Esplosione al distributore del Prenestino a roma richiama tragedie simili nel centro-nord italia

Esplosione al distributore del Prenestino a roma richiama tragedie simili nel centro-nord italia

L’esplosione al distributore sul Prenestino a Roma riporta alla luce i rischi dei carburanti in Italia, con incidenti gravi come quello di Calenzano e le indagini su Eni e Sergen per negligenze e sicurezza.
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L'articolo riepiloga una serie di gravi esplosioni e incidenti in distributori di carburante in Italia, evidenziando rischi di sicurezza, indagini giudiziarie in corso e le richieste di Legambiente per norme più rigorose e una transizione verso fonti energetiche più sicure. - Gaeta.it

L’esplosione avvenuta al distributore di benzina sul Prenestino a Roma richiama alla memoria altre tragedie legate a impianti di distribuzione carburanti. Questi episodi, spesso fatali, mostrano i rischi di sistemi che mancano di adeguate misure di sicurezza. Nel tempo, diversi incidenti in varie città italiane hanno causato vittime e feriti, con conseguenti indagini giudiziarie per accertare le responsabilità e capire se vi siano state negligenze o violazioni delle norme.

L’incidente di Calenzano: un disastro che ha segnato il 2024

Il ricordo più vicino e drammatico per quanto accaduto a Roma è l’esplosione verificatasi il 9 dicembre 2024 nel deposito di idrocarburi a Calenzano, in provincia di Firenze. L’esplosione causò la morte di cinque persone mentre altre 28 riportarono ferite gravi. La gravità dell’evento spinse le autorità ad aprire un’inchiesta per omicidio colposo plurimo, disastro colposo, lesioni personali e rimozione delle cautele infortunistiche. Lo scorso marzo, la procura di Prato ha notificato avvisi di garanzia a nove persone: sette erano dirigenti dell’Eni, proprietaria del deposito, mentre due appartenenti alla società appaltatrice Sergen.

Nuovi sviluppi e avvisi di garanzia

A marzo si aggiunsero quattro nuovi avvisi per quei soggetti già coinvolti nell’indagine principale, relativi allo scarico illecito di acque reflue industriali nel fosso Tomerello, collegato al deposito. Questi sviluppi hanno contribuito a tenere alta l’attenzione sulle condizioni di sicurezza degli impianti di stoccaggio carburanti.

Proteste di Legambiente e il dibattito sulle fonti energetiche

Nel corso dei mesi successivi, Legambiente ha promosso diverse manifestazioni in varie città, inclusa Firenze, per chiedere un’accelerazione nel passaggio a fonti energetiche più sicure e pulite. Il richiamo al rischio rappresentato dai depositi di carburante si è fatto più forte dopo Calenzano. L’associazione ambientalista pretende maggiori controlli e norme più rigorose per garantire l’incolumità di lavoratori e cittadini.

Va detto che, nonostante queste richieste, le aziende del settore continuano a essere centrali nello scenario energetico italiano. Proprio per questo, la sicurezza di depositi e distributori rappresenta un nodo difficile da sciogliere ma che deve essere affrontato con concretezza.

Incidenti simili in italia: dai morti di Monte Urano e Borgo Quinzio alle tragedie di Fossò

Incidenti paragonabili a quello recente di Roma non mancano nella cronaca italiana. Nel dicembre 2019 a Monte Urano, in provincia di Fermo, una persona perse la vita mentre lavorava sull’impianto antincendio del distributore. Un’esplosione improvvisa la travolse, sbalzandola a diversi metri di distanza, causando la morte sul colpo.

Due vittime e una dozzina di feriti si registrarono invece nel dicembre del 2018 nell’area di servizio di Borgo Quinzio, nel reatino. Qui un’esplosione provocata da un’autocisterna di Gpl causò il decesso di un vigile del fuoco e di un uomo che si trovava vicino al distributore al momento dell’accaduto.

Tragedia di Fossò nei pressi di Venezia

Nel dicembre 2016 a Fossò, vicino a Venezia, un incidente colpì un distributore di benzina: all’interno di un ufficio-magazzino i soccorritori trovarono il corpo senza vita del gestore. Questo episodio evidenzia come i rischi non risparmino nemmeno il personale interno agli impianti.

Sicurezza e rischi nei distributori di carburanti: un tema ancora aperto

Le esplosioni che si sono ripetute in diverse parti d’Italia dimostrano che i distributori di carburante rappresentano un punto critico per la sicurezza pubblica e sul lavoro. Le cause vanno ricercate tra guasti tecnici, errori umani, o carenze nei sistemi antincendio e nelle procedure di gestione.

Gli episodi testimoniano anche la necessità di indagini approfondite da parte delle autorità giudiziarie, che spesso dispongono di misure cautelari e inviano avvisi di garanzia alle figure chiave delle aziende coinvolte. La responsabilità, sia delle società petrolifere sia delle imprese appaltatrici, è soggetta a verifiche rigorose per chiarire eventuali colpe.

La vicenda recente a Roma si inscrive in un contesto già segnato da drammi simili. Questo aiuta a mantenere l’attenzione alta sui rischi e sulla necessità di adottare misure di sicurezza più rigide nei distributori, che non possono essere trascurate. Gli accertamenti sono in corso e l’attenzione mediatica rimane puntata sull’evoluzione della situazione.

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