Gli Stati Uniti minacciano dazi fino al 30% sull’export europeo: le reazioni a Bruxelles e nelle capitali europee

Gli Stati Uniti minacciano dazi fino al 30% sull’export europeo: le reazioni a Bruxelles e nelle capitali europee

Gli Stati Uniti minacciano dazi fino al 30% sulle esportazioni europee dal 1 agosto, mentre l’Unione europea, guidata da Ursula von der Leyen, prepara contromisure per proteggere imprese e consumatori.
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La disputa commerciale tra Stati Uniti e Unione europea si intensifica con la minaccia di dazi fino al 30% sulle esportazioni europee da agosto, mentre Bruxelles prepara contromisure e negozia per evitare un’escalation dannosa per entrambi. - Gaeta.it

Gli ultimi sviluppi nella disputa commerciale tra Stati Uniti e Unione europea hanno riportato al centro dell’attenzione il rischio di una guerra dei dazi transatlantica. Il presidente americano ha inviato il 12 luglio una lettera in cui annuncia tariffe fino al 30% sulle esportazioni europee, con entrata in vigore prevista dall’1 agosto. Bruxelles ha immediatamente reagito, sottolineando i potenziali danni per imprese e consumatori da entrambe le parti. Nel frattempo, le capitali europee si sono mobilitate per evitare una escalation, mantenendo aperto il canale del dialogo ma preparando contromisure economiche che potrebbero colpire diversi settori chiave dell’economia americana.

La lettera di trump e la risposta di von der Leyen: tensioni e spiragli di dialogo

Il 12 luglio, il presidente degli Stati Uniti ha sorpreso l’Unione europea con una lettera che annuncia l’introduzione di dazi al 30% sulle merci importate dall’Europa, a partire dall’1 agosto. Nella missiva, l’inquilino della Casa Bianca ha però lasciato aperta la possibilità di rivedere la sua posizione, invitando la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a considerare l’apertura dei mercati interni europei alle imprese americane e la rimozione di barriere tariffarie e non.

Risposta di von der Leyen

Von der Leyen ha prontamente risposto confermando la disponibilità a continuare il negoziato per raggiungere un’intesa entro il 1° agosto ma ha sottolineato che l’Ue prenderà tutte le misure necessarie per difendere i suoi interessi, comprese contromisure proporzionate in caso di dazi. La presidente ha avvertito che tariffe così alte interromperebbero le catene di approvvigionamento essenziali tra le due sponde dell’Atlantico, danneggiando imprese, consumatori e persino pazienti. “Tariffe così alte interromperebbero catene di approvvigionamento essenziali… danneggiando imprese, consumatori e pazienti.”

Le prese di posizione di francia e germania: unità e pragmatismo nell’Unione europea

Dalla Francia si è levato un messaggio forte sulla necessità di compattezza europea. Il presidente Emmanuel Macron ha ribadito che la Commissione deve dimostrare fermezza nel proteggere gli interessi del continente, compresa l’ipotesi di realizzare contromisure efficaci. Ha citato il meccanismo anti-coercizione come strumento per reagire se entro l’1 agosto non si raggiungerà un accordo con Washington.

Sul fronte tedesco, il ministro dell’Economia ha invitato a un approccio pragmatico nel negoziato con gli Stati Uniti. L’obiettivo di Berlino è riuscire a trovare una soluzione concreta entro la scadenza, concentrandosi sui punti più problematici del confronto commerciale. Le posizioni di Francia e Germania riflettono la volontà comune di evitare una rottura definitiva, ma senza rinunciare alla difesa degli interessi europei.

I contro-dazi europei già pronti: settori e misure al vaglio di bruxelles

Di fronte alla minaccia americana, Bruxelles ha allestito da tempo una serie di contromisure tariffarie da adottare in caso di scontro aperto. Sono previsti due pacchetti principali che comprendono tariffe dal 10% al 25%, articolate in tre fasi, volte a rispondere ai dazi su acciaio e alluminio che gli Usa avevano già introdotto nei mesi scorsi. Questo arsenale toccherebbe prodotti simbolo per molte industrie americane, creando difficoltà specialmente nelle zone cuore del voto repubblicano.

Settori interessati

Tra i settori interessati ci sono automobilistico, nautico, abbigliamento, prodotti alimentari come burro d’arachidi e mirtilli, oltre alla tecnologia leggera ed elettrodomestici. Materiali come acciaio e alluminio sarebbero anch’essi colpiti. La lista coinvolge anche prodotti agricoli, compresa carne, pollame, legname, cereali, soia e frutta secca provenienti da diverse regioni americane, in particolare Midwest e Sud.

Implicazioni economiche e possibili scenari per il commercio transatlantico

Se le minacce di tariffazione al 30% entreranno in vigore, le conseguenze sulle relazioni commerciali tra Usa e Ue potrebbero essere profonde. Le catene di approvvigionamento, già intrecciate, rischierebbero di subire interruzioni con impatti immediati su produzione e distribuzione. Le imprese da entrambe le sponde potrebbero affrontare costi maggiori e difficoltà con fornitori e clienti.

I consumatori, a loro volta, potrebbero pagare prezzi più alti su molti beni di consumo. Nel settore sanitario, la disponibilità di prodotti essenziali potrebbe venire compromessa. L’attivismo politico europeo punta a limitare questi effetti, ma va segnalata la possibilità incombente di un’escalation, se i negoziati non produrranno risultati favorevoli prima di agosto.

La dinamica resta dinamica: alla vigilia della scadenza, tutte le parti sembrano intenzionate a evitare un’escalation aperta, ma le tensioni rimangono vive.

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