Emergenza carceraria a Modena: visita del sindaco e dell’assessora al Welfare

Emergenza carceraria a Modena: visita del sindaco e dell’assessora al Welfare

La visita del sindaco di Modena e dell’assessora al Welfare rivela gravi problemi di sovraffollamento e condizioni precarie nelle carceri, sollecitando interventi per migliorare la riabilitazione dei detenuti.
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Emergenza carceraria a Modena: visita del sindaco e dell’assessora al Welfare - Gaeta.it

La situazione nelle carceri italiane, e in particolare in quelle della regione Emilia-Romagna, è al centro dell’attenzione dopo i recenti eventi tragici avvenuti nella Casa circondariale di Modena, dove tre detenuti sono morti in un breve lasso di tempo. In risposta a questa crisi, il sindaco di Modena Massimo Mezzetti e l’assessora al Welfare dell’Emilia-Romagna Isabella Conti hanno effettuato una visita nella struttura penitenziaria per approfondire le condizioni di vita dei detenuti e del personale.

La visita al carcere di Modena

Nel corso della visita, accompagnati da rappresentanti delle camere penali, tra cui il presidente della camera penale di Modena Roberto Ricco e l’avvocato Luca Sebastiani di Bologna, Mezzetti e Conti hanno potuto constatare le reali condizioni in cui vivono i detenuti e operano gli agenti di polizia penitenziaria. Attualmente, il carcere di Modena accoglie 576 detenuti, ben al di sopra della capacità massima prevista di 372. Questa situazione di sovraffollamento porta a una serie di problematiche che colpiscono sia gli ospiti che il personale, creando un ambiente di forte disagio e difficile gestione.

Mezzetti ha espresso preoccupazione per le condizioni all’interno della struttura, sottolineando che queste sono luoghi che dovrebbero favorire la riabilitazione, ma che, al contrario, finiscono per compromettere la dignità degli individui. La scarsità di personale – che comprende polizia penitenziaria, educatori, psicologi e sanitari – contribuisce a rendere ancora più precaria la situazione. È evidente che le carceri, pensate per essere spazi di rieducazione, si trovano a fronteggiare sfide significative, minando il processo di reinserimento sociale dei detenuti.

Le parole dell’assessora Isabella Conti

L’assessora Isabella Conti ha messo in evidenza la necessità di una trasformazione radicale della concezione dei centri di detenzione. Secondo Conti, è fondamentale integrare momenti di formazione e di sviluppo personale all’interno dei penitenziari, per restituire dignità e opportunità di riscatto ai detenuti. La situazione attuale, segnata da un’alta percentuale di tossicodipendenti e di stranieri privi di documenti, genera una violazione dei diritti fondamentali, creando disparità e problemi sociali considerevoli.

Conti ha ribadito l’impegno della Regione nell’adottare un protocollo specifico riguardante le carceri, che prevede potenziamenti nell’assistenza sanitaria e investimenti mirati per la formazione e il reinserimento sociale dei detenuti. L’intenzione di visitare tutte le carceri della regione si inserisce in un quadro di intervento volto a migliorare le condizioni di vita all’interno dei penitenziari, facendo leva su un approccio che consideri i detenuti come individui con il diritto a riabilitarsi e a reintegrarsi nella società.

L’appello delle camere penali

L’incontro ha suscitato interesse anche tra i rappresentanti delle camere penali, che hanno sottolineato l’urgenza di portare la questione carceraria all’attenzione delle istituzioni. Sebastiani ha evidenziato l’importanza della visita come atto concreto, voluto fortemente dall’assessora Conti, e ha ribadito che tale emergenza non può più essere ignorata dalla politica regionale. È un tema sollevato da tempo, e le camere penali auspicano che continuino a esserci iniziative concrete che possano affrontare e migliorare le condizioni delle strutture penitenziarie.

Mezzetti e Conti hanno mostrato apertura alla collaborazione con i rappresentanti legali per avanzare proposte sul tema, sottolineando così quanto sia cruciale lavorare insieme per affrontare le criticità che affliggono il sistema carcerario. La speranza è che le visite e le riflessioni portate avanti possano tradursi in azioni concrete e durature, contribuendo a costruire una giustizia più equa e umana.

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