Nel cuore di Bologna, un’emergenza allagamenti ha colpito il quartiere Arcoveggio, area già nota per la sua vulnerabilità nei confronti delle intemperie. Le recenti piogge incessanti hanno infatti causato notevoli danni a case, garage e attività commerciali, costringendo la comunità a mobilitarsi per far fronte alla crisi. In particolare, il canale Navile, che scorre attraverso il rione Corticella, si è trasformato in un fiume in piena, provocando ingressi d’acqua inabitabili e danneggiando gravemente numerose proprietà.
Danni significativi alle abitazioni
Le conseguenze dell’allagamento sono evidenti nei racconti di chi vive in zona. Michela Branchini, residente in una storica centrale idroelettrica, descrive il dramma che ha colpito la sua famiglia: “In casa abbiamo avuto un metro d’acqua, ben peggio rispetto ai sessanta centimetri del vecchio record risalente al 1982.” Con emozione, rivela che i danni non si limitano agli oggetti materiali, ma toccano anche la sfera affettiva: “Ho perso mobili, vestiti, e ricordi preziosi della mia vita.” La signora Branchini, esasperata dalla situazione, ha espresso il suo sconforto: “Se uno mi dà un euro, la casa gliela regalo.” La sua forza è in parte mitigata dalla presenza della madre, ottantacinquenne e ipovedente, intenta a spalare il fango.
La presenza delle autorità locali, rappresentate dalle assessore Luisa Guidone e Valentina Orioli, ha cercato di rispondere alle necessità urgenti di chi ha subito danni: un sopralluogo che non ha però portato a soluzioni immediate, lasciando molti cittadini a dover affrontare la calamità da soli.
Volontariato e sostegno della comunità
Nella difficile situazione, la comunità si è mobilitata per fornire aiuto ai colpiti. I giovani Luca e Manuel, volontari del Servizio Civile e della Protezione Civile di Ferrara, hanno raccolto l’appello e si sono attivati per supportare le famiglie in difficoltà, dimostrando solidarietà e impegno. “Vedendo le notizie ieri, ci siamo alzati e siamo venuti subito qui,” raccontano. La loro testimonianza pone in evidenza la mancanza di interventi istituzionali: “Le istituzioni non si sono viste, c’era solo una pattuglia di carabinieri.”
Le associazioni locali, come la polisportiva Pgs Welcome e l’oratorio dei santi Savino e Silvestro, hanno unito le forze per accogliere le famiglie sfollate e per offrire assistenza. Tra queste, una famiglia di origini bengalesi è stata accolta in oratorio, finalizzando le attività di soccorso e assistenza in un momento di crisi inaspettata.
Le conseguenze sulle attività economiche
L’emergenza non ha risparmiato neppure le attività commerciali, causando ingenti danni a diversi negozi e piccole imprese. Alcuni proprietari si sono trovati costretti a fare i conti con ingenti perdite economiche e la necessità di recupero. La situazione più delicata riguarda il settore dell’ospitalità, in particolare un bed and breakfast situato accanto al canale Navile. “Abbiamo avuto tre metri d’acqua che ha riempito cantine e garage,” spiega Silvestro, un commerciante che ha visto la propria attività affondare in questa emergenza.
Le preoccupazioni sono cresciute ulteriormente di fronte alla necessità di spostare persone invalide in strutture alberghiere e alla carenza di energia elettrica, risolta temporaneamente con un generatore, che ha alimentato il fabbisogno logistico per almeno tre giorni. La situazione rimane complessa, con le famiglie ancora nel limbo, in attesa di supporto e risposte concrete dalle autorità competenti.
L’andamento della situazione negli angoli più colpiti di Bologna è un promemoria del potere distruttivo delle intemperie e dell’importanza del supporto comunitario in tempi di crisi.
Ultimo aggiornamento il 21 Ottobre 2024 da Laura Rossi