A Milano diverse famiglie si trovano coinvolte in una situazione difficile riguardante immobili sotto indagine giudiziaria. In molti casi si parla di abitazioni non più vendibili o di compravendite effettuate solo sulla carta, con chi ha pagato ma non può ancora accedere alle proprie case. Il comitato ‘Famiglie sospese‘, rappresentato da Filippo Borsellino, solleva la necessità di interventi legislativi a livello nazionale per risolvere questa impasse. I numeri emersi durante un recente incontro in Procura fotografano un quadro esteso e complesso.
Il contesto delle abitazioni sotto inchiesta a Milano
Negli ultimi anni, a Milano, diverse aree residenziali sono finite nel mirino di indagini giudiziarie riguardanti l’urbanistica e l’edilizia. Si tratta di cantieri e complessi abitativi per cui sono stati acquisiti preliminari di vendita, ma che oggi risultano bloccati da sequestro o da accertamenti in corso. Chi ha acquistato questi immobili si trova nella condizione di non poter concludere l’operazione o, nel caso di abitazioni già pagate, non può trasferirvisi. Questa situazione ha creato un blocco che impatta migliaia di persone, trasformando quella che doveva essere una casa in una posizione incerta dal punto di vista legale e pratico.
Il blocco del mercato immobiliare
Il problema si manifesta in due modi principali: da un lato ci sono le persone che hanno firmato contratti preliminari di acquisto ed erano in attesa della consegna dell’immobile; dall’altro, chi abita già in case coinvolte negli accertamenti ma non può liberare o vendere l’immobile dato che pende un vincolo giudiziario. Questa duplice condizione ha congelato il mercato immobiliare interno alla città per quanto riguarda questi complessi, lasciando senza prospettive i destinatari delle compravendite.
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Il ruolo del comitato famiglie sospese e la richiesta di una legge nazionale
Filippo Borsellino, portavoce del comitato ‘Famiglie sospese‘, ha rappresentato le istanze di chi vive questa situazione in una recente udienza in Procura a Milano. Il comitato raccoglie gli acquirenti finiti in questa rete di incertezze. Borsellino ha sottolineato come il dialogo con l’amministrazione comunale non abbia ancora portato a passi avanti concreti e ha ribadito la necessità di uno sblocco immediato della situazione. Secondo lui e il gruppo, non ci sono più scuse né ritardi giustificabili.
La proposta più forte è quella di promuovere una legge nazionale che definisca procedure chiare e tempistiche precise su come gestire abitazioni sequestrate o sotto indagine. Senza un intervento legislativo mirato, la situazione rischia di protrarsi, penalizzando chi ha investito tempo e denaro in un immobile che non può utilizzare o rivendere. Il comitato auspica che la norma tenga conto anche della necessità di tutelare l’interesse di queste famiglie in modo equilibrato tra gli aspetti giudiziari e i diritti dei cittadini.
Numeri e prospettive: migliaia di famiglie coinvolte
I dati forniti da Borsellino al termine dell’incontro con la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, confermano la vastità del problema. Dalle stime risultano coinvolte circa 4.500 famiglie direttamente, con altre migliaia potenzialmente interessate dalle recenti costruzioni edificate dopo la pandemia. Considerando tutte le persone che abitano o hanno comprato immobili sotto inchiesta e gli eventuali nuclei familiari collegati, il numero potrebbe arrivare a 39mila individui.
Questi numeri evidenziano come la questione abbia un impatto sociale significativo e non limitato a poche decine di casi isolati. La presenza di un ampio gruppo di persone coinvolte rende quindi urgente un intervento sistematico, per provare a mettere ordine a una situazione che ormai si trascina da tempo senza risposte definitive.
Un problema sociale di larga scala
Il confronto con la procura e la necessità di rapiditÃ
La delegazione del comitato ha incontrato la procuratrice Siciliano, che coordina le indagini sul territorio milanese. Durante l’incontro non sono stati fissati tempi certi per la risoluzione dei casi, ma è stata ribadita la priorità di permettere alle famiglie di entrare nelle case che hanno già pagato. Questo passaggio rimane cruciale e molto atteso da chi si trova in attesa.
Il dialogo con la Procura è un passo importante ma non basta a garantire soluzioni immediate. La complessità delle indagini e la necessità di tutelare l’interesse pubblico e giudiziario richiedono una strada percorribile che eviti di prolungare oltre i tempi di attesa per i privati cittadini. La richiesta del comitato e della procura sembra convergere su questa urgenza, ma i passaggi amministrativi e legislativi restano determinanti per poter sbloccare concretamente gli immobili coinvolti.
Il problema resta aperto e sotto osservazione, con gli organi giudiziari che continuano gli accertamenti e il comitato che mantiene il presidio su questa vicenda di rilievo sociale.