Escursionista veneto trovato senza vita in valle Aurina: i dettagli della tragedia

Escursionista veneto trovato senza vita in valle Aurina: i dettagli della tragedia

Un escursionista veneto di 76 anni, Romano Gion, è stato trovato morto nella valle Aurina dopo essere scomparso durante una gita al lago della Selva. Le ricerche hanno coinvolto diverse squadre di soccorso.
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Escursionista veneto trovato senza vita in valle Aurina: i dettagli della tragedia - Gaeta.it

Nella giornata di ieri, le autorità hanno scoperto il corpo senza vita di un escursionista nella valle Aurina. Si tratta di un uomo veneto, Romano Gion, 76 anni, residente a Noale, in provincia di Venezia. L’uomo era scomparso e non era rientrato da una gita nelle vicinanze del lago della Selva, una zona frequentata da chi ama la montagna. Le operazioni di ricerca hanno coinvolto diversi soccorritori e si sono concentrate sin dal principio per cercare di riportare a casa in sicurezza l’escursionista.

La scomparsa dell’escursionista veneto

Romano Gion era partito per un’escursione nel tardo pomeriggio di ieri, intendendo trascorrere una giornata immerso nella natura della valle Aurina. La zona del lago della Selva offre paesaggi mozzafiato e sentieri apprezzati da escursionisti di tutte le età. Tuttavia, la giornata si è trasformata in un incubo quando l’uomo non è tornato a casa come previsto. Già nel tardo pomeriggio, la preoccupazione ha preso piede tra i familiari e gli amici, portando alla decisione di avvisare le autorità.

Una volta segnalata la scomparsa, sono scattate le operazioni di ricerca. Le squadre del soccorso alpino, insieme all’elisoccorso, hanno immediatamente iniziato a pattugliare l’area circostante il lago. Purtroppo, i primi tentativi di localizzarlo non hanno dato i risultati sperati, e la notte è trascorsa senza alcuna traccia di Romano Gion.

L’intervento delle forze di soccorso

Le ricerche sono riprese all’alba di oggi, con un approccio più mirato grazie alla tecnologia. Utilizzando il cellulare di Gion, gli operatori hanno potuto localizzarne il segnale, consentendo così di concentrare gli sforzi in una zona ristretta. Questo tipo di tecnologia si è dimostrato cruciale in situazioni simili, dove il tempo è un fattore essenziale per salvare vite.

Le squadre di soccorso, composte da esperti alpinisti e soccorritori, hanno continuato a perlustrare il terreno impervio, affrontando le difficoltà ambientali e le condizioni meteorologiche. Le ricerche, inizialmente complicate anche dalla mancanza di luce, hanno trovato una svolta grazie alla localizzazione del cellulare, che ha permesso di avvicinarsi rapidamente al punto dove si trovava l’escursionista.

La triste scoperta

Purtroppo, le informazioni raccolte non sono sfociate in una lieta notizia. Poco dopo aver individuato la posizione, le squadre di soccorso hanno recuperato la salma di Romano Gion. La notizia della tragedia ha scosso non solo la sua famiglia e i suoi amici, ma anche la comunità di Noale, dove l’uomo era molto conosciuto. In questi casi, è doloroso constatare come una giornata di svago si possa trasformare in un evento tragico.

Questo episodio mette in luce i rischi legati all’escursionismo, in particolare nelle zone montuose, e sottolinea l’importanza di attrezzature adeguate, della compagnia durante le escursioni e della comunicazione costante con le persone care. La memoria di Romano Gion resterà viva, ricordando a tutti noi quanto sia preziosa la vita e il rispetto per la natura.

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