutticolo britannico. Il provvedimento porterà un alleggerimento nei controlli alle frontiere e un risparmio importante per tutta la filiera.
La sospensione dei controlli sanitari e fitosanitari, tempi e impatti
Il governo del Regno Unito ha posticipato di quasi due anni l’entrata in vigore del Border Target Operating Model , previsto inizialmente per luglio 2025. Questo modello avrebbe imposto ispezioni più severe alle merci ortofrutticole importate dall’Ue, soggette a regolamenti SPS. Con il rinvio, circa 700mila spedizioni ogni anno eviteranno gli accertamenti medesimi fino al 2027.
Secondo i dati resi noti dagli operatori del settore, questa moratoria ridurrà i costi complessivi della catena di approvvigionamento di circa 200 milioni di sterline all’anno. Il risparmio colpisce direttamente chi importa, distribuisce e vende frutta e verdura, ma anche i consumatori finali. Il settore ortofrutticolo si ringiovanisce così da un possibile aumento di prezzi dovuto alle norme rigide.
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Il risultato è un sollievo per supermercati, grossisti e ristorazione, che sarebbero stati gravati da nuove procedure burocratiche e costi di ispezione. La decisione evita anche potenziali ritardi alla frontiera, che nel recente passato avevano causato problemi logistici durante la transizione post-Brexit.
Cosa cambia per le imprese importatrici e il fresh produce consortium
Il Fresh Produce Consortium, che raccoglie aziende coinvolte nell’ortofrutta, ha applaudito la proroga. L’organizzazione ha sottolineato come la sospensione del modello BTOM garantirà una continuità durante il periodo di post-transizione, evitando disagi gravi sul piano operativo.
L’FPC ha inoltre chiesto ulteriori interventi al governo: tra questi, la disponibilità di ispettori al di fuori degli orari standard presso i punti di controllo destinati a piante e fiori. Questo permetterebbe di snellire le procedure per chi opera anche con prodotti più delicati.
Inoltre, l’associazione spinge per una più rapida concessione dello status di Operatore Autorizzato alle imprese più affidabili. Questo riconoscimento facilita le operazioni e i controlli alle frontiere. Infine, è stato sollevato il problema delle differenze normative tra merci provenienti dall’Ue e quelle da paesi extra-Ue, specie per gli agrumi ortofrutticoli, affinché si evitino disparità nel trattamento.
L’attuale quadro normativo e le vie future per il commercio
Nonostante la sospensione per l’ortofrutta a medio rischio, altri comparti restano soggetti agli obblighi di controllo SPS già attivi. Tra questi si annoverano carne, latticini, pesce, oltre a piante e fiori, che continuano a essere sottoposti alle verifiche al confine secondo i regolamenti post-Brexit.
Il governo britannico ha legato la proroga al termine del Transitional Staging Period , una fase intermedia che garantisce una gestione più graduale dei nuovi obblighi. Nel frattempo, Regno Unito e Unione europea mantengono aperti i negoziati su un possibile accordo dedicato alle norme sanitarie e fitosanitarie, anche se senza scadenze precise.
La sospensione riguarda anche l’azzeramento del Common User Charge per le merci ortofrutticole che transitano attraverso i principali nodi d’ingresso, come il porto di Dover o l’Eurotunnel. Questo alleggerimento mira a ridurre gli oneri logistici e favorire l’efficienza dei traffici commerciali.
L’evoluzione delle regole di frontiera in materia sanitaria rimane un tema cruciale per il commercio tra Ue e Regno Unito. Le imprese del settore ortofrutticolo osservano da vicino ogni passo governativo, in attesa di indicazioni più chiare per pianificare le future forniture e mantenere la competitività sul mercato interno.