Gli stranieri nelle marche rappresentano il 9% della forza lavoro ma affrontano sfide significative

Gli stranieri nelle marche rappresentano il 9% della forza lavoro ma affrontano sfide significative

La presenza di oltre 132 mila stranieri nelle Marche, principalmente romeni, albanesi e marocchini, contribuisce all’economia ma affronta disoccupazione alta e sfruttamento; UIL Marche promuove integrazione e tutela.
Gli Stranieri Nelle Marche Rap Gli Stranieri Nelle Marche Rap
L’articolo analizza la presenza e il ruolo degli immigrati nelle Marche, evidenziando contributi economici, difficoltà lavorative e sociali, e l’impegno sindacale per migliorare integrazione e tutela. - Gaeta.it

La presenza di cittadini stranieri nelle Marche segna un dato importante per l’economia e la società regionale. Oltre 132 mila persone provenienti da 158 paesi vivono e lavorano nella regione, con una forte concentrazione di romeni, albanesi e marocchini. Il numero degli occupati stranieri arriva al 6,6% del totale, ma permane un tasso di disoccupazione superiore al 17%. Nonostante numerosi immigrati ottengano la cittadinanza italiana, il fenomeno non riesce a bilanciare il calo demografico causato dal saldo naturale negativo e dalle fughe verso realtà con prospettive economiche migliori.

La distribuzione e la composizione degli immigrati nelle marche

Nelle Marche, il gruppo più numeroso di stranieri proviene dalla Romania, seguito da Albania e Marocco. Questi cittadini si concentrano in vari settori produttivi, contribuendo in modo consistente all’economia locale. Il dato di oltre 132 mila presenze copre un territorio su 158 nazioni diverse, un’indicazione chiara delle dinamiche migratorie regionali complesse e variegate.

Il 9% della popolazione attiva regionale è rappresentato da lavoratori stranieri, una quota significativa ma accompagnata da notevoli difficoltà. Il tasso di disoccupazione tra gli immigrati si attesta oltre il 17%, un valore più alto rispetto alla media regionale. Molti di questi lavoratori trovano impiego in mansioni meno qualificate o stagionali, che non sempre offrono stabilità o condizioni adeguate.

Nonostante un numero crescente di stranieri acquisisca la cittadinanza italiana, questo fenomeno non basta a invertire la tendenza demografica negativa. Nelle Marche, il saldo naturale si mantiene in perdita e molti abitanti abbandonano la regione per cercare opportunità in altre parti d’Italia o all’estero. Questa emorragia demografica pesa sul futuro della regione e mette in evidenza il doppio volto della presenza straniera: risorsa e sfida.

Il ruolo del coordinamento immigrazione della uil marche

Il primo incontro del coordinamento immigrazione della UIL Marche, tenutosi recentemente, ha messo in luce l’esigenza di un’azione più coordinata per tutelare i lavoratori stranieri e migliorare la loro integrazione. All’evento hanno partecipato figure di rilievo come Santo Biondo, segretario nazionale della UIL, e Antonio Duranti in rappresentanza di Ital Nazionale.

Il coordinamento si propone di rafforzare la rete del sindacato, con l’obiettivo di assicurare un’offerta di servizi più ampia e di garantire una rappresentanza efficace in ambito sociale e lavorativo. Questa iniziativa mira ad affrontare anche le criticità specifiche del fenomeno migratorio nelle Marche, come lo sfruttamento e il caporalato, anche tra lavoratori provenienti dagli stessi paesi d’origine.

L’organizzazione cerca inoltre di superare un ostacolo comune: la scarsa conoscenza della lingua italiana, che limita l’accesso ai diritti e complica i rapporti con la burocrazia nazionale. Senza una buona padronanza linguistica, molti immigrati faticano a orientarsi nel sistema normativo e a far valere la propria posizione. Per questo la strategia del coordinamento punta su un affiancamento continuo e mirato.

Criticità sociali ed economiche affrontate dagli immigrati nelle marche

Tra le difficoltà segnalate vi è il rischio di sfruttamento sul lavoro, che rimane alto soprattutto nei comparti agricoli e dell’edilizia. Il caporalato continua a rappresentare un problema serio, aggravato dalla tendenza di certi gruppi etnici a subire condizioni di lavoro precarie grazie anche alla scarsa conoscenza delle lingue e delle leggi italiane.

La povertà relativa e la mancanza di servizi di supporto alimentano situazioni di marginalità. Questo diventa un ostacolo sia per l’inserimento sociale sia per una partecipazione piena nel tessuto lavorativo. Il sistema sindacale localmente prova a rispondere a queste situazioni con percorsi specifici che includono assistenza legale, corsi di lingua e orientamento al lavoro.

Demografia, lavoro e migrazione nelle marche

La demografia in declino dell’intera regione si intreccia con questi scenari sociali. Gli stranieri, nonostante la quantità numerica, non riescono a colmare la riduzione di popolazione autoctona, che da anni lascia le Marche in cerca di condizioni migliori altrove. La combinazione di questi fattori crea un clima nel quale ogni problema sociale si somma agli altri.

Le autorità e i rappresentanti del sindacato, in questo contesto, sottolineano l’urgenza di interventi calibrati e continuativi, con un’attenta gestione delle risorse e delle politiche che riguardano l’immigrazione e l’inclusione. Le Marche si trovano a dover gestire rapporti complessi tra lavoro, diritti e flussi migratori, in uno scenario che richiede equilibrio e pragmatismo.

Change privacy settings
×