Nel contesto della crescente crisi climatica, l’Emilia-Romagna si distingue nel 2024 come la regione italiana più gravemente colpita dagli eventi climatici estremi. Secondo i dati raccolti nell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, in collaborazione con il Gruppo Unipol, si è registrato un incremento esponenziale degli eventi, arrivando a un totale di 351 eventi estremi in Italia, sei volte in più rispetto a dieci anni fa.
Un’analisi degli eventi estremi
Le cifre presentate dall’osservatorio rivelano una realtà preoccupante. L’Emilia-Romagna ha visto ben 52 eventi estremi, ottimizzando la sua posizione come epicentro del disagio climatico nel paese. Nello specifico, la provincia di Bologna è emersa come la più colpita con ben 17 eventi meteorologici estremi. Seguono Ravenna e Roma, entrambe con 13 eventi, evidenziando un fenomeno che non risparmia nemmeno le grandi città.
La distribuzione geografica di questi eventi mette in luce anche altre province, come la Lombardia, che ha registrato un numero significativo di allagamenti e, a sua volta, una serie di sfide da affrontare a livello di sicurezza idrogeologica. La crescita dei fenomeni estremi suggerisce che non solo le infrastrutture ma anche i piani di gestione delle emergenze devono evolversi per rispondere a circostanze sempre più frequenti e severe.
La questione delle alluvioni
Un aspetto particolarmente allarmante è riferito agli allagamenti. La Lombardia occupa il primo posto nella classifica con 25 eventi estremi, seguita dall’Emilia-Romagna con 22. Anche la Sicilia non è esente, registrando 15 eventi che denotano l’entità del problema. Le esondazioni dei fiumi sembrano preoccupare particolarmente, con l’Emilia-Romagna che ne ha affrontate 14, seguita da Lombardia e Veneto .
Questi eventi non colpiscono solo l’ambiente, ma hanno anche ripercussioni dirette sulla vita quotidiana delle persone. Le immagini di strade impercorribili, abitazioni danneggiate e agricoltura compromessa sono un chiaro segnale della fragilità del territorio e della necessità di un intervento tempestivo da parte delle autorità.
Temperature record e crisi climatica
Il rapporto non si limita a denunciare gli eventi estremi, ma sottolinea anche un record allarmante raggiunto a livello globale. Il programma europeo Copernicus ha segnalato il 2024 come l’anno più caldo dall’inizio delle registrazioni, evidenziando che per la prima volta si è superata la soglia di 1,5 gradi sopra ai livelli pre-industriali. Questo traguardo non è solo un numero: racchiude in sé il rischio di cambiamenti irreversibili del clima e le implicazioni che queste variazioni potrebbero avere sul nostro ecosistema e sulla salute pubblica.
Il riscaldamento globale non è un fenomeno isolato, ma è strettamente legato alla frequenza e all’intensità degli eventi meteo estremi. L’Emilia-Romagna, nel suo percorso verso la resilienza climatica, è chiamata a mettere in atto strategie non solo per mitigare i danni, ma anche per proteggerne le comunità e l’ambiente da futuri eventi climatici sempre più devastanti.
Questi dati rappresentano un campanello d’allarme che non può più essere ignorato. La realtà climatica dell’Emilia-Romagna è emblematicamente rappresentativa di una crisi più ampia che richiede un’attenzione immediata e misure efficaci a tutti i livelli.
Ultimo aggiornamento il 30 Dicembre 2024 da Elisabetta Cina