L’impegno di Gianni Forte, imprenditore noto per il suo lavoro a favore dello sviluppo nella zona di Barra e nel circondario est di Napoli, si concretizza in un significativo atto di responsabilità. Forte si è costituito parte civile in un importante procedimento penale che coinvolge tre rapine, tra cui una tentata e due consumate, ai danni di centri scommesse appartenenti al Forte Group. Questo episodio mette in luce non solo la violenza del crimine nella nostra società, ma anche il desiderio degli imprenditori di essere tutelati e di vedere puniti i responsabili delle ingiustizie.
Gianni Forte e la costituzione di parte civile
Il gestore di uno dei principali gruppi imprenditoriali locali ha preso questa decisione all’apertura dell’udienza preliminare presso il Tribunale di Napoli. Davanti al giudice De Angelis, Forte ha scelto di farsi rappresentare dall’avvocato Malinconico, sottolineando l’importanza di far sentire la propria voce nel processo contro i colpevoli. Questo atto è fondamentale per ribadire la necessità di un intervento statale più vigoroso e costante a favore della sicurezza.
Nel suo intervento, Forte ha espresso chiaramente quanto sia fondamentale per gli imprenditori non rimanere in silenzio. “Costituirsi parte civile è un atto di responsabilità. Noi imprenditori, noi commercianti vittime di episodi criminali chiediamo legittimamente la vicinanza e l’intervento dello Stato,” ha affermato. La sua presa di posizione serve a richiamare l’attenzione sull’importanza di una maggiore protezione delle vittime di reati e sulla necessità d’una risposta efficiente da parte delle istituzioni.
Leggi anche:
Per Forte, far parte attivamente di questo processo non è solo una questione legale, ma un dovere morale. La sua testimonianza sta a sottolineare il crescente bisogno di una cultura della legalità, in cui ciascuno, a prescindere dal proprio status sociale, deve sentirsi protetto e supportato da un sistema di giustizia pronto a intervenire per ristabilire l’ordine e la sicurezza.
Il processo e le accuse contro gli imputati
L’udienza ha visto coinvolti due imputati, i quali hanno optato per il rito abbreviato. La situazione giuridica di entrambi rimane delicata: sono accusati di aver commesso tre rapine nelle vicinanze di Napoli, tra cui due episodi distinti all’Eurobet, un centro scommesse. In particolare, i fatti risalgono a febbraio 2024, quando la criminalità ha colpito violentemente questa realtà commerciale.
L’udienza è stata rimandata a febbraio per consentire al pubblico ministero di presentare la requisitoria e alla parte civile di esporre le proprie conclusioni. Le accuse principali includono la rapina e la detenzione illegale di una pistola, le quali sono state perpetrate il 5 febbraio, durante una delle rapine all’Eurobet di via Volpicella. L’importo rubato in questa occasione ammonta a 5900 euro.
Un altro episodio riguarda una tentata rapina avvenuta pochi minuti prima, sempre all’Eurobet di via Marghieri a Barra, dove uno dei due imputati ha minacciato un dipendente con un’arma nascosta, esprimendo in modo diretto la sua intenzione di ottenere denaro. Inoltre, l’11 febbraio dello stesso anno, sempre all’Eurobet di via Volpicella, è stata consumata un’altra rapina, con un bottino di 2130 euro.
Un segnale di speranza per gli imprenditori
L’azione di Gianni Forte non rappresenta solo una risposta nel suo caso specifico, ma è anche un segnale di speranza per tutti gli imprenditori e commercianti che si trovano a fronteggiare la criminalità nel quotidiano. Ogni atto di legalità e giustizia, ogni presenza attiva nei processi giuridici, contribuisce a costruire un ambiente più sicuro e giusto per il business.
Questa battaglia contro il crimine è una responsabilità condivisa, che chiama in causa non solo gli imprenditori, ma anche le istituzioni e la comunità intera, affinché ci si unisca nel respingere ogni forma di violenza e illegalità. L’auspicio è che sempre più persone abbiano il coraggio di schierarsi contro il crimine, nel riconoscere che la sicurezza è un diritto fondamentale da difendere per il bene di tutti.
L’attenzione mediatica e sociale su casi come quello di Forte è cruciale per creare una coscienza collettiva e una mobilitazione che possa, in futuro, portare a una società più sicura e giusta, dove il crimine non trovi spazio per prosperare.