L’economia circolare continua a svilupparsi in Italia con risultati concreti soprattutto nel settore industriale. Al Festival dell’economia di Trento, l’ad di Epta e vicepresidente di Confindustria per le politiche industriali e il made in Italy ha presentato alcune innovazioni legate ai frigoriferi per supermercati che sfruttano gas naturali a basso impatto ambientale. Inoltre, ha sottolineato la posizione dell’Italia in Europa in tema di riciclo e uso delle risorse, chiedendo più interventi da parte delle istituzioni per sostenere investimenti nel settore.
Innovazioni nei frigoriferi per supermercati con gas a basso impatto ambientale
Marco Nocivelli ha illustrato come la ricerca abbia portato all’impiego di gas refrigeranti che abbassano drasticamente l’impatto ambientale. Questi gas sono circa 4000 volte meno dannosi rispetto a quelli tradizionali, un dato che non riguarda solo la tutela ambientale ma anche la durata e la sostenibilità economica degli impianti. Questi frigoriferi, diffusi nei supermercati, consumano meno energia e richiedono meno manutenzione, garantendo così una maggiore efficienza nel tempo.
Un sistema più leggero per ambiente e aziende
L’adozione di queste nuove tecnologie risponde anche a un’esigenza concreta per evitare l’uso di sostanze con un elevato potenziale di riscaldamento globale. L’utilizzo di gas naturali come gli idrocarburi o l’anidride carbonica, sempre più precisi nei sistemi di refrigerazione, permette infatti di abbattere l’inquinamento. Il sistema risulta quindi più leggero per l’ambiente e per le casse delle aziende che possono così mantenere costi di gestione inferiori nel lungo periodo.
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L’intervento di Nocivelli durante il panel al Festival dell’economia di Trento ha messo in luce come la sfida tecnologica sia concretamente superabile con un buon investimento nella ricerca. Questi modelli di frigoriferi rappresentano un passo avanti verso un processo produttivo e di utilizzo più responsabile e vicino ai criteri dell’economia circolare.
L’Italia tra i leader europei nella raccolta differenziata, riciclo e riuso
Secondo Marco Nocivelli, il nostro paese si colloca tra i principali protagonisti europei nelle pratiche di riciclo e riutilizzo. L’Italia ha migliorato sensibilmente il modo in cui gestisce la materia prima, spostandosi verso una logica di economia circolare che riduce lo spreco e prolunga la vita di prodotti e materiali. Questi risultati si riflettono in settori come quello dei sistemi di refrigerazione, che già mostrano riduzioni di consumo del 15-20% rispetto a modelli più datati.
Dietro a queste cifre ci sono politiche ambientali e industriali mirate a favorire la circolarità della materia, ma anche la crescita di una consapevolezza diffusa tra imprese e consumatori. Il riconoscimento dell’Italia come uno dei paesi più avanzati nel riciclo arriva da fonti autorevoli, come il rapporto 2025 del Circular economy network . Questo documento dimostra come il nostro paese abbia guadagnato posizioni fra i 27 stati membri dell’Unione europea, piazzandosi subito dietro i Paesi Bassi.
Dati significativi per l’economia circolare italiana
Questa classifica si basa su dati precisi che riflettono il miglioramento della produttività delle risorse di circa il 20% rispetto al 2019 e un tasso di utilizzo circolare di materia che supera il 20%. Si tratta di numeri che vanno oltre la media comunitaria, che si attesta all’11,8%. Riconoscere questi traguardi significa avere un punto di partenza importante per rafforzare un sistema industriale più attento all’ambiente.
La richiesta di sostegno alle istituzioni per nuovi investimenti nel settore
Marco Nocivelli ha anche sollecitato un’azione più rapida da parte delle istituzioni, rivolta a sostenere gli investimenti nell’economia circolare. In un periodo segnato da difficoltà e instabilità economiche, puntare sulla sostenibilità può essere una leva per garantire solidità e competitività alle imprese italiane. L’imprenditore ha ricordato che “l’assistenza pubblica è fondamentale per accelerare il passaggio a processi produttivi più verdi.”
Il richiamo arriva nel momento in cui le aziende fanno i conti con un contesto internazionale incerto, caratterizzato da aumenti dei costi energetici e materie prime. Senza un supporto chiaro, i programmi di innovazione e implementazione di tecnologie meno impattanti rischiano di rallentare o fermarsi proprio quando servirebbe un’accelerata. Per creare un terreno favorevole allo sviluppo è necessaria una collaborazione più stretta fra istituzioni, enti di ricerca e imprese.
Politica industriale e riduzione della burocrazia
La sfida lanciata a Trento cerca di mettere al centro il ruolo della politica industriale nel mostrare il percorso che porta dall’ipotesi alla realtà. Per molte aziende italiane la transizione verso modelli circolari rappresenta una scelta obbligata e intelligente. Da qui l’appello a ridurre tempi e burocrazia, per accompagnare non solo l’adozione di tecnologie avanzate ma tutto il processo produttivo in questa nuova direzione.