Evasione da comunità terapeutica a ravenna, giovane venezuelano preso nascosto nell’armadio della fidanzata

Evasione da comunità terapeutica a ravenna, giovane venezuelano preso nascosto nell’armadio della fidanzata

Un giovane venezuelano a Ravenna evade dalla comunità terapeutica nascondendosi nell’armadio della fidanzata; condannato per evasione, assolto per violazione del divieto di avvicinamento revocato.
Evasione Da Comunitc3A0 Terapeuti Evasione Da Comunitc3A0 Terapeuti
Un giovane venezuelano agli arresti domiciliari in una comunità terapeutica di Ravenna evade nascondendosi nell’armadio della fidanzata; condannato per evasione, è stato assolto dalla violazione del divieto di avvicinamento, revocato prima dell’episodio. - Gaeta.it

Il caso di un giovane venezuelano finito in tribunale a Ravenna ha attirato l’attenzione per un episodio insolito di evasione da una comunità terapeutica. Il ragazzo, agli arresti domiciliari nella struttura, ha violato le rigide regole e si è nascosto nell’armadio della fidanzata per sfuggire ai controlli. La vicenda ha scatenato un’indagine che ha portato a una condanna per evasione, ma un aspetto della vicenda ha fatto cadere l’accusa di violazione del divieto di avvicinamento.

Il contesto e la vita nella comunità terapeutica di ravenna

Il giovane ventiduenne proveniente dal Venezuela faceva parte di un programma di detenzione domiciliare svolto all’interno di una comunità terapeutica a Ravenna. Questa struttura, impegnata in un percorso di recupero e controllo, impone norme molto rigide ai suoi ospiti. Il ventiduenne, con precedenti per reati diversi, non è riuscito a ambientarsi e ad accettare la severità delle regole. In meno di un mese, ha manifestato malessere e difficoltà a integrare le prescrizioni del regime interno.

La situazione è diventata critica quando il ragazzo, colto da un impulso dettato dalla nostalgia e dal desiderio di vedere la propria fidanzata, ha deciso di evadere. Il legame affettivo, interrotto dalle restrizioni, lo ha spinto a infrangere le imposizioni. La vicenda testimonia quanto il rispetto rigoroso e l’ambiente controllato possano rappresentare un ostacolo psicologico per chi si trova in momenti delicati della propria vita, specie quando ci sono affetti distanti.

La fuga e il ritrovamento nell’armadio della fidanzata

Dopo l’evasione dalla comunità di Ravenna, è stata immediata la segnalazione alla polizia locale. Gli agenti hanno avviato subito le ricerche, che si sono concluse nel giro di poco tempo nella casa della ragazza del ventiduenne. Il giovane era nascosto nell’armadio, una scelta che mette in evidenza la situazione di emergenza e la necessità di restare lontano dalle autorità.

Questa scelta di rifugiarsi in un luogo angusto ha un doppio significato: da una parte cerca di garantire l’impunità momentanea, dall’altra sottolinea la condizione di disagio e forse di paura del ragazzo, consapevole delle conseguenze dell’atto. La situazione si complica perché, secondo quanto emerso, il giovane avrebbe dovuto rispettare un divieto di avvicinamento riguardo la fidanzata. Però quel provvedimento era stato poi revocato, elemento fondamentale nella gestione del caso.

Gli sviluppi giudiziari e le decisioni del tribunale di ravenna

Il processo davanti al giudice e al viceprocuratore si è concentrato su due aspetti: l’evasione dalla comunità terapeutica e la presunta violazione del divieto di avvicinamento alla fidanzata. La procura ha chiesto di convalidare l’arresto e la custodia cautelare in carcere per fronteggiare la gravità dell’episodio.

Alla fine del rito abbreviato, la sentenza ha stabilito una condanna a un anno, un mese e dieci giorni per l’evasione. Per il reato di violazione del divieto, invece, il giovane è stato assolto perché il divieto era già stato revocato prima dell’episodio. Questo ha evidenziato come l’impianto accusatorio dovesse fare i conti con dettagli procedurali importanti, che hanno inciso sulla pena e sulla definizione dell’accaduto.

Un caso che evidenzia le difficoltà del sistema

Il caso illustra le difficoltà che emergono nel bilanciare la sicurezza con la situazione personale di un detenuto in comunità e come ogni dettaglio procedurale può influenzare il percorso giudiziario.

Change privacy settings
×