L’analisi di Save the Children sul bilancio della maternità in Italia, pubblicata nel rapporto “Le Equilibriste, la maternità in Italia” poco prima della Festa della mamma del 2025, traccia una fotografia precisa delle condizioni in cui le donne italiane affrontano la scelta di diventare madri. Tra le regioni italiane, l’emilia-romagna si distingue come seconda più “amica delle mamme”, subito dopo il trentino alto adige. Nonostante dati positivi in diversi ambiti, il rapporto evidenzia come la strada per migliorare la conciliazione tra maternità e vita quotidiana resti ancora lunga.
Tasso di fecondità e occupazione materna in emilia-romagna
Nel 2024 il tasso di fecondità in emilia-romagna si attesta a 1,19 figli per donna. Questo numero è sostanzialmente allineato con la media nazionale, che si ferma a 1,18. Il risultato mostra una certa stabilità demografica, ma si inserisce in un contesto più ampio di numeri sotto la soglia di sostituzione generazionale.
Presenza femminile attiva tra le mamme
Un dato interessante riguarda l’occupazione delle madri con figli minori: poco meno del 74% delle donne in questa situazione lavora, posizionando la regione all’undicesimo posto per presenza femminile attiva tra le mamme. Questo rappresenta una leggera discesa rispetto alla precedente posizione decima.
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Un elemento da sottolineare è rappresentato dal part time involontario: in emilia-romagna il 12% delle donne occupate con figli è costretto a lavorare part time senza che sia una propria scelta, meno rispetto alla media nazionale ferma al 15,6%. Questo indica una pressione minore rispetto ad altre aree del paese nella gestione degli orari lavorativi, anche se rimane una realtà limitante per le madri che cercano un equilibrio migliore tra impegni professionali e famiglia.
Servizi educativi e accesso alla salute: punti di forza dell’emilia-romagna
L’emilia-romagna si distingue per la qualità e la diffusione dei servizi educativi dedicati ai bambini piccoli. Il 30% dei bambini tra 0 e 2 anni accede ai servizi educativi, una percentuale doppia rispetto alla media nazionale, che si ferma intorno al 15%. Questo dato riflette un investimento significativo e una presenza capillare di asili nido e strutture di prima infanzia sul territorio regionale. La disponibilità di tempo pieno e di servizi mensa contribuisce a sostenere concretamente le famiglie con figli piccoli, offrendo una rete utile a conciliare tempi di cura e lavoro.
Sul fronte della salute, l’emilia-romagna occupa il secondo posto nella classifica regionale della maternità, dietro soltanto al trentino alto adige. Questo riguarda non solo l’assistenza sanitaria legata alla gravidanza e al parto, ma anche un sistema in grado di garantire un monitoraggio della salute degli infanti e delle madri efficace e diffuso. La presenza di strutture sanitarie accessibili e specializzate contribuisce a migliorare la qualità della maternità nel territorio e fornisce un sostegno concreto in un momento cruciale per le famiglie.
Violenza di genere e accesso ai centri anti-violenza in emilia-romagna
Un altro aspetto preso in considerazione nel rapporto di Save the Children riguarda la diffusione dei centri anti-violenza e le politiche di contrasto alla violenza di genere. L’emilia-romagna guadagna una posizione significativa in questa categoria, posizionandosi tra le regioni più attive nella disponibilità di servizi e strutture dedicate a donne e madri vittime di violenza.
Questo miglioramento si traduce in una maggiore presenza di centri specializzati e programmi di sostegno, nonché in una maggiore sensibilizzazione sul tema a livello locale. La rete di protezione contribuisce a rafforzare la sicurezza delle donne nel percorso della maternità, un fattore essenziale per garantire un ambiente sereno e tutelato all’interno della famiglia. La progressione in questa classifica segnala un impegno concreto sul territorio emiliano-romagnolo nel contrastare un fenomeno che, purtroppo, resta diffuso e che colpisce molte donne in Italia.
Emilia-romagna e la maternità: dati positivi ma sfide ancora aperte
L’emilia-romagna si propone come una regione votata a sostenere le mamme con servizi concreti e condizioni più favorevoli rispetto ad altre realtà italiane. Il tasso di natalità, l’occupazione materna, l’accesso a servizi educativi e sanitari confermano un quadro più favorevole, con numeri che riflettono un impegno strutturale.
Eppure, nel rapporto di Save the Children emerge chiaramente che non ci si può accontentare. Sfide importanti restano sul lavoro, sulla conciliazione e sulla protezione delle donne. Quel che conta è la consapevolezza che la maternità resta un equilibrio difficile da mantenere in Italia, e l’emilia-romagna si colloca tra le poche regioni dove questo equilibrio riesce, almeno in parte, a reggersi.