Il drammatico episodio della morte di Maria Chiara Previtali, una ragazza di 18 anni, ha scosso la comunità di Amelia, in provincia di Terni. L’incidente risale al 9 ottobre 2020, quando Maria Chiara, dopo aver ricevuto una dose di eroina in regalo dal fidanzato Francesco G., ha perso la vita a causa di una overdose. Quattro anni dopo, il fidanzato è stato assolto dall’accusa di omicidio preterintenzionale. Questo articolo ripercorre gli eventi che hanno portato a questa tragica conclusione, le reazioni della famiglia della vittima e il possibile futuro del caso.
Il tragico avvenimento e le sue conseguenze
La vicenda ha avuto inizio quando Francesco G. ha deciso di regalare a Maria Chiara una dose di eroina in occasione del suo diciottesimo compleanno. Secondo i dettagli emersi dalle indagini, il giovane ha iniettato la sostanza alla ragazza, che poi ha subito un collasso fatale. A seguito della morte di Maria Chiara, il fidanzato è stato imputato per omicidio preterintenzionale, con il pubblico ministero che ha richiesto una pena di sei anni e otto mesi di reclusione.
Tuttavia, il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Roma ha stabilito che Francesco non poteva essere ritenuto responsabile per la morte della giovane. Nella motivazione dell’assoluzione, il giudice ha fatto riferimento alla mancanza di intenzionalità nel gesto, sottolineando che non esisteva la volontà di danneggiare Maria Chiara. È stata quindi dichiarata l’assenza di responsabilità penale nei confronti del giovane, che è uscito dall’aula con una sentenza di “non luogo a procedere”.
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La difesa e le dichiarazioni di Francesco G.
Durante il processo, Francesco G. ha difeso la propria posizione affermando di essere consapevole dell’uso di sostanze stupefacenti, ma ha insistito sull’idea che Maria Chiara desiderasse provare la droga. Nelle sue dichiarazioni, ha asserito di aver semplicemente assecondato una sua volontà , enfatizzando che la giovane avrebbe potuto sperimentare l’eroina anche con qualcun altro.
Il ragazzo ha sempre sostenuto la non causalità fra l’assunzione della sostanza e la fatalità dell’evento. Infatti, da ulteriori accertamenti medici, è emerso che la ragazza è deceduta a causa di un mix di sostanze, e non soltanto per l’eroina. Durante la lettura della sentenza, Francesco non era presente in aula, lasciando sipario chiuso su una situazione già complessa.
Le reazioni della famiglia di Maria Chiara e il futuro legale
La famiglia di Maria Chiara, in particolare i genitori, ha reagito con grande dolore all’assoluzione di Francesco. La madre e il padre della giovane, professionista del settore socio-sanitario e operatore di una comunità di recupero, hanno deciso di costituirsi parte civile nel procedimento, esprimendo il loro dissenso nei confronti del verdetto. Sono in attesa delle motivazioni della sentenza, per comprendere meglio le ragioni dietro la decisione del giudice.
Il caso ha sollevato anche interrogativi sulla gestione degli stupefacenti tra i giovani, e sulla loro educazione riguardo ai rischi legati all’uso di droghe. Con i genitori di Maria Chiara desiderosi di giustizia, la possibilità che la Procura della Repubblica di Roma decida di proporre appello è concreta. Questo è un tema che potrebbe avviare un dibattito significativo sulla responsabilità e le conseguenze legali legate all’uso di sostanze illecite da parte dei giovani.