La crescente minaccia degli attacchi informatici ai porti e ai sistemi logistici italiani spinge federlogistica a presentare un piano articolato per cambiare passo nella tutela digitale del comparto. La strategia si concentra su misure concrete volte a proteggere le infrastrutture critiche e a supportare le piccole e medie imprese del settore, oggi vulnerabili di fronte a minacce crescenti. La proposta arriva in un contesto in cui la sicurezza digitale diventa fondamentale per salvaguardare non solo le singole strutture, ma l’intera catena industriale collegata.
Il fondo nazionale cyber porti e interporti per investire in sicurezza ot e resilienza digitale
Federlogistica apre il progetto con l’istituzione di un fondo nazionale dedicato a porti e interporti. Questo fondo mira a finanziare investimenti specifici nelle tecnologie OT, cioè quelle che proteggono i sistemi operativi e infrastrutturali, spesso obiettivo di attacchi informatici sofisticati. Gran parte delle PMI della logistica, spiega il presidente Davide Falteri, non dispone oggi di risorse sufficienti per rafforzare la propria sicurezza digitale. Il fondo consentirà quindi di supportare le imprese di dimensioni ridotte affinché possano mettere in atto misure di difesa adeguate e aumentare la loro capacità di resistere a incidenti e interruzioni informatiche.
Importanza della sicurezza OT
La scelta di concentrare il fondo sulla sicurezza OT riflette la natura specifica delle minacce, che non riguardano soltanto dati o reti informatiche generali, ma anche i dispositivi tecnologici utilizzati per gestire processi fisici e logistici. In questo modo, si protegge l’intero sistema da interferenze capaci di bloccare il funzionamento quotidiano di porti e centri logistici. L’intervento economico si propone dunque come una spinta per colmare il ritardo accumulato da queste imprese rispetto alle moderne sfide digitali.
Leggi anche:
Classificazione dei porti e protocollo nazionale per monitorare le vulnerabilità informatiche
La seconda misura del piano punta a creare una classificazione nazionale che valuti i porti in base al livello di sicurezza digitale. Lo scopo di questa catalogazione è fornire una mappa precisa delle infrastrutture a rischio e orientare gli interventi di miglioramento nella loro gestione informatica. Ogni porto verrà così monitorato attraverso parametri chiari che riguardano la protezione delle reti, la gestione degli accessi e la capacità di risposta agli attacchi.
Il piano prevede inoltre la stipula di un protocollo tra il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili , l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale e federlogistica. Questo accordo istituisce un sistema di audit periodici e monitoraggi continui sulle vulnerabilità OT nei porti italiani. Obiettivo: intercettare tempestivamente le criticità e coordinarne la risoluzione, prima che possano provocare disservizi o danni di portata più ampia. L’articolazione dell’intesa tra pubblico e privato vuole dare stabilità e continuità a un’attività di sorveglianza essenziale per la tenuta del sistema logistico nazionale.
Monitoraggio continuo e sicurezza integrata
L’accordo introduce un modello di sorveglianza continua, fondamentale per prevenire attacchi che potrebbero mettere a rischio l’intera catena operativa di porti e centri logistici.
Formazione e cultura digitale per una risposta consapevole alle minacce informatiche
Federlogistica sottolinea che non basta il supporto finanziario e il controllo tecnico per garantire la sicurezza dei porti. Serve un cambiamento culturale profondo basato sulla formazione delle persone che operano nel settore. Il piano insiste sull’avvio di un percorso educativo rivolto ai lavoratori e ai manager delle imprese logistiche, con l’obiettivo di sviluppare una “digitalizzazione consapevole”. In pratica, ogni attore deve conoscere le minacce principali e sappiare come comportarsi per limitare i rischi di incidenti informatici, anche nei casi in cui l’attacco sfugga ai sistemi automatici di difesa.
Procedure aggiornate e diffondere competenze
Questo aspetto comprende anche la diffusione di procedure chiare e aggiornate per riconoscere tentativi di accesso non autorizzati, gestire le emergenze e segnalare tempestivamente problemi tecnologici. La formazione risponde anche alla complessità crescente dei sistemi OT, che richiedono competenze specifiche per interagire con soluzioni digitali integrate in infrastrutture tradizionali. Federlogistica evidenzia come questa fase sia indispensabile per far crescere una rete solida di operatori pronti a difendere i porti dagli attacchi informatici.
Collaborazione pubblico-privata e la cabina di regia unica per la sicurezza informatica nei trasporti
L’ultimo punto della proposta verte sulla necessità di un coordinamento stabile tra istituzioni pubbliche e soggetti privati coinvolti nella sicurezza digitale della logistica e dei trasporti. Federlogistica propone la creazione di una cabina di regia unica, che funga da punto di riferimento costante per scambio di informazioni, interventi coordinati e sviluppo di standard comuni. Tale cabina dovrebbe agire come centro nevralgico per la gestione degli incidenti cyber e per la pianificazione di strategie a lungo termine.
Una strategia coordinata per la difesa dai cyber attacchi
L’approccio mette al centro un modello di collaborazione dove le competenze pubbliche e le risorse private si integrano per affrontare le minacce in crescita. Secondo il presidente Davide Falteri, la realtà logistica italiana non può più limitarsi a una difesa passiva ma deve adottare una postura strategica, intervenendo prima che si verifichino danni estesi. Il coordinamento tra Mit, Acn, federlogistica e altri stakeholder vuole consolidare questa idea, mantenendo alta l’attenzione sulla sicurezza di porti e infrastrutture critiche attraverso azioni condivise e controlli continui.