Nel 2025 arriva la sentenza per Brett Hankison, ex agente di polizia del Kentucky, coinvolto nel raid del 2020 che ha causato la morte di Breonna Taylor nella sua abitazione a Louisville. Il giudice federale ha stabilito una pena detentiva. La vicenda ha tenuto alta l’attenzione pubblica, spingendo a riflettere sulla gestione della forza da parte delle forze dell’ordine negli Stati Uniti.
Il contesto del raid e la dinamica dell’intervento
Il 13 marzo 2020 la polizia di Louisville ha effettuato un’irruzione nella casa di Breonna Taylor, afroamericana, per eseguire un mandato legato a un’indagine sulle droghe. Durante l’operazione, sono stati esplosi dieci colpi da Brett Hankison, che non ha colpito direttamente la vittima. Tuttavia Breonna Taylor è morta durante la sparatoria. L’intervento ha scatenato reazioni immediate e forti proteste in città e in tutta la nazione, richiedendo maggiori controlli sulle violenze della polizia.
Solo Hankison è stato incriminato in relazione alla morte di Taylor, in quanto ritenuto responsabile per avere sparato senza giustificato motivo. Gli altri agenti presenti non hanno subito accuse penali di rilievo. L’inchiesta giudiziaria si è concentrata proprio sulle modalità usate da Hankison, il cui comportamento è stato definito eccessivo e ingiustificato.
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La decisione del giudice e la pena inflitta
Il giudice distrettuale Rebecca Grady Jennings ha pronunciato la sentenza nel corso di un’udienza tenutasi nel 2025. Ha condannato Hankison a 33 mesi di carcere più tre anni di libertà vigilata successiva. Durante la lettura della sentenza, la giudice ha manifestato sorpresa per il fatto che nessuno sia stato colpito oltre a Breonna Taylor, dato il numero di colpi sparati dal poliziotto.
Jennings ha criticato duramente la posizione adottata dai procuratori federali, che raccomandavano una pena di un solo giorno di detenzione per Hankison, già scontata al momento dell’arresto. Ha definito questa richiesta “incongrua” e “inappropriata”, sostenendo che il Dipartimento di Giustizia abbia trattato l’episodio come un crimine di scarsa rilevanza, sottovalutandone la gravità.
Reazioni e ricadute sul piano civile e sociale
L’avvocato Ben Crump, noto per aver assistito la famiglia di Breonna Taylor, ha criticato la raccomandazione del Dipartimento di Giustizia definendola un insulto alla memoria della vittima e un tradimento rispetto alla decisione della giura che ha riconosciuto la responsabilità di Hankison. La famiglia ha ottenuto un risarcimento pari a 12 milioni di dollari dalla città di Louisville per la morte ingiusta di Breonna Taylor.
Il caso ha mantenuto alta l’attenzione sul tema dell’abuso di potere da parte delle forze dell’ordine e ha alimentato discussioni sulle riforme necessarie nel sistema di giustizia e nella gestione della polizia negli Stati Uniti. Le proteste indette dopo l’omicidio avevano coinvolto diverse città e sollecitato interventi a livello locale e nazionale per evitare casi simili.
La condanna di hankison come segnale giuridico
La condanna di Hankison rappresenta la prima pena detentiva collegata alla morte di Breonna Taylor, segnalando una linea più netta da parte della magistratura verso atti di violenza eccessiva durante operazioni di polizia. Restano sotto osservazione sviluppi ulteriori in altri fronti giudiziari ancora aperti sul caso.