La Sapienza di Roma ha fatto da cornice a una protesta significativa organizzata dagli studenti di Sinistra Universitaria, in memoria di Giulia Cecchettin e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla questione della violenza di genere. Questo raduno ha avuto luogo nei cortili delle facoltà di Psicologia, Lettere e Scienze Politiche, dove i partecipanti hanno dato vita a un momento di unione e mobilitazione per manifestare il loro dissenso verso la crescente violenza contro le donne e la comunità LGBTQIA+ nel Paese.
Il ricordo di Giulia Cecchettin
Oggi segna un anno dalla tragica scomparsa di Giulia Cecchettin, un femminicidio che ha scosso profondamente la società italiana. Durante la protesta, gli studenti hanno espresso la loro rabbia e il loro dolore, sottolineando che, nonostante il forte grido di mobilitazione e il senso di comunità sviluppato dopo l’evento, i casi di femminicidi non sono diminuiti. Presentando i dati dell’osservatorio di Non Una Di Meno, si evidenzia che, negli ultimi dodici mesi, ci sono stati 104 casi di femminicidi e atti violenti contro le donne e persone della comunità LGBTQIA+. Questo dato ha fatto da sfondo alla loro manifestazione, a significare quanto sia necessaria una maggiore attenzione e responsabilità da parte delle istituzioni.
La continua lotta contro il patriarcato
Durante l’assemblea, gli studenti hanno denunciato la presenza di un sistema patriarcale che perpetua la violenza di genere e hanno espresso la volontà di liberare l’Università e il Paese dalla cultura del machismo e delle moletie. “Gli spazi in cui studiamo non sono sicuri”, hanno affermato. Nonostante il passare del tempo, la lotta per garantire un ambiente di studio libero da intimidazioni e aggressioni prosegue. Al centro dell’attenzione c’è anche l’esigenza di riconoscere che il cambiamento deve andare oltre le misure simboliche come il pinkwashing, per affrontare questioni strutturali che alimentano e mantengono questi fenomeni violenti.
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Mobilitazione continua per un cambiamento reale
La protesta non è stata solo un momento di ricordo, ma un invito all’azione per i giovani universitari e la società civile. Gli studenti hanno sottolineato che è fondamentale continuare a fare rumore, a rivendicare spazi sicuri e a pretendere un reale cambiamento. La lotta contro la violenza di genere deve restare al centro della discussione pubblica, non solo in occasioni commemorative ma attraverso un impegno costante e collettivo. L’intento è di creare una consapevolezza generale e promuovere una cultura del rispetto e della parità , in grado di contrastare il perpetuo ciclo della violenza.
Nel complesso, la mobilitazione di oggi rappresenta un importante passo per mantenere alta l’attenzione sulla lotta contro la violenza di genere e l’urgenza di costruire un ambiente di studio e vita nella piena sicurezza.